Il Fatto Quotidiano

Djokovic “il salvato” si riscopre ironico e gioca con Fiorello

- » LORENZO VENDEMIALE

Novak Djokovic è tornato: il campione serbo è riuscito a superare la crisi di gioco, forma e risultati che ha attraversa­to nel 2017 e da lunedì sarà di nuovo il numero uno del tennis mondiale. Il segreto? Fiorello: “Da Parigi voglio salutare il mio grande amico Rosario” – ha svelato in un’intervista a Radio Deejay. “Grazie ai suoi consigli e ai miei colpi, tecnicamen­te, sono ritornato al numero uno. Grazie Fiore, mi hai aperto una dimensione della vita che è straordina­ria”.

CHI CONOSCE NOLE, il suo talento, non solo con la racchetta in mano ma anche davanti a telecamere di ogni genere, poteva intuire che c’era qualcosa di sospetto. E la conferma arriva poco dopo proprio dal diretto interessat­o, Fiorello, che ci svela lo sketch: “Era un gioco: gli ho chiesto io di farmi un audio da mettere in radio, poi qualcuno ha trascritto tutto e la notizia è diventata virale”.

Il problema è che non sono solo i media ad averlo preso troppo sul serio: “Mi hanno già chiamato due scuole di tennis che adesso vogliono che io vada a dare consigli per i loro giocatori”.

Era tutto uno scherzo, insomma. Non è stata uno scherzo, però, la sua crisi. Nel 2016 la carriera di Djokovic è sembrata come spezzarsi in due, proprio quando pareva essere arrivata all’apice: dopo aver vinto il Roland Garros, l’ultimo titolo che gli mancava in bacheca, con la strada spianata verso il Grande Slam (impresa che manca dai tempi di Rod Laver, ultimo a riuscirci nel ’69), ha cominciato lentamente a smettere di vincere, per poi sparire praticamen­te dal circuito nel 2017.

Un infortunio al gomito, probabilme­nte sottovalut­ato, una piccola operazione alla mano, un calo di forma e forse di motivazion­i non bastano a spiegare la discesa verticale di uno dei più grandi campioni dell’era moderna. Il problema vero era anche nella testa: lui, che ha costruito i suoi successi con la meccanica di un robot, è andato in cortocircu­ito. A giugno 2018 era precipitat­o addirittur­a al n. 22 del ranking: la risalita non è stata facile, e ha a che fare tutta col suo tennis e con la tenacia, il suo colpo migliore. Fiorello c’entra poco, nonostante i due siano legati da una vecchia amicizia, che ha portato Djokovic più volte a essere ospite nei programmi del conduttore: nello show del 2009 su Sky, ad esempio, si era esibito in una delle sue gag più esilaranti, l’imitazione di Maria Sharapova.

Perché Nole è così: meticoloso e zelante sul campo, istrionico nella vita, con il suo humour serbo sempre tagliente e mai banale.

Anche di questo si era un po’ perso traccia nella lunga eclissi della sua carriera: le sconfitte lo avevano provato, trasformat­o da cabarettis­ta in filosofo un po’ amareggiat­o. Finalmente il peggio è passato: il 2018 ci ha restituito il vero Djokovic, con la vittoria a Wimbledon e agli Us Open, il n. 1 nella classifica mondiale. E gli scherzi con l’amico Fiorello.

Adesso non ci sono proprio più dubbi, Nole è di nuovo lui: gli è tornato pure il buonumore.

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