Un militare per migrante ma la carovana di uomini, donne, bambini, è ancora a 2.500 chilometri dal confine più vicino
fucili d’assalto. Ma la spedizione non marcia all’unisono, ognuno cammina con il suo passo, qualcuno si ferma, altri fanno autostop, c’è persino un ragazzo con una Bmx gialla. I tir rallentano, qualcuno si aggrappa e ci salta sopra. Poi arrivano i furgoni per il trasporto di animali, che vengono riempiti di passeggini, mamme e bambini. Tutto sempre con la musica dei cellulari. Perché è un esodo, non solo una fuga, ma anche una celebrazione della vita che verrà. Anche parlando dell’uomo che potrebbe interrompere tutto questo non si ottiene che una battuta: “A Trump non piacciono i migranti clandestini – dice un ragazzo aggrappato alla balaustra di un camion cisterna – c’è solo una soluzione, ci deve regolarizzare tutti”.
Certo visto da Washington tutto questo deve avere un’altra forma. Domani gli Usa andranno al voto, si rinnova il Congresso e verranno eletti nuovi governatori. Sono le elezioni di midterm, un esame per Donald Trump. Parlando della carovana, l’inquilino della Casa Bianca utilizza “invasione” come parola d’ordine: “Sono in gran numero, non sono un innocente gruppo di persone”. Il comandante in capo del più grande esercito mai
MESSICO E NUVOLE
esistito al mondo, ha inviato ben sette mila militari, uno per migrante, sul confine: “Se dalla carovana tireranno una pietra risponderemo”. Sassi che dovrebbero essere lanciati lontano, oggi la carovana si trova a 2500 chilometri di distanza dal confine più vicino. Considerando che la carovana percorre 40/50 chilometri al giorno, servono due mesi di cammino prima che Trump trovi i suoi “mostri” al confine. Intanto domani ne potrebbe trovare altri al Cogresso.