Bonus eccellenze Premiare il merito: una buona idea con pessimi risultati
Sarà l’età che avanza, come del resto è naturale, ma sono disorientato. Quello che mi confonde sono i discorsi e gli articoli di certi giornali che anche il Fatto Quotidiano evidenzia nel “fondo’’ del lunedì, che riepiloga il “bestiario’’ della settimana. Veniamo ai fatti. Durante una nota trasmissione preserale di Rai1, alcuni concorrenti non sanno rispondere a domande che riguardano personaggi politici che potremmo definire Padri della Patria del Dopoguerra. Non sanno chi erano e tantomeno cosa hanno fatto e poiché molti di loro sono diplomati o laureati dimostrano la carenza dei programmi scolastici circa la storia recente. Per citare invece alcuni articoli di giornale che sono comparsi negli ultimi tempi, uno mi sembra indicativo di quello che abbiamo avuto in eredità dai politici. L’articolo parlava della spartizione di posti fatta dalla Lega e dal M5S, notoriamente “fascisti”, che avrebbero assegnato un terzo posto a un “co muni sta”. Questa semplificazione ridicola trova riscontro solo nei film degli anni 50 della serie di Don Camillo e Peppone, i quali in ogni discussione si davano reciprocamente del comunista, intendendo stalinista. In questi film era chiaro che le ingiurie facevano parte di una commedia e che i due protagonisti, che avevano combattuto una dittatura spietata, avevano un rispetto reciproco che consentiva loro di superare gli “ordini di scuderia” che li dividevano. Oggi non è più così: si usano i termini fascista e comunista in maniera strumentale e ridicola per marcare i propri territori delimitati da ignoranza e insipienza senza curarsi del danno provocato in chi, sfortunatamente, legge o ascolta. DIRITTO DI REPLICA
Con riferimento all’articolo “Italia infetta tra pesticidi, altre Ilva e veleni vari”, pubblicato lunedì 29 ottobre sul Fatto Quotidiano e firmato da Giampiero Calapà, precisiamo che quanto riportato sulla situazione dello stabilimento di Servola è LEGGO DELLA LEGGE di Bilancio e mi soffermo sulla misura “bonus giovani eccellenze” per chi assume laureati in corso con 110 e lode o dottori di ricerca under 34. È una misura in stile Jobs act, inserita da non so quale affabulatore governativo sicuramente di parte leghista con suggeritore imprenditoriale incorporato, oltretutto spacciata come aiuto ai giovani. Da quando in qua tali eccellenze hanno bisogno di un aiuto per essere assunti? Se così fosse saremmo messi davvero male, perché i fenomeni si aiutano da sé e senza bisogno di sconti alle aziende. E poi ci sono alcune lauree più difficoltose di altre, e non tutti gli atenei sono uguali. GENTILE LETTORE, lei coglie due punti critici dell’ennesima misura assurda che spreca risorse pubbliche per ottenere un risultato stupido. Non si tratta neanche di spiccioli: 50 milioni nel 2019 e 20 nel 2020. È una misura stupida e iniqua. Stupida perché, per come è costruita, è soltanto un aiuto alle imprese per assumere persone che probabilmente avrebbero comunque assunto (in ogni caso è più probabile che assumano il laureato con 110 e lode piuttosto che il suo compagno di corso che ha finito con 104). Ed è stupida perché non distingue tra corsi di laurea e atenei: è più meritevole un 110 e lode in Scienze della comunicazione o un 109 in Ingegneria? Un 104 in Chimica industriale a Bologna o un 110 e lode in Lingue a Roma? Sono confronti non omogenei, quindi inutili. Ma la misura è anche iniqua perché aiuta, all’interno della categoria dei giovani in cerca di lavoro, quelli che ne hanno meno bisogno: i laureati eccellenti, che sono l’élite di una minoranza, quella dei laureati. Non ci vedo un disegno malevolo, dietro questo assurdo provvedimento, anzi. Purtroppo penso ci siano buone intenzioni del tutto fuorviante. Proviamo a spiegare perché.
Nel 2014 il Gruppo Arvedi ha rilevato la Ferriera di Servola (Trieste) in amministrazione controllata e crisi manifesta, con circa 400 addetti che di lì a poco sarebbero stati licenziati. Sono stati quattro anni di difficile e arduo lavoro, senza risparmio di energie e di mezzi: abbiamo risolto un problema, una situazione che il nostro governo ci aveva chiamato ad affrontare. Abbiamo risanato, ristrutturato, moder- (più di matrice M5S che Lega) di cui sappiamo quali strade sono lastricate. L’idea di premiare il merito è ormai diffusa in Italia, maspesso viene declinata – come in questo caso – nel legittimare l’élite riconoscendola migliore degli altri, invece che permettere ai meritevoli di emergere nonostante eventuali svantaggi di partenza (come peraltro chiede la Costituzione).
Per essere costruttivi: è molto più utile usare quei soldi per aumentare le borse di studio per corsi di laurea e dottorati, possibilmente soltanto in alcune discipline più utili agli studenti e al Paese (le classi STEM delle materie scientifiche) piuttosto che buttare risorse in premi ai laureati e ai dottorati. nizzato gli impianti, e oggi l’azienda è ambientalmente compatibile, come certificano i dati ufficiali di Enti terzi, da ultimo i rilievi operati autonomamente dalla Procura della Repubblica di Trieste. Si è trattato di un lavoro intenso, portato avanti con determinazione e serietà tramite un accordo di programma, in collaborazione con Enti, Istituzioni locali e nazionali, operando in un contesto ambientale preconcetto e non favorevole. Ma il tempo è galantuomo e con orgoglio e a nome di tutti possiamo dire che abbiamo rispettato gli impegni assunti: il primo sito Sin dei 15 del nostro Paese fortemente inquinato è stato risanato. Per questo, prima ancora che amareggiati, siamo sorpresi per come l’articolo abbia voluto dipingere una situazione davvero irreale e inesistente con toni lesivi dell’immagine dell’Azienda e dell’onorabilità delle persone. Amiamo il nostro Paese e lavoriamo nella convinzione che il bene comune sia anche il nostro bene. Il Gruppo Arvedi ha Ringraziamo per la replica dell’azienda Siderurgica Triestina. Sul baratto tra lavoro e salute, però, continuiamo a pensare che non si scherzi, sia se si parli di Taranto sia che si parli di qualsiasi altro posto. Rispetto all’ecatombe di operai la precisazione non era necessaria, essendo chiaro nell’articolo: “...tra 2000 e 2013 con 83 morti a causa del lavoro in fabbrica” alla Ferriera di Servola. Rispetto al resto, ad esempio, sono solo della passata estate gli episodi di spolveramento dei campi minerari, cioè di sollevazioni di polveri di sicuro non benefiche nonostante allerta meteo segnalata dalla Protezione civile e dichiarazioni dell’assessore all’ambiente del Friuli-Venezia Giulia Fabio Scoccimarro di questo tenore: “L’azienda ha dimostrato ancora una volta di non essere in grado di gestire questa problematica e l’incompatibilità dello stabilimento con tessuto urbano (e marino) che lo circonda! Non si può inquinare e imbrattare una intera provincia”. Era l’11 agosto. Per fare solo un altro esempio, torniamo indietro allo scorso luglio, non a un decennio fa, e cosa troviamo? L’allarme dell’Arpa friulana: “Potenziale danno ambientale”. Di che cosa si parla? Dello specchio d’acqua di fronte alla Ferriera di Servola: esattamente nella zona compresa tra il banco fossile, la banchina e gli impianti di trattamento delle acque reflue dell’altoforno. Acque che sarebbero state contaminate con idrocarburi, catrame, residui di produzione della cokeria riversati in mare e, soprattutto, livelli di benzene oltre 150 volte il limite, quelli degli altri idrocarburi oltre 25 volte il limite. La Procura afferma che l’inquinamento è in calo negli ultimi 12 mesi, speriamo un giorno sparisca del tutto.