PANEBIANCO S’È SCORDATO LA COSTITUZIONE, NOI INVECE NO
Angelo Panebianco è un professore ordinario di Sistemi comparati internazionali che ignora “l’effettivo funzionamento degli altri ordinamenti costituzionali, da lui chiamati a testimoniare della bontà delle riforme tanto desiderate (non si ripeterà mai abbastanza che in nessuna democrazia costituzionale il ‘manovratore’ è libero di agire indisturbato)” (lo ha notato Francesco Pallante sul manifesto). Ed è un liberale che ha giustificato l’uso della tortura per combattere il terrorismo. Basterebbe questo a sconsigliare di rispondere allo sgangherato editoriale del Corriere della Sera con cui egli si è chiesto dove siano finiti i “difensori tutti di un pezzo della Costituzione italiana” di fronte a quelli che egli, settatore della riforma Renzi- Boschi, giudica attacchi gravissimi alla Carta, e cioè le dichiarazioni dei “capi (quelli veri, Casaleggio e Grillo) del partito più forte, i 5Stelle ( che), hanno manifestato il proposito di rottamare il Parlamento e attaccato i poteri del capo dello Stato”. Se invece vale la pena di rispondere, è per l’entusiasmo che il pezzo di Panebianco ha suscitato nel Pd renziano (in testa la Boschi, corsa a esaltare via Twitter il professore “controcorrente ”) e nel villaggio fantapolitico animato da Claudio Cerasa.
Se Panebianco, e la Boschi e Cerasa, fossero in buona fede, dovrebbero essere grati a chi, argomentando contro il rafforzamento del potere esecutivo, ha impedito che quel potere fosse oggi in mano a quei 5Stelle che essi vedono come un pericolo per la democrazia.
SE FOSSERO in buona fede dovrebbero riconoscere che i disprezzati difensori della Costituzione non hanno taciuto di fronte al raffreddamento dell’amore dei 5Stelle per la Costituzione. Sia chiaro: non essendo posseduti dal furore ideologico che ottunde il liberalissimo professor Panebianco, sappiamo vedere la differenza tra uno stravolgimento costituzionale approvato dalle due Camere e alcune (pessime) dichiarazioni in libertà. Ma moltissimi e continui sono stati i documenti, i seminari, gli appelli intorno a ogni allontanamento dalla Carta: a partire dalle parole con cui Gustavo Zagrebelsky ha argomentato, sulle pagine di Repubblica , circa l’incostituzionalità del Contratto di governo. Chi scrive ha recentemente stigmatizzato “l’antiparlamentarismo militante come tratto più evidente della retorica di Di Maio e compagni. L’identificazione del Parlamento con la ‘casta’, l’annunciata riduzione dei parlamentari ( contraddittoria con gli ideali di democrazia diretta, visto che allenta e annacqua ancora il nesso rappresentante-rappresentati) e soprattutto la dichiarata volontà di andare verso il vincolo di mandato e la prospettiva di un referendum propositivo senza quorum, del tutto indifferente agli equilibri della democrazia”. E, ancora, una prassi di governo che “si nutre di decretazione d’urgenza esattamente come p ri m a”. Sono parole apparse sul sito di questo giornale: il Fattoha sempre accolto le prese di posizione di Libertà e Giustizia e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale su questi e altri punti critici del rapporto tra 5Stelle e Costituzione. Non così il giornale di Panebianco, i cui lettori apprendono che esiste questo fronte di opinione solo quando un “autorevole” editorialista deci- de di criticarne il presunto silenzio: come ha chiosato ancora Pallante, se il Corriere della Sera offrisse “le sue colonne a un esponente dell’ex Comitato del No, quel che scriverebbe sarebbe una sorpresa per tutti, a partire dai suoi prestigiosi editorialisti”.
MA PANEBIANCO e i suoi estimatori non sono in buona fede. Il Corriere è attentissimo a non attaccare la Lega, da anni perno del sistema di potere lombardo: a domenica risale l’ennesima intervista genuflessa a Matteo Salvini. Questo è il punto: la vera eversione costituzionale, questo governo la sta attuando contro la “parte più viva, più vitale, più piena d’avvenire, della Costituzione, (che) non è costituita da quella struttura d’organi costituzionali che ci sono e potrebbero essere anche diversi: la parte vera e vitale della Costituzione è quella che si può chiamare programmatica” (Calamandrei). Questo attacco è la politica di Salvini contro i migranti, e contro i diritti, le libertà e le dignità costituzionali: una politica su cui Panebianco e i suoi estimatori non dicono nulla, perché la approvano. Non per caso il Fogliopropone ora un’alleanza tra Pd e Lega in chiave antigrillina, estendendo quella convergenza di fatto che si registra su questioni cruciali come quella del Tav. Al contrario, è la sudditanza del Movimento 5 Stelle a questo attacco frontale e sostanziale della Lega al progetto della Costituzione che preoccupa i difensori della Carta. Dunque Panebianco si rassicuri: siamo sempre qua, dall’altra parte della barricata.