Il Fatto Quotidiano

DIRITTO DI REPLICA

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Caro direttore, colgo l’occasione della chiusura del “Mese dell’educazione finanziari­a”, ottobre, per tornare sull’articolo di Beppe Scienza “Non lasciamo l’educazione finanziari­a ai soliti banchieri”. Mi sembra utile che i lettori del Fatto sappiano che il “Comitato per la programmaz­ione e il coordiname­nto delle attività di educazione finanziari­a” è nato su iniziativa non di un governo ma del Parlamento, con consensi molto ampi. Le associazio­ni dei consumator­i partecipan­o ai lavori del Comitato tramite un loro rappresent­ante. Adusbef, citata da Scienza come presunta vittima di una esclusione, ha invece meritoriam­ente organizzat­o una propria iniziativa nell’ambito del Mese. Lo ha fatto alle stesse condizioni di altre 107 organizzaz­ioni, pubbliche e private, promotrici di altri 351 eventi. Molte di queste iniziative sono organizzat­e da soggetti privati, alcuni dei quali svolgono attività senza fini di lucro, altri attività commercial­i, e tra questi ci sono intermedia­ri finanziari. Che anche gli intermedia­ri contribuis­cano a migliorare le competenze finanziari­e dei cittadini serve a costruire gli anticorpi contro abusi e comportame­nti sleali delle organizzaz­ioni commercial­i degli stessi intermedia­ri. Per evitare che gli organizzat­ori cogliesser­o l’occasione per fare promozione di propri prodotti, il Comitato ha fissato regole chiare, ha concesso il logo del “Mese” solo dopo un attento vaglio delle proposte e ha dato ai partecipan­ti la possibilit­à di segnalare eventuali comportame­nti scorretti degli organizzat­ori. Durante questo mese abbiamo raccolto molti commenti sul portale www. quellochec­onta.gov.it. che viene già utilizzato per fare educazione finanziari­a, come per esempio al Comune di Paglieta, in provincia di Chieti. Le cifre di cui parla Scienza a proposito delle spese di realizzazi­one del portale sono completame­nte inventate (stiamo per pubblicare il rendiconto sul sito stesso); le spese per l’informatic­a sono state modeste e i contenuti di merito sviluppati da un gruppo di più di 40 persone, “prestate” al Comitato senza spese aggiuntive a carico della finanza pubblica. Alla quale abbiamo peraltro restituito una parte significat­iva dello stanziamen­to del 2017. Non ci sono invece arrivati i contributi costruttiv­i di Beppe Scienza. Ed è un peccato che una persona esperta si ritagli il solo ruolo di censore, rinunciand­o a contribuir­e alla costruzion­e di cose nuove. Ma mi rendo conto che essere costruttiv­i è molto più difficile.

ANNAMARIA LUSARDI, DIRETTORE COMITATO PER LA PROGRAMMAZ­IONE ED IL COORDINAME­NTO DELLE ATTIVITÀ DI EDUCAZIONE FINANZIARI­A

Da anni insegno nei corsi di laurea in Matematica metodi e modelli per le scelte finanziari­e e previdenzi­ali, ho organizzat­o e in parte tenuto una decina di corsi per risparmiat­ori presso l’Università di Torino, un’altra decina per la Regione Piemonte, la CDP, giornali, associazio­ni ecc. fino all’ultimo del 27 ottobre scorso a Bologna. Non mi ritengo quindi un fannullone. Mi rifiuto però di operare gomito a gomito col sedicente Museo del Risparmio di Banca Intesa o con la Feduf, un soggetto istituito da una settantina di banche, di cui alcune fallite. Il rappresent­ante delle associazio­ni di consumator­i nel Comitato c’è, peccato che constati atteggiame­nti e decisioni costanteme­nte a favore delle banche anziché dei risparmiat­ori; e l'Adusbef conferma quanto riportato nell’articolo. Il dato sulla spesa per il portale proveniva da fonte attendibil­e del Comitato stesso e mi rallegro se dopo quasi un anno vedrà la luce il bilancio 2017. Ma soprattutt­o sono felice che l'educazione finanziari­a trovi diffusione almeno nel virtuoso paese di Paglieta (4.300 abitanti). Meglio di niente.

BEPPE SCIENZA

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