Truffe, stupri, spaccio La prescrizione ‘salva’ i reati odiati da Salvini
A piede libero stalker, abusivi, chi raggira gli anziani e chi scatena le risse: l’autogol della Lega, che è contraria alla riforma
Prescrizione stoppata dopo il primo grado e in attesa dell’appello. Tempo e termini fermi. Obiettivo: evitare di perdere per strada processi e sentenze. Il Movimento 5 Stelle ci crede, vuole l’emendamento nel ddl Anticorruzione. Si sostiene: strumento giusto per evitare che “i furbetti della mazzetta” si salvino sempre in corner. Fa muro, invece, l’alleato Matteo Salvini. Il vicepremier leghista, trincerandosi dietro al rischio dei processi infiniti, boccia tutto. Fumata nera ancora ieri, con il premier Conte che però conferma: “La prescrizione è nel contratto di governo”. Eppure questa battaglia politica rischia di far perdere a Salvini consensi sul territorio mandando assolti gli autori di quei reati sui quali da sempre Salvini e la Lega tutta fa campagna elettorale. Dallo stupro alle risse per strada, dallo spaccio alle truffe agli anziani, e poi stalking, omicidi colposi, abusivismo. Insomma un brutto autogol. Escluso il reato di violenza sessuale con prescrizione fino a 15 anni, gli altri non superano i sette anni e mezzo, un periodo di tempo che con la lentezza dei processi italiani rischia di mettere la parola fine a decine di procedimenti. Soprattutto quelli cavalcati in questi anni dal Carroccio
PARTIAMO ALLORA dal reato più grave, quello che apparentemente dovrebbe essere fuori dal rischio prescrizione. E invece sono diversi ed eclatanti i casi di stupro finiti con una drammatica prescrizione. Ultimo in ordine di tempo, quello di Venezia. È il 21 ottobre 2017 quando un uomo che per oltre vent’anni, secondo il giudizio di primo grado, ha abusato della figlia, esce dal tribunale senza un giorno di galera alle spalle e una prescrizione sonante. I fatti risalgono al 1995, quando la figlia ha appena 8 anni. Violenze ripetute. L’uomo separato tiene la figlia durante i fine settimana. La stupra e la fa stuprare dagli “amici del bar”. Dieci anni la condanna di primo grado. Che non sarà mai confermata in appello perché una sentenza della Cassazione su un reato simile avvenuto in provincia di Napoli ha accorciato i tempi della prescrizione eliminando le cosiddette “aggravanti a effetto speciale”. Nello stesso anno, un altro caso di stupro prescritto scuote l’opinione pubblica. Avviene a Torino. E qui più che la prescrizione può la lentezza e la poca attenzione della macchina giudiziaria. Si tratta di un caso andato a sentenza in primo grado dopo ben quattro anni nonostante il giudizio fosse in abbreviato. Dopodiché, era il 2007, il fascicolo si perde per essere ripescato fuori tempo massimo e senza poter evitare la prescrizione. Protagonista una ragazzina che dopo aver subito violenze dal padre ne subisce altrettante nella comunità dove fu mandata. Solo nel 2002 denunciò il suo inferno. Sempre a Torino in una vicenda simile i magistrati della Corte d’appello furono costretti a “chiedere scusa al popolo italiano”.
STALKING E TRUFFE agli anziani sono altri due reati sui quali il rischio prescrizione resta comunque alto. Per entrambi i tempi di annullamento del reato sono di sette anni e mezzo. In particolare per lo stalking va detto che si proce- de a querela di parte. In via generale, questo tipo di reato viene perseguito dalle forze dell’ordine molto velocemente. Certamente, però, tutto dipende dalla difficoltà dell’inchiesta e comunque l’iter dei tre gradi di giudizio con una prescrizione sostanzialmente poco più alta del minimo previsto di sei anni non allontana il rischio. Lo stesso vale per le truffe agli anziani. Un reato che in molti, nelle forze dell’ordine, paragonano a una violenza sessuale. A pesare in questo caso è anche la denuncia della vittima, a volte ritardata, spesso assente a causa delle vergogna di ammettere di essere stata truffata. Al Tribunale di Bologna si è registrata anche una prescrizione per lesioni aggravate. Il contesto è di tipo politico e riguarda il pestaggio di un ragazzo da parte di quattro persone dell’area antagonista. Pestaggio avvenuto nel 2008 con processo fissato nel 2012. Cinque anni dopo, nel 2017, la stessa Procura chiese l’ar chiv iazi one per prescrizione. Questo reato, infatti, si prescrive in sette anni. Ed è un reato tipicamente da allarme sociale. Insomma risse e scazzottate, che spesso coinvolgono persone non comunitarie. Come anche lo spaccio di droga, altro elemento preso a bandiera da Salvini per scagliarsi contro il degrado sociale. Succede nelle grandi città come Roma e Milano. E rientra nella fattispecie dell’articolo 73 comma 4 e 5. Si tratta dello spaccio delle cosiddette droghe leggere. Pene fino a sei anni e prescrizione breve. Questo vale anche se si viene trovati in possesso di qualche chilo di marijuana.
A CAMPOBASSO uno spacciatore è stato prescritto, dopo che una interpretazione delle Sezioni Uniti della Cassazione ha fatto valere la linea della modica quantità. Il pusher aveva venduto più dosi anche a un minore, il quale però era vi- cino ai 18 anni. Altro elemento questo tenuto in considerazione dai giudici. C’è poi l’omicidio colposo, reato antipatico quando è declinato alle morti dei lavoratori in ambienti inquinanti. A questo si aggiunge spesso quello di disastro colposo. Esattamente le accuse rivolte agli indagati per la strage dell’hotel Rigopiano in Abruzzo (29 morti) durante il terremoto del gennaio 2017 e che ora, a indagine ancora aperta, rischia la prescrizione. Nel caso poi della Fibronit di Broni, il reato di disastro ( i n qu i n a m en t o di amianto) per tutto l’ex Cda era caduto per la prescrizione. Vi è, infine, il reato di abuso edilizio. In questo settore le prescrizioni arrivano a pioggia, ma, come spiegato dalla Cassazione, se il reato si prescrive, non si prescrive mai la demolizione della struttura abusiva.
Disastro colposo Anche Rigopiano rischia di essere archiviato, come accaduto per l’amianto della Fibronit