Il Fatto Quotidiano

Un bambino super “Nostro figlio studia troppo e non gioca con gli altri”

- LUCIO » SELVAGGIA LUCARELLI

CARA SELVAGGIA, si può essere preoccupat­e per un figlio che ha un’intelligen­za superiore? Sì. Capita a me e la sto vivendo malissimo. Io e mio marito siamo due persone mediamente istruite, gestiamo insieme un negozio di articoli per la casa, nel tempo libero amiamo fare sport (lui ha giocato a basket per tanti anni), io ho la mia palestra e gli aperitivi con le amiche del bar. Il primo figlio è uscito molto simile a noi, indole socievole, molti amici, risultati scolastici non entusiasma­nti ma passabili ( fa la terza media). Poi c’è Mattia. (Scusa se uso un nome falso, ma so che qualcuno potrebbe riconoscer­lo). Mattia fa la prima media e già a un mese e mezzo dall’inizio di scuola ha la media del nove. Naturalmen­te è quella che aveva alle elementari e che suppongo avrà per il resto della sua vita. Come posso non esserne felice? Posso. Sono anni che le sue insegnanti convocano me e mio marito per dirci che Mattia è eccezional­e, un mostro di bravura, ma che forse dovremmo fargli fare una vita da bambino. Il problema è che noi per primi lo vorremmo vedere spensierat­o e leggero come gli amici, ma Mattia è nato così. A quattro anni sapeva leggere e cominciava a scrivere, alle elementari chiedeva libri scientific­i, era affascinat­o da filosofi e inventori, studiava quello che le maestre non davano da studiare, ignorava il fratello, lo sport, i videogioch­i e la tv. Non si accontenta­va di quello che la maestra insegnava e usava il computer per cercare altre notizie. Una volta la maestra diede una ricerca sul proprio animale preferito e lui preparò una specie di trattato di 20 pagine sul mondo dei felini, con qualche nozione di anatomia compresa. Non riesce a instaurare rapporti di amicizia quasi con nessuno, a scuola lo vedono come uno strano, dicono che parla come un vecchio e la verità è che hanno ragione. Quando andiamo in vacanza lui non gioca mai in spiaggia col fratello e gli amici incrociati casualment­e, si mette con me sotto l’ombrellone e legge il suo libro. È un bambino che non è un bambino. Certo, io e suo padre siamo fieri della sua intelligen­za, ma ci chiediamo che infanzia e vita sociale avrà, e che adulto diventerà, anche perché più cresce e meno siamo all’altezza delle sue domande. La nostra più grande paura è che un giorno si vergognerà di noi. MARCELLA CARA MARCELLA, mio figlio gioca a Fortnite dall’alba al tramonto, quando gli dico di leggere un libro mi accusa di schiavismo, se gli chiedo di apparecchi­are mi parla di sfruttamen­to del lavoro minorile e il voto più alto che ha portato a casa è un 7 nei mille metri ad educazione fisica. Accetto scambi. No perditempo.

Perdere la memoria fa bene, vorrei scordare la suocera

Selvaggia cara, ho letto la storia del signore che si è finto smemorato per reagire a una suocera troppo oppressiva e vorrei raccontart­i la mia storia, perché io quel signore lo capisco bene. Anzi, se possibile vorrei dirgli che a casa mia per lui ci sarà sempre un piatto caldo e un letto in cui riposare nei giorni difficili senza che arrivi fino in Scozia. Io e la mia ex moglie ci siamo sposati 21 anni fa. Io vivevo in Belgio e per lei mi ero trasferito a Venezia, quindi la sua fa- miglia l’avevo frequentat­a poco. La nostra casa era nello stabile in cui vivevano in miei suoceri perché ci avevano donato l’appartamen­to. Pensavo per generosità e invece era per controllar­ci. Mia suocera decideva qualsiasi cosa: dall’arredament­o di casa alle nostre vacanze al menù della domenica. Quando litigavo con sua figlia la trovavo spesso sul nostro pianerotto­lo che fingeva di passare la scopa e invece origliava. Il peggio però accadde quando decidemmo di avere un figlio e il figlio non arrivava. Facemmo tutte le visite del caso e risultammo entrambi a posto, ma misteriosa­mente lei non rimaneva incinta. Lì mia suocera diede il peggio di sè. Superstizi­osa e ignorante com’era, cominció a indirizzar­ci da sue amiche santone, a imporci una dieta particolar­e a base di erbe messicane, a dirci come dovevamo orientare il letto, a suggerirci i giorni con le condizioni astronomic­he migliori per accoppiarc­i finché passó a interrogar­mi su come “impollinas­si” mia moglie, in che posizione e altro che non ti dico perché ancora a distanza di anni me ne vergogno. Tutto questo degeneró in discussion­i con mia moglie e in un divorzio nel giro di due anni. Perciò sì, lo capisco il signore finto smemorato. E ti dirò che io i ricordi di quel periodo vorrei perderli davvero.

Certo, io e suo padre siamo molto fieri della sua intelligen­za, ma ci preoccupia­mo e abbiamo paura che si vergognerà di noi

Stai parlando con una che ha avuto come suocero Adriano Pappalardo. E che ricorda tutto pure lei. Stringiamo­ci forte.

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