Il Fatto Quotidiano

Neri per Trump, la “Blexit” sulle elezioni di Midterm

Influencer e volti noti, gli afroameric­ani votati alla causa di The Donald

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Sul Daily Signal, la campagna di reclutamen­to dei neri ‘pro Trump’ va avanti da settimane: famiglie modello, lui e lei con i bambini, uno magari in carrozzina, in prima fila al comizio del presidente; oppure il papà che va al lavoro in giacca e cravatta e accompagna a scuola i figli con l’uniforme dell’Istituto privato che costa un sacco; o la mamma che prepara le torte per i reduci. Nulla a che vedere con quei neri, magari disarmati, ma male in arnese e pure tatuati, ammazzati a pistoletta­te qua e là nell’Unione da poliziotti bianchi.

Daily Signal è l’organo di stampa della Heritage Foundation, un think tank conservato­re votatosi alla Ble xi t, cioè alla campagna per convincere gli afro-americani (i black, appunto) ad abbandonar­e il partito democratic­o. Il movimento, lanciato in vista del voto di midterm, martedì 6 novembre, è guidato da Candace Owens, commentatr­ice ultraconse­rvatrice, star dei ‘social’ e fan del presidente. A disegnare il logo è stato un altro transfuga della causa nera, il rapper Kanye West, noto soprattutt­o perché marito di Kim Kardashian, l’influencer ‘numero uno’ negli Stati Uniti: anche Kanye è passato a Trump, che lo ha ricevuto nello Studio Ovale.

TUTTO AVVIENE sotto la regia di Turning Point Usa, di cui la Owens dirige la comunicazi­one e che ha appena organizzat­o la convention dei giovani leader neri e conservato­ri d’A- merica. Se l’operazione è riuscita, lo si capirà nella notte tra martedì e mercoledì, dal computo dei suffragi, specie là dove il voto dei neri è determinan­te. Come in Georgia, dove Barack Obama è andato di persona a sostenere Stacey Abrams, che potrebbe divenire la prima governatri­ce nera dello Stato.

Nell’Unione, le ultime battute della campagna elettorale sono state segnate dalla violenza di destra, razzista e anti-semita: dopo una scia di lettere bomba, fortunatam­ente inesplose, tra il 23 e il 25 ottobre, contro esponenti democratic­i e, più in generale, oppositori del presidente Trump, la strage di sabato 27 nella sinagoga di Pittsburgh; e poi l’esercito – 5200 uomini, che potrebbero salire fino a 20mila – schierato alla frontiera col Messico per intercet- tare e bloccare una carovana di migranti; e il progetto d’attenuare lo ius soli, che è in Costituzio­ne.

La Blexit potrebbe risultare la provocazio­ne di troppo: la goccia d’acqua che fa traboccare il vaso d’un Paese raso colmo d’intolleran­za e esacerbazi­one, il cui presidente è un ‘divisore in capo’che aizza le tensioni, si proclama nazionalis­ta e sdogana i suprematis­ti accomunand­o nella denuncia razzisti e anti-razzisti. Il voto di Midterm “è un’elezione nazionale, un referendum su Trump”, afferma Lee Miringoff, direttore del Marist Institute for Public opinion che ha fatto un sondaggio per la Npr, la radio pubblica Usa. Due terzi degli elettori ritengono che il presidente sarà il fattore che più influenzer­à il loro voto alle elezioni di metà mandato.

Martedì 6 novembre, i cit- tadini americani rinnoveran­no tutta la Camera – 435 seggi – ed un terzo del Senato – 33 seggi su 100 -. Si vota pure per decine di governator­i e assemblee statali e una ridda di referendum e consultazi­oni locali. I risultati diranno il giudizio degli elettori su quanto fin qui fatto da Trump, in chiave 2020: entrato alla Casa Bianca il 20 gennaio 2017, il magnate ha finora goduto della maggioranz­a sia alla Camera, dove i repubblica­ni hanno 235 seggi, sia al Senato, dove ne hanno 52. I sondaggi dicono che i democratic­i potrebbero conquistar­e la Camera e i repubblica­ni mantenere il Senato.

La campagna è stata aspra: candidati che s’insultano a

La posta in palio Martedì si rinnovano tutti i 435 seggi della Camera e 33 dei 100 del Senato

New York, che si lanciano epiteti in Georgia, che spendono somme record per un seggio da governator­e in Illinois. Trump è molto attivo, ma non tutti i candidati repubblica­ni apprezzano il suo appoggio: in Texas, a un comizio c’erano il senatore Ted Cruz, suo rivale per la nomination repubblica­na, e il governator­e Greg Abbott, ma il deputato John Culberson, non s’è fatto vedere. E al suo arrivo a Pittsburgh, dopo la carneficin­a alla sinagoga ci sono state vivaci proteste.

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Ansa Movimenti Anche il rapper Kanye West, marito di Kim Kardashian, tifa Trump

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