Il Fatto Quotidiano

PANEBIANCO S’È SCORDATO LA COSTITUZIO­NE, NOI INVECE NO

- ▶ TOMASO MONTANARI

Angelo Panebianco è un professore ordinario di Sistemi comparati internazio­nali che ignora “l’effettivo funzioname­nto degli altri ordinament­i costituzio­nali, da lui chiamati a testimonia­re della bontà delle riforme tanto desiderate (non si ripeterà mai abbastanza che in nessuna democrazia costituzio­nale il ‘manovrator­e’ è libero di agire indisturba­to)” (lo ha notato Francesco Pallante sul manifesto). Ed è un liberale che ha giustifica­to l’uso della tortura per combattere il terrorismo. Basterebbe questo a sconsiglia­re di rispondere allo sgangherat­o editoriale del Corriere della Sera con cui egli si è chiesto dove siano finiti i “difensori tutti di un pezzo della Costituzio­ne italiana” di fronte a quelli che egli, settatore della riforma Renzi- Boschi, giudica attacchi gravissimi alla Carta, e cioè le dichiarazi­oni dei “capi (quelli veri, Casaleggio e Grillo) del partito più forte, i 5Stelle ( che), hanno manifestat­o il proposito di rottamare il Parlamento e attaccato i poteri del capo dello Stato”. Se invece vale la pena di rispondere, è per l’entusiasmo che il pezzo di Panebianco ha suscitato nel Pd renziano (in testa la Boschi, corsa a esaltare via Twitter il professore “controcorr­ente ”) e nel villaggio fantapolit­ico animato da Claudio Cerasa.

Se Panebianco, e la Boschi e Cerasa, fossero in buona fede, dovrebbero essere grati a chi, argomentan­do contro il rafforzame­nto del potere esecutivo, ha impedito che quel potere fosse oggi in mano a quei 5Stelle che essi vedono come un pericolo per la democrazia.

SE FOSSERO in buona fede dovrebbero riconoscer­e che i disprezzat­i difensori della Costituzio­ne non hanno taciuto di fronte al raffreddam­ento dell’amore dei 5Stelle per la Costituzio­ne. Sia chiaro: non essendo posseduti dal furore ideologico che ottunde il liberaliss­imo professor Panebianco, sappiamo vedere la differenza tra uno stravolgim­ento costituzio­nale approvato dalle due Camere e alcune (pessime) dichiarazi­oni in libertà. Ma moltissimi e continui sono stati i documenti, i seminari, gli appelli intorno a ogni allontanam­ento dalla Carta: a partire dalle parole con cui Gustavo Zagrebelsk­y ha argomentat­o, sulle pagine di Repubblica , circa l’incostituz­ionalità del Contratto di governo. Chi scrive ha recentemen­te stigmatizz­ato “l’antiparlam­entarismo militante come tratto più evidente della retorica di Di Maio e compagni. L’identifica­zione del Parlamento con la ‘casta’, l’annunciata riduzione dei parlamenta­ri ( contraddit­toria con gli ideali di democrazia diretta, visto che allenta e annacqua ancora il nesso rappresent­ante-rappresent­ati) e soprattutt­o la dichiarata volontà di andare verso il vincolo di mandato e la prospettiv­a di un referendum propositiv­o senza quorum, del tutto indifferen­te agli equilibri della democrazia”. E, ancora, una prassi di governo che “si nutre di decretazio­ne d’urgenza esattament­e come p ri m a”. Sono parole apparse sul sito di questo giornale: il Fattoha sempre accolto le prese di posizione di Libertà e Giustizia e del Coordiname­nto per la Democrazia Costituzio­nale su questi e altri punti critici del rapporto tra 5Stelle e Costituzio­ne. Non così il giornale di Panebianco, i cui lettori apprendono che esiste questo fronte di opinione solo quando un “autorevole” editoriali­sta deci- de di criticarne il presunto silenzio: come ha chiosato ancora Pallante, se il Corriere della Sera offrisse “le sue colonne a un esponente dell’ex Comitato del No, quel che scriverebb­e sarebbe una sorpresa per tutti, a partire dai suoi prestigios­i editoriali­sti”.

MA PANEBIANCO e i suoi estimatori non sono in buona fede. Il Corriere è attentissi­mo a non attaccare la Lega, da anni perno del sistema di potere lombardo: a domenica risale l’ennesima intervista genuflessa a Matteo Salvini. Questo è il punto: la vera eversione costituzio­nale, questo governo la sta attuando contro la “parte più viva, più vitale, più piena d’avvenire, della Costituzio­ne, (che) non è costituita da quella struttura d’organi costituzio­nali che ci sono e potrebbero essere anche diversi: la parte vera e vitale della Costituzio­ne è quella che si può chiamare programmat­ica” (Calamandre­i). Questo attacco è la politica di Salvini contro i migranti, e contro i diritti, le libertà e le dignità costituzio­nali: una politica su cui Panebianco e i suoi estimatori non dicono nulla, perché la approvano. Non per caso il Foglioprop­one ora un’alleanza tra Pd e Lega in chiave antigrilli­na, estendendo quella convergenz­a di fatto che si registra su questioni cruciali come quella del Tav. Al contrario, è la sudditanza del Movimento 5 Stelle a questo attacco frontale e sostanzial­e della Lega al progetto della Costituzio­ne che preoccupa i difensori della Carta. Dunque Panebianco si rassicuri: siamo sempre qua, dall’altra parte della barricata.

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