Il Fatto Quotidiano

L’effetto condono affossa le entrate tributarie. Le buste paga le rianimano

Nei primi nove mesi del 2018 volano anche gli incassi dei giochi

- » LUCIANO CERASA

L’effetto condono condiziona l’andamento delle entrate tributarie. Gli incassi dell’Erario dovuti agli accertamen­ti e ai controlli dell’Amministra­zione finanziari­a si sono attestati nei primi 9 mesi del 2018 a 7.160 milioni, 489 in meno dello stesso periodo dell’anno scorso. In percentual­e si tratta di una flessione del 6,4%, che diventa una voragine se si stringe l’obiettivo sui soli incassi affluiti dalle imposte dirette come l’I rpef: -17,5%.

IL DATO NEGATIVO viene in parte compensato dall’i ncremento (+8,5%) delle imposte indirette, Iva in testa. È lo stesso Mef a spiegare che “il risultato del periodo gennaio-settembre è stato condiziona­to dall’a nd am e nt o negativo del mese di agosto dell’anno corrente rispetto allo stesso mese del 2017 (-891 milioni di euro, pari a - 4 5 , 3 %) ”. Mancano infatti all’appello quest’anno le consistent­i entrate una tantumderi­vate da un’altra “definizion­e agevolata” delle controvers­ie tributarie, quella della rottamazio­ne delle cartelle introdotta nel 2016 che aveva già abbondante­mente prosciugat­o il magazzino degli accertamen­ti sui contribuen­ti infedeli ancora solventi, disposti (o costretti) a pagare. Adesso il governo gialloverd­e ci riprova, sperando di persuadere un’altra piccola parte d’inadempien­ti troppo choosyvers­o il fisco (per dirla con la professore­ssa Fornero), a versare il dovuto con lo sconto di sanzioni e interessi. Ma assestando un altro colpo alla credibilit­à dell’Erario e all’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate, che travolta da voluntary disclosure e rottamazio­ni ha ridotto i controlli non automatici, quelli cioè non effettuati dal computer, al lumicino.

In generale le entrate tributarie in questi primi nove mesi sono aumentate dell’1,8%, dove a fare la parte dei salvatori della patria sono ancora una volta i lavoratori dipendenti e i pensionati. Le ritenute Irpef alla fonte su stipendi e pensioni mostrano una crescita di 4.318 milioni (+ 3,9%). Il gettito dell’Ires (l’imposta sui redditi delle società) evidenzia invece una diminuzion­e di 1.744 milioni di euro (-9,8%), per effetto della riduzione di 3,5 punti percentual­i dell’aliquota prevista dalla legge di Stabilità per il 2016 e dell’applicazio­ne del cosiddetto super ammortamen­to contenuta nella manovra del 2017. Volano i rendimenti delle diverse forme pensionist­iche complement­ari e di conseguenz­a le imposte re- lative (+ 38,9%). Cresce il gettito delle imposte indirette, e in particolar­e dell’Iva (+ 3,7%), grazie soprattutt­o all’introduzio­ne del meccanismo dello split payment, che impone alle aziende della pubblica amministra­zione di trattenere l’imposta pagata sulle fatture e rigirarla direttamen­te allo Stato. Il decreto Dignità a luglio lo ha abolito per i profession­isti.

Crescono i versamenti del canone Rai (+3,4%, pari a 45 milioni di euro) e dell’imposta di bollo (+9,7% e 482 milioni di euro). Le entrate dei giochi nel 2018 ammontano a 10.715 milioni di euro con una variazione positiva di 410 milioni di euro (+4,0%), a testimonia­nza di un settore ancora florido e in costante espansione.

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