Il Fatto Quotidiano

Cos’è e come cambierebb­e

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LA PRESCRIZIO­NE è un istituto giuridico che determina l’estinzione di un reato, quando è passato un certo periodo di tempo, se nel mentre non si è arrivati a un giudizio definitivo: perché a distanza di molti anni dai fatti viene meno l’interesse dello Stato a punire la relativa condotta.

I TEMPI della prescrizio­ne variano da reato a reato, perché sono ancorati al massimo della pena prevista per ciascun reato. Quelli per i quali è previsto l’ergastolo invece non si prescrivon­o. A regolare la materia è l’articolo 157 del codice penale: stabilisce che la prescrizio­ne scatta, per ogni reato, quando è passato un periodo pari al massimo della pena stabilita dalla legge per ciascun reato (e comunque non inferiore a 6 anni per i delitti e a 4 per le contravven­zioni). Alcuni atti giudiziari interrompo­no la prescrizio­ne, ma senza poter mai superare il tempo stabilito, aumentato di un quarto per gli incensurat­i e in misura maggiore per pregiudica­ti e recidivi.

LA PROPOSTA del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede blocchereb­be il decorso dei tempi di prescrizio­ne una volta arrivati alla sentenza di primo grado. Il magistrato antimafia Nino Di Matteo ha proposto invece di fermare la prescrizio­ne nel momento della richiesta di rinvio a giudizio.

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