Prescrizione: la Bongiorno è ferma al Divo
La ministra leghista Giulia Bongiorno attacca la norma Il Guardasigilli Bonafede: “I cittadini esplodono per i furbi impuniti”
Via i guantoni e colpi sotto la cintura. Gli alleati per forza, ormai, si picchiano forte, dritto, sempre. E stavolta la miccia per il ring di governo è la prescrizione. Un ottimo pretesto per la Lega, che vede i Cinque Stelle deboli: in calo nei sondaggi, soprattutto nel Nord dove Matteo Salvini sfonda ovunque. E infiacchiti dai dissidenti in Senato sul dl Sicurezza e dal reddito di cittadinanza che sta diventando un pasticciaccio. Così, dopo la pioggia di controproposte per uccidere le norme sulla trasparenza sui soldi ai partiti, il Carroccio assalta l’emendamento grillino al disegno di legge Anticorruzione. E lo fa con Giulia Bongiorno, ministro per la Pubblica amministrazione, e già avvocato del prescrittissimo ( per mafia) Giulio Andreotti. “Bloccare la prescrizione dopo il primo grado è come mettere una bomba atomica nel processo penale, non posso accettarlo” scandisce a L’intervista su SkyTg24”.
UNA DICHIARAZIONE di guerra, “pronunciata dal ministro che collabora di più con il Guardasigilli Alfonso Bonafede”, notano nel Movimento. E infatti a risponderle è il diretto interessato, Bonafede, con puntuta nota: “Stimo Bongiorno, ma sulla prescrizione si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all’impunità”. E di seguito, l’elenco di quelli che la norma la reclamano: “Chi va a spiegare ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che il tempo è scaduto per i primi due reati e non avranno una giustizia piena? Vale per loro come per il processo Eternit, il terremoto de L’Aquila, l’inqu ina men to dell’impianto di Marghera”.
E poi la chiosa, che è un pugno: “È finita l’era dei furbi e dei loro azzeccagarbugli che mirano a farla franca, con la riforma gli unici a dover temere sono i colpevoli”. Insomma, il M5S ora (ri)picchia. E lo conferma il senatore Gianluigi Paragone, ex direttore de La Padania, che evoca accordi inconfessabili: “Se nella Lega c’è ancora qualche nostalgico degli accordi con Berlusconi, Cesaro e compagnia varia, ce lo faccia sapere apertamente”. Parole che avrebbero fatto arrabbiare Salvini, dicono. Ma per capire il clima ieri bastava leggere il Luigi Di Maio che non voleva mai litigare con l’altro vicepremier, ma che sul Corriere della Sera ha calato l’avvertimento: “Esiste un contratto di governo e va rispettato, se c’è chi dubita è un rischio per tutti”. Tradotto, il vicepremier ha capito che è ora di ridarle al vicino di tavolo, altrimenti rischia di perdere moltissimo: la partita dei provvedimenti da far passare, e il controllo del Movimento, dove in parecchi lo invitano a metterci la gamba.
E tra questi c’è il sottosegretario a Palazzo Chigi Stefano Buffagni, vicino a Di Maio, che da lombardo conosce bene il Carroccio. E che al Fatto dice: “Dobbiamo rimanere uniti e farci rispettare dalla Lega, sempre. Non dobbiamo mai avere paura di alzare la voce, e i nostri temi vanno messi al centro del dibattito”. Quindi ora che si fa? “Serve un confronto vero su tutto, senza timori”. Quindi anche sulla prescrizione, che è nel contratto, anche se con formula vaga (“riforma efficace”). E infatti ora i leghisti puntano a fermare l’emendamento calato dal M5S nel ddl spazzacorrotti, per riportare il tema al tavolo di governo. E ridiscuterlo. Però la battaglia infuria. E non la placa il Salvini di ieri, che da una parte rassicura: “Con il M5S stiamo lavorando bene, il governo ha un’altissima popolarità e sono soddisfatto delle leggi fatte e di quelle in cantiere”.
MA L’ELENCO dei provvedimenti è un marameo agli alleati: “Legittima difesa, reddito di reinserimento al lavoro, stop sbarchi, riforma della Fornero”. Ovvero tre pilastri della Lega e uno solo del Movimento, il reddito di cittadinanza storpiato in reddito di reinse- rimento. Non a caso, perché il Carroccio vuole smontare la misura totem del M5S. Con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, numero due di Salvini, che vuole rinviarla in autunno. Giocando di sponda con il ministro dell’Economia Giovanni Tria. “C’è preoccupazione sul reddito, la questione si sta complicando”, sospirano più voci nel M5S.
Però adesso c’è da combattere su altro. Domani, nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali alla Camera, i 5Stelle dovranno difendere gli emendamenti al ddl Anticorruzione su prescrizione e manette agli evasori. Le opposizioni li valutano come “inammissibili”. E la Lega è della stessa idea. Perché le Europee sono già all’orizzonte.
Contrattacco Il sottosegretario del M5S Stefano Buffagni: “Dobbiamo farci rispettare dal Carroccio, e non bisogna mai avere paura di alzare la voce”