Il Fatto Quotidiano

B. col manager dell’azienda a rischio mafia

Milano 3 Ritorno al mattone, l’ex Cav. incontra Emanuel Stilo: uno dei dirigenti del gruppo era in contatto con il clan Mancuso

- » DAVIDE MILOSA

Basiglio, Milano 3. Cielo basso e aria d’autunno. Passate le elezioni di giugno, tutto torna nel solco già tracciato. In giunta c’è chi già c’era, lista uscente ricandidat­a e vincente. In sella Lidia Reale già vicesindac­o nell’ammin istrazione di Eugenio Patrone. Liste civiche (prima Officina Basiglio ora Insieme), niente impronta di partito, se pur l’occhio strizza al centrosini­stra. Si riparte così da dove ci si era lasciati. Dal regno dei berluscone­s. Presente e futuro che ha nome di Milano 4, più tecnicamen­te At02. Palla in campo, gioca in attacco l’Immobiliar­e Leonardo, ovvero Silvio e Paolo Berlusconi, assieme in affari, terreni in tasca e progetto sul tavolo da circa 300 milioni di euro. L’ex Cavaliere che torna al vecchio amore: il mattone. I lavori sono alle porte, qualche ruspa e un paio di bilici sono già arrivati sotto la pioggia. A siglare la rinnovata voglia palazzinar­a, lo stesso Silvio Berlusconi, che a Milano 3, il 27 ottobre, arriva con scorta e codazzo di manager Fininvest. Due settimane prima, era il 9 ottobre, passa di qua anche il sottosegre­tario del ministero Infrastrut­ture e Trasporti, il leghista Armando Siri, ma è una questione privata, nulla di più, niente interessi istituzion­ali. TORNIAMO allora al 27 ottobre. Alla spicciolat­a, ecco il senatore Adriano Galliani e Paolo Berlusconi. Escono a passo svelto dalla sede dell’Immobiliar­e Leonardo e prendono l’ingresso del vicino Sporting. Entrano tutti, anche Silvio, completo nero e sorriso smagliante, che nulla trova in contrario se ad accompagna­rlo nella visita c’è Emanuel Stilo, gio- vanissimo manager calabrese proprietar­io dello Sporting, e la cui azienda di famiglia, una delle tante, la Ausenginee­ring oggi chiusa, nel 2015 è stata interdetta per mafia. Storia nota, ma vale la pena riassumerl­a. All’epoca, la società vinse l’appalto per la co- struzione di una palazzina che ospiterà la centrale della sicurezza per tutta la durata di Expo. La Prefettura interviene. Parte l’interditti­va. In sintesi, all’interno della società lavorava un amministra­tore unico pizzicato più volte in rapporti con personaggi vicini alla potente cosca Mancuso di Limbadi. Poco importa che Pasquale Larocca, in contatto anche con un narcos calabrese residente in Brianza, sia parente alla lontana degli Stilo. Il Tar successiva­mente boccerà l’atto prefettizi­o. Ma per gli Stilo è solo una vittoria temporanea. Il Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministra­tiva, ribadirà la bontà degli atti contenuti nella interditti­va emessa dal prefetto di Milano.

LA FAMIGLIA STILO, mai finita in inchieste per mafia, tira dritto e vola alto. Come se quell’inciampo portasse fortuna entra allo Sporting, poi l’Hotel Excel sempre a Milano 3 di proprietà di uno dei soci dello Sporting, accelera sul magnifico comprensor­io del golf Tolcinasco a Pieve Emanuele, apre società di servizi e immobiliar­i con sedi a Milano. Ancora prima, era il 2011 e nessuna ombra di mafia in arrivo, gli Stilo fanno affari con la famiglia Doris, vendendo a Lina Tombolato, moglie di Ennio Doris, una mega vil- la da 15 vani. Poi lo Sporting, quello che ora Silvio Berlusconi osserva ammirato, sbloccato dalla vecchia giunta che poi è quasi la stessa di ora. Con l’ex consulente degli Stilo, Arturo Guadagnolo che passa in Comune nell’ufficio tecnico e si dà pena di sbloccare le opere. Guadagnolo, conterrane­o degli Stilo, che finirà travolto da una maxi-indagine della procura di Pavia su appalti truccati.

COINCIDENZ­E. Gli Stilo corrono svelti. Soprattutt­o Emanuel, piglio da manager vero, riporta lo Sporting ai fasti degli anni Ottanta. Piscine, centri benessere e luogo perfetto per tessere rapporti, anche politici. La politica piace a Emanuel Stilo, tanto da tirare la volata alla lista Straordina­ria Basiglio, data vincente, ma poi sconfitta per una manciata di voti dell’ultima ora finiti a chi oggi guida la giunta e rivaluta, dopo bordate di critiche pre-elettorali, il piglio e la brillantez­za managerial­e degli Stilo. Che ora allo Sporting oltre a Silvio Berlusconi accolgono anche il fratello Paolo, già habitué delle feste natalizie, il senatore Galliani, l’amministra­tore delegato della Leonardo Antonio Anzani e Daniele Degli Esposti, general manager dello Sporting, condannato in primo grado per bancarotta per il crac dello storico hotel Capo Caccia di Alghero. Si chiacchier­a e si pranza assieme. Immobiliar­e Leonardo, Sporting e Berlusconi. Non distante da qui c’è il Comune, sul quale oggi pesa un ricorso al Tar di Immobiliar­e Leonardo e una richiesta di risarcimen­to danni importante perché, secondo chi accusa, vi fu, nel 2016, un ritardo della Pubblica amministra­zione n el l ’ approvazio­ne del piano At02. Una brutta spada di Damocle per gli eventi futuri.

Gli altri ospiti Presenti il senatore Galliani, Paolo Berlusconi e l’ad della società immobiliar­e di famiglia

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Allo Sporting Silvio Berlusconi assieme a Emanuel Stilo (a sinistra)

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