I mafio-massoni nigeriani, criminali a colpi di machete
“Nonauguro a nessuno, nemmeno ai responsabili del crollo del ponte, di soffrire quello che stiamo soffrendo noi. Noi non vogliamo vendetta. Ma giustizia sì”. Egle Possetti nel crollo del Morandi ha perso la sorella Claudia, i due nipoti, e il cognato. La sua famiglia è stata inghiottita la mattina del 14 agosto nella voragine che si è aperta sotto le ruote della loro auto. Egle ha la voce piana, lenta mentre cerca di raccontare cosa sta passando oggi: “Va a giorni. Ci sono momenti che mi pare di farcela, poi d’improvviso, magari mentre sto lavorando, mi prende il pensiero e sento una fitta fortissima. Nei giorni scorsi era il compleanno di mia sorella e di mia nipote. E poi è arrivato il momento di svuotare la loro casa...”. Egle Possetti racconta di aver smesso di guardare i telegiornali perché ogni immagine del ponte le riaccendeva il dolore. Malei è sempre stata impegnata, ha fatto politica, così oggi segue il dibattito sulla prescrizione: “Ho sempre creduto in uno stato democratico, ma se chi ha sbagliato non paga per le proprie responsabilità non esiste più una comunità. Non c’è più la giustizia e non ci sono regole. Ripeto: servono pene esemplari anche perché una tragedia come questa non capiti più e chi deve vigilare lo faccia. Non ho desiderio di vendetta e il desiderio di vedere puniti i colpevoli non può diventare lo scopo della nostra vita. Nessuno ci restituirà le persone che abbiamo amato, è un dolore troppo grande. Non lo auguro a nessuno”.