“Attaccare i Tar, l’alibi facile della politica”
Il presidente della Associazione nazionale magistrati amministrativi
“La misura è colma”. Il presidente della Associazione nazionale magistrati amministrativi Fabio Mattei parla chiaro: “Siamo costantemente sotto attacco perché andiamo a sindacare atti che sono diretta emanazione della politica che cerca di scaricare la responsabilità su chi, applicando leggi spesso farraginose e contraddittorie, cerca solo di rendere giustizia. La villetta travolta a Casteldaccia dall’esondazione del fiume Milicia era abusiva. Ma c’era un ricorso al Tar... Quel giudizio era estinto per inattività delle parti fin dal 2011 e comunque non era stata accordata alcuna sospensiva: l’unica verità è che non è stata data esecuzione all’ordinanza di demolizione da parte di chi avrebbe dovuto farlo. E non è raro che accada perché i sindaci hanno paura di perdere consenso elettorale. Eppure è stato chiamato in causa il Tar. E non è la prima volta.
È l’ultimo episodio di una lunga serie, una cosa inaccettabile. Recentemente, ad esempio, è stata bollata come sentenza “smaccatamente” politica, la decisione del Tar di annullare il referendum indetto dalla Regione Veneto per la scissione di Mestre da Venezia. Ma il referendum – come ha reso evidente il dispositivo di quella sentenza che è comunque appellabile al Consiglio di Stato – era in contrasto con la legge, invadeva la competenza statale e, in ogni caso, la Regione aveva mal individuato la popolazione interessata dalla consultazione. Che c’entra parlare di decisione politica?
Ma una certa ostilità nei vostri confronti c’è sempre stata. L’ex premier Matteo Renzi era convinto che l’Italia non potesse più permettersi di essere una Repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso…
Sì, ricordo con rammarico quelle parole. Ma dare addosso ai giudici amministrativi è un’arma di distra- zione di massa per coprire inefficienze e spesso una gestione inadeguata del territorio. Il giudice viene vissuto con insofferenza, ma la sua unica funzione è quella di ripristinare la legalità favorendo lo sviluppo dell’economia e gli investimenti, anche stranieri. Eppure quando le sue risposte non piacciono, il giudice diventa il nemico. Ma questa insofferenza nei nostri confronti è un alibi. Però la macchina della giustizia è lenta, blocca le opere pubbliche all’infinito.
Si tratta di un altro falso mito: di tutte le aggiudicazioni solo il 2% è oggetto di ricorso e le sospensive accolte non superano lo 0,75% dei casi. Più in generale la giustizia amministrativa non teme rivali quanto ai tempi delle decisioni, grazie a strumenti che rappresentano un unicum anche in Europa; una sentenza breve può essere formulata anche in prima udienza e cioè dopo pochi giorni. I riti sui contratti pubblici sono velocissimi anche rispetto a controversie complesse. Non è colpa nostra se oggi la politica vive di annunci sui social e quindi sembra velocissima rispetto all’opera che tocca a noi.
Ma questi tempi sono ulteriormente comprimibili? No, altrimenti si rischia una giustizia sommaria.
Quale atteggiamento vi aspettate dal governo?
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato membro dell’organo di autogoverno della giustizia amministrativa. E dunque penso che abbia tutti gli strumenti per apprezzare il nostro lavoro.
Su quella villa non c’era alcuna sospensiva La verità è che non è stata data esecuzione all’ordinanza di demolizione