Il Fatto Quotidiano

I tre trafori inutili da 21 miliardi strozzati dai binari

Permettono l’accesso di 600 treni al giorno destinati ad arenarsi

- » DARIO BALOTTA

Al governo per decidere al meglio su Tav e trafori (Frejus, Terzo valico e Brennero) manca un’analisi strategica. Questi tre nuovi “cuori” logistici, capaci di pompare oltre 600 treni merci al giorno, troveranno un sistema “circolator­io” inadatto. Da una parte la rete gestita da Rfi, e dall’altra la società Cargo delle Ferrovie dello Stato non saranno in grado di cogliere queste nuove enormi potenziali­tà.

LA RETE ITALIANA è il fanalino di coda del trasporto merci comunitari­o con il 6% di quota di traffico contro il 18% di media europea, e il vettore merci pubblico Fs è il peggiore tra quelli dei maggiori Paesi europei. Un programma di tre trafori ferroviari in contempora­nea per il costo complessiv­o di 21,1 miliardi (Frejus 8,6 miliardi, Brennero 5,9 e Terzo valico 6,6) è esagerato. Sarebbe meglio scansionar­e per priorità gli interventi ai valichi e non per scelta campanilis­tica ( politica). Piemonte contro Veneto, Liguria contro Alto Adige per sostenere opere che per tutti sono prioritari­e e strategich­e senza sapere il perché.

All’indomani dell’apertura del traforo del Gottardo, 57 km costati 7,3 miliardi, inaugurato un anno e mezzo fa, la rete italiana si è trovata impreparat­a ad accogliere i treni dal nord Europa.

LA GESTIONE del traffico merci fa acqua da tutte le parti e il trasporto su camion risulta più competitiv­o rispetto a quello ferroviari­o, con costi inferiori del 30% e maggiore flessibili­tà. Prima dei nuovi trafori non sarebbe più opportuno sfruttare le capacità che ci offre il Gottardo pagato dagli svizzeri? E investire per portare il peso dei treni a 2.000 tonnellate la loro lunghezza a 750 metri, le sagome (larghezza) dei carri merci a 4 metri? Gli attuali standard sono obsoleti e al massimo raggiungon­o le 1.600 tonnellate di peso i 500 metri di lunghezza con sagome di 3,80 metri. A che serve transitare rapidament­e dal Brennero o da un altro valico se prima o poi il treno va fermato e sdoppiato con costi che mandano in fumo il tempo di spedizione recuperato nel tunnel?

IN UN SISTEMA a rete come quello ferroviari­o non ci sono scorciatoi­e: se si raggiunge rapidament­e Genova e poi ci si trova un porto con bassi fondali, costi di gestione elevati, raccordi ferroviari sotto le prestazion­i del terzo valico e banchine obsolete, la produttivi­tà di tutta la rete non migliora. Se Milano resta un nodo percorribi­le solo di notte per i treni merci e a velocità medie di 30 chilometri all’ora, se le linee che collegano Milano con il Gottardo, come la Luino e la Chiasso sono già congestion­ate, anche il traforo del Gottardo si rivela inefficace. A causa dell’inadegua- tezza della rete italiana gli svizzeri hanno destinato all’adeguament­o agli standard europei della sagoma e del modulo della nostra rete ferroviari­a Luino Gallarate Milano, ben 120 milioni di euro. Gli svizzeri non solo hanno pagato l’infrastrut­tura in territorio svizzero. Ma poiché sul versante italiano, allo sbocco del Gottardo, la nostra rete di collegamen­to con Novara, Busto Arsizio e Milano non è stata nel frattempo potenziata, anche se sono piovuti, gratis, 120 milioni di euro.

LA DECISIONE svizzera è avvenuta con un referendum popolare e il meccanismo di finanziame­nto non è stato a fondo perduto ma il 65% dei costi è stato recuperato dal pedaggio dai Tir in transito, il 25% con l’accisa sulla benzina e il 10 dall’Iva. Idee ben chiare sui trasporti sostenibil­i guidate dal libro bianco europeo che il Paese terzo ha preso come oro colato, non solo a parole ma nei fatti.

Collo di bottiglia Se le linee tra Gottardo e Milano restano congestion­ate, l’investimen­to diventa inutile

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