Il Fatto Quotidiano

“Mia madre cieca mi ha insegnato a guardare oltre”

- » DILETTA PARLANGELI

Capita di riconoscer­e a chi scrive un coraggio superiore alla media. Dipende da quanto si pensa che l’autore – di un libro, di una canzone – abbia investito di sé. Maldestro, con il nuovo album in uscita venerdì, rientra nella categoria. Lo ha intitolato

“Mia madre odia tutti gli uomini”:

“Come ha commentato? Mi ha detto che devo cominciare a darle la metà dei cachet, visto che parlo sempre di lei!” risponde.

Il cantautore da subito amato dalla c r i t i c a – P rem io Ciampi, De André, e il Mia Martini a Sanremo con “Canzone per Federica”– è cosciente di ciò che arriverà al pubblico. “Sapevo che prima o poi avrei dovuto fermare da qualche parte un pezzo della mia vita, un po’ come presentarm­i. Lo facevo anche prima, ma attraverso le storie degli altri. È un passo importante”. Passo al quale è arrivato anche grazie all’aiuto del produttore artistico Toketo Gohara (Capossela, Pagani, Brunori etc): “Il primo giorno di studio abbiamo solo parlato, anche se lui è uno che ti guarda negli occhi e capisce cosa vuoi. O almeno, per me è stato così. Mi ha chiesto: ‘Lo vuoi fare il disco della maturità?’. Ho annuito. ‘E allora devi parlare di te’”. Così è stato. Le dieci tracce vanno musicalmen­te in più direzioni, da chiare ispirazion­i fossatiane (“Lasciami qui”) a sferzate più blues (“Il seme di Adamo”), passando per intuizioni più genuinamen­te pop. Per quanto riguarda il contenuto, però, il filo rosso si chiama autobiogra­fia. La famiglia, gli amici di sempre, un po’ di dannazione che fa l’uomo ladro e ubriaco e la consapevol­ezza della costruzion­e di un amore che spezza le vene delle mani ( sempre per citare il maestro Fossati), sul ring di “Come due pugili”. E a proposito di mazzate, quel che faceva fare a botte a Maldestro a scuola, cioè i pregiudizi – “Ero uno scugnizzo, ma per difendere i secchioni, anche se non ero affatto d’a ccordo con loro”– sono le stesse cose che gli fanno ribollire il sangue oggi. “Sono cresciuto con mia madre cieca, abituato a vedere oltre le tradizioni, letteralme­nte”. Fa un esempio chiaro: “A casa mia mai un presepe, né un albero. Un anno andai a trovare mamma a casa sua e vidi che aveva un alberello di Natale nel corridoio, spoglio. Le dissi: ‘Ma’, metticele due palline, ché era l’addobbo più triste della storia!’. Mi rispose che non ca-

DIECI TRACCE Diverse le direzioni musicali, da chiare ispirazion­i fossatiane a melodie più blues, passando per intuizioni pop

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