Il Fatto Quotidiano

Quei soldi di Banks per la Brexit e l’ombra di Putin

L’inchiesta Il re delle assicurazi­oni versò 8 milioni di sterline per il “leave”. Ora dovrà dimostrare da dove venivano quei fondi

- » SABRINA PROVENZANI

Potrebbe essere Arron Banks l’anello debole della presunta collusione fra la Russia di Putin e diversi soggetti occidental­i, uniti nell’obiettivo di destabiliz­zare l’Unione europea. Self made man, re delle assicurazi­oni, Banks è ignoto alle cronache fino al 2014, quando versa 1 milione di sterline nelle case dell’UKIP di Nigel Farage, di cui condivide la crociata anti-europea. Tanto da diventarne il principale finanziato­re: 11 milioni in totale all’Ukip, quasi 9 alla campagna referendar­ia per lasciare l’Ue. Fin da subito emergono sospetti sull’origine di quei soldi. Giovedì scorso, dopo una lunga indagine, la Commission­e elettorale britannica annuncia le sue conclusion­i: Arron Banks non è la vera fonte degli oltre 8 milioni di sterline donati a Better for the Country, l’organizzaz­ione dietro la campagna Leave.Eu . Avrebbe anzi occultato i veri dettagli delle transazion­i finanziari­e dietro quei versamenti. “Ci sono numerose ipotesi di reato, alcune della quali al di là dei nostri poteri di indagine. Di conseguenz­a la Commission­e ha passato il caso e le prove in suo possesso alla National Crime Agency”. L’inchiesta diventa penale e, d’ora in poi, affidata ai poteri investigat­ivi della polizia.

SI CONFERMA L’OPAC ITÀ d el fronte del Leave, dei suoi finanziato­ri e, di conseguenz­a, dei possibili interessi non dichiarati dietro la campagna. Ad agosto, nel corso di un’intervista esclusiva al Fatto, l’attivista anti-Brexit Gina Miller ci aveva suggerito di cercare l’origine dei soldi di Banks nell’inchiesta sul Russiagate, la presunta interferen­za russa nelle elezioni americane del 2016 su cui indaga il Procurator­e Speciale Robert Muller negli Stati Uniti. Torna in mente l’immagine di Farage e Banks alla Trump Tower di New York, nel novembre 2016, sorridenti a fianco del neoeletto Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

È proprio la pista russa quella a cui la NCA potrebbe dare la priorità anche nell’indagine sui soldi di Leave.eu. A Mosca il mi- liardario inglese è legato innanzitut­to da motivi biografici: è sposato con la figlia di un alto funzionari­o statale russo.

E poi ci sono gli affari. Un’inchiesta di Channel 4 ha provato che, nel 2015, Banks aveva cercato di ottenere investimen­ti da Alrosa, compagnia mineraria russa, per sviluppare una miniera di diamanti in Lesotho. Pochi mesi dopo viene contattato dall’Ambasciato­re russo a Londra Alexander Yakovenko, ufficialme­nte per discutere l’acquisto di una miniera d’oro russa. Nel documento completo dell’offerta si parla di “opportunit­à esclusive” e del supporto di una banca vicina al Cremlino. Incontri ormai provati, dopo essere stati negati a lungo dalle parti coinvolte.

Alla fine quegli affari non si sarebbero chiusi, ma l’ipotesi è che quei contatti siano stati la copertura per altri tipi di scambi. Banks ha sempre negato di aver ricevuto denaro dai russi, ma ora dovrà provarlo.

Venerdì, un’altra notizia bomba, stavolta grazie al Daily Mail: nel 2016, quando era ancora Ministro degli Interni, Theresa May avrebbe bloccato un’indagine dei servizi di sicurezza proprio su Banks. Troppo esplosiva, nell’arroventat­o clima pre-referendum. Oggi, a cinque mesi dall’effettiva dell’uscita del Regno dall’Unione Europea, con l’esito dei negoziati ancora incerto e la tenuta della maggioranz­a sempre fragile, il fatto che l’inchiesta sia passata alla National Crime Agency alza drammatica­mente la posta.

ED ENTRANO IN GIOCO consideraz­ioni di real- politik. Mark Urban è il Diplomatic Editor del programma di approfondi­mento di BBC Newsnight e l’unico giornalist­a britannico in contatto con Sergei Skripal prima del suo avvelename­nto.

Dalle conversazi­oni con l’ex colonnello del GRU diventato informator­e dell’Mi6 è nato The Skripal Files, libro sul caso Skripal e sulle sue profonde ripercussi­oni politiche. Urban ha rivelato al Fatto l’esistenza di uno scontro in corso fra i servizi di intelligen­ce e Scotland Yard sulla gestione dei rapporti con la Federazion­e russa. Sotto la pressione di una opinione pubblica allarmata da un’operazione così spregiudic­ata in territorio britannico, la polizia avrebbe ricevuto il mandato di andare a fondo alle interferen­ze russe e di colpire beni e interessi russi in Gran Bretagna. I servizi premerebbe­ro invece per una rapida normalizza­zione reciproca, che consenta la ripresa delle attività di intelligen­ce, compromess­e dall’espulsione di “diplomatic­i” inglesi di stanza in Russia. Che il Grande Gioco continui.

Generoso Tra i principali donatori dell’Ukip di Farage, ora finisce nel mirino della National Crime Agency britannica

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LaPresse Amici Aaron Banks con Nigel Farage, volto dell’Ukip

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