5S-Lega contro l’altra manina del Salva-Visco
M5S e Lega accusano il Tesoro per la norma salva istituti e authority in manovra
Ormai la cosiddetta “manina” può a buon diritto sedersi ai banchi del governo. Sarebbe intervenuta anche sull’ultima norma contestata, quella che alza uno scudo a difesa delle banche e delle autorità di vigilanza prevista n el l’articolo della manovra sui rimborsi ai truffati di Etruria & C. Ieri M5S e Lega hanno accusato il Tesoro di aver voluto inserire all’ultimo il cavillo che ha fatto infuriare le associazioni dei risparmiatori. Facendo trapelare il nome: “È stato chiesto dal direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera”.
BREVE riassunto. Il governo ha deciso di stanziare 1,5 miliardi per rimborsare gli ex azionisti di banca Etruria, Marche, Carife e CariChieti e delle due popolari venete nella misura del 30% del danno subito e con un tetto a 100 mila euro. Nel testo dell’articolo della legge di Bilancio, però - ha rivelato il Fatto - è stato inserito un sub-comma che impedisce, a chi accetta il rimborso, qualsiasi azione di rivalsa contro le banche nate sulle ceneri di quelle finite in dissesto (Ubi per le quattro, e Intesa per Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e gli organismi di controllo, cioè Consob e Bankitalia le cui responsabilità nella mancata vigilanza stanno emergendo nei tribunali. Una sanatoria per chiudere la stagione delle crisi bancarie. Lo scudo rende impossibile riva- lersi in sede giudiziaria del restante 70%. Norma che non era prevista nei ristori per gli obbligazionisti previsti dal governo Renzi.
Ieri le associazioni dei risparmiatori ne hanno chiesto conto infuriate ai sottosegretari Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (M5S), che avevano lavorato al testo, in un convulso incontro al ministero dell’Economia. I due hanno spiegato che la norma non doveva essere inserita e verrà tolta. Perché allora è comparsa? La spiegazione fornita è che il testo iniziale non la prevedeva, ma è stata aggiunta all’ultimo dal Tesoro che aveva sollevato dubbi. Diversi presenti dicono di aver sentito Bitonci dire che a chiederla è stato “il dg del Tesoro Rivera”, disattendendo, a quanto pare, la linea politica.
Il pasticcio rischia di mettere in serio imbarazzo il governo. 5Stelle e Lega giurano che sarà cambiata. “Non sarà più tollerata la solita manina del Mef, che all’insaputa del governo cambia arbitrariamente le carte in tavola. La stesura originaria nella legge di Bilancio, che non contemplava l’esonero di responsabilità dei banchieri, Consob e Bankitalia, sarà ripristinata”, ha attaccato ieri il senatore M5S, Elio Lannutti. Le associazioni non si fidano e hanno chiesto che a garantire lo stop siano direttamente Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Quest’ultimo, previsto all’incontro, ha significativamente disertato per impegni urgenti. Il governo tace. La partita non è chiusa.
LA VERSIONE del Tesoro è diversa. Nell’interlocuzione con Villarosa, Rivera avrebbe chiesto la norma con una motivazione che riguarda le popolari venete, liquidate e regalate a Intesa con un contributo pubblico: evitare che gli azionisti facessero causa agli istituti in liquidazione per poi vedersi pagare con i fondi destinati invece a rimborsare il prestito statale. Costringendo i commissari liquidatori a opporsi in sede giudiziale, con il rischio di contenziosi infiniti (e rimborsi incerti).
Il malumore degli alleati,
Sotto i riflettori Nel mirino il dg Rivera Gli alleati: “Sarà tolta” L’ennesimo scontro con i tecnici di Tria
soprattutto tra i 5Stelle, è anche l’ultimo episodio dello scontro con i tecnici del ministero guidato da Giovanni Tria, che ha promosso Rivera, capo della Direzione banche sotto Padoan, a direttore generale contro il parere dei grillini. Lo scontro si è acuito durante la manovra, con i tecnici del Tesoro a fare argine alle richieste degli alleati. M5s vuole anche le dimissioni del capo di gabinetto Roberto Garofoli.