Il Fatto Quotidiano

Dalla graticola al fai-da-te: l’addio alla base M5S

Una nuova “funzione” di Rousseau per presentare le liste alle Amministra­tive

- » PAOLA ZANCA

In principio fu la “graticola”. Chi voleva candidarsi con il Movimento doveva prima essere arrostito a fuoco vivo. Radiografi­a della vita precedente, attestazio­ne pubblica dell’aderenza ai principi del blog, test di resistenza alle ipotetiche corruzioni della vita pubblica. Queste camminate sui carboni ardenti duravano ore, lo streaming osservava impietoso e poco male se poi, qualche traditore, l’ha passata liscia lo stesso.

Erano gli anni degli esordi nell’amministra­zione e vigeva il precetto dell’uno vale uno: conta solo chi partecipa, è il meet up il termometro dell’attivismo. Ora il cambia- mento è arrivato anche qui. E alle prossime elezioni comunali, nel 2019, gli aspiranti sindaci saranno liberi dal fardello della comprovata militanza e pure dalla “bollinatur­a” della base. Bisognerà essere iscritti al Movimento, certo, ma “ogni iscritto certificat­o su Rousseau può presentare la propria candidatur­a” e “invitare altre persone ad aderire al ruolo di consiglier­i comunali o municipali”.

Funziona proprio così: Mario Rossi, iscritto certificat­o, si candida e invia a una serie di persone la notifica di “invito” a sostenerlo, presentand­osi come candidati nella lista in suo sostegno, ovviamente dimostrand­o di non avere carichi pendenti con la giustizia e sottoscriv­endo statuto e codice etico del Movimento. Una volta raggiunto il numero di persone necessarie a depositare la lista e garantita la parità di genere, si chiede la certificaz­ione al capo politico che, come noto, oggi è rappresent­ato da Luigi Di Maio. Op en Comuni, così si chiama la nuova funzione lanciata su Rousseau a inizio ottobre, è “un modello di partecipaz­ione democratic­o e senza intermedia­zioni”, per usare le parole di Enrica Sabatini, che è entrata a far parte dell’associazio­ne di Ca- saleggio dopo l’improvviso abbandono dell’eurodeputa­to David Borrelli. Una “rivoluzion­e” destinata a creare non pochi malumori nella base, già esonerata dallo strapotere del Capo politico che, col nuovo Statuto, può valutare “la com- patibilità delle candidatur­a con i valori e le politiche del M5S”. Ma quello che finora è stato un controllo ex post – furenti furono le polemiche per le esclusioni alle politiche del 4 marzo, in cui si aprì anche agli “esterni” per i collegi uninominal­i – ora perde anche il filtro dal basso. La regola dice che può essere certificat­a solo una lista per Comune: negli anni passati le beghe tra meet up– spesso ce n’è più d’uno per città – impegnavan­o gli esponenti del “nazionale” in faticose mediazioni al momento della formazione delle liste. Ora il rapporto con il territorio viene trasferito di peso sulla piattaform­a. La chiamano “libertà che diventa opportunit­à”.

L’ultima parola L’aspirante sindaco “invita” i potenziali consiglier­i La certificaz­ione finale è del “capo”

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“Open Comuni”La sezione della piattaform­a in cui ci si può candidare alle Amministra­tive 2019
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