L’effetto condono affossa le entrate tributarie. Le buste paga le rianimano
Nei primi nove mesi del 2018 volano anche gli incassi dei giochi
L’effetto condono condiziona l’andamento delle entrate tributarie. Gli incassi dell’Erario dovuti agli accertamenti e ai controlli dell’Amministrazione finanziaria si sono attestati nei primi 9 mesi del 2018 a 7.160 milioni, 489 in meno dello stesso periodo dell’anno scorso. In percentuale si tratta di una flessione del 6,4%, che diventa una voragine se si stringe l’obiettivo sui soli incassi affluiti dalle imposte dirette come l’I rpef: -17,5%.
IL DATO NEGATIVO viene in parte compensato dall’i ncremento (+8,5%) delle imposte indirette, Iva in testa. È lo stesso Mef a spiegare che “il risultato del periodo gennaio-settembre è stato condizionato dall’a nd am e nt o negativo del mese di agosto dell’anno corrente rispetto allo stesso mese del 2017 (-891 milioni di euro, pari a - 4 5 , 3 %) ”. Mancano infatti all’appello quest’anno le consistenti entrate una tantumderivate da un’altra “definizione agevolata” delle controversie tributarie, quella della rottamazione delle cartelle introdotta nel 2016 che aveva già abbondantemente prosciugato il magazzino degli accertamenti sui contribuenti infedeli ancora solventi, disposti (o costretti) a pagare. Adesso il governo gialloverde ci riprova, sperando di persuadere un’altra piccola parte d’inadempienti troppo choosyverso il fisco (per dirla con la professoressa Fornero), a versare il dovuto con lo sconto di sanzioni e interessi. Ma assestando un altro colpo alla credibilità dell’Erario e all’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate, che travolta da voluntary disclosure e rottamazioni ha ridotto i controlli non automatici, quelli cioè non effettuati dal computer, al lumicino.
In generale le entrate tributarie in questi primi nove mesi sono aumentate dell’1,8%, dove a fare la parte dei salvatori della patria sono ancora una volta i lavoratori dipendenti e i pensionati. Le ritenute Irpef alla fonte su stipendi e pensioni mostrano una crescita di 4.318 milioni (+ 3,9%). Il gettito dell’Ires (l’imposta sui redditi delle società) evidenzia invece una diminuzione di 1.744 milioni di euro (-9,8%), per effetto della riduzione di 3,5 punti percentuali dell’aliquota prevista dalla legge di Stabilità per il 2016 e dell’applicazione del cosiddetto super ammortamento contenuta nella manovra del 2017. Volano i rendimenti delle diverse forme pensionistiche complementari e di conseguenza le imposte re- lative (+ 38,9%). Cresce il gettito delle imposte indirette, e in particolare dell’Iva (+ 3,7%), grazie soprattutto all’introduzione del meccanismo dello split payment, che impone alle aziende della pubblica amministrazione di trattenere l’imposta pagata sulle fatture e rigirarla direttamente allo Stato. Il decreto Dignità a luglio lo ha abolito per i professionisti.
Crescono i versamenti del canone Rai (+3,4%, pari a 45 milioni di euro) e dell’imposta di bollo (+9,7% e 482 milioni di euro). Le entrate dei giochi nel 2018 ammontano a 10.715 milioni di euro con una variazione positiva di 410 milioni di euro (+4,0%), a testimonianza di un settore ancora florido e in costante espansione.