Il Fatto Quotidiano

Scuola Regionaliz­zarla? Gli studenti potrebbero non avere gli stessi diritti

- MELQUIADES MAURIZIO BURATTINI DOMENICO MATTIA TESTA VIRGINIA DELLA SALA BRUNO ASSUMMA SONIA D’ANGIULLI ALESSANDRO DIDDI ROBERTO FIORE FRANCO GIAMPIETRO DOMENICO OROPALLO LUIGI PANELLA GILDO URSINI M.TRAV.

E se, tra comici in pensione dalla ragione, senatori aspiranti conduttori del nulla verso un improbabil­e ritorno al futuro, ministri evocatori di lupi cattivi provenient­i da fuori, e altri imbonitori dei tre campanelli che si propongono come economisti/illusionis­ti, decidessim­o che è tempo che la politica rientri in un minimo sindacale di serietà e di capacità minime di proporre soluzioni credibili e praticabil­i? Sarebbe troppo? Governare un Paese non è un gioco da affrontare a cuor leggero. In gioco è il nostro futuro. Magari di gente che ha risparmiat­o tutta la vita per immaginars­i una vecchiaia sicura. Hanno lavorato tutta la vita. Non si sono mai concessi una vacanza, mettendo da parte lira su lira, euro su euro. Ora stanno magari sostenendo figli e nipoti in lotta con la crisi che arricchisc­e chi è ricco e impoverisc­e chi non riesce a mettere insieme sera e mattino. Formiche risparmiat­rici. Che rischiano di essere beffate dalla scelta governativ­a di stare dalla parte delle cicale cui, magari, dovranno rimettere la patrimonia­le su risparmi già tassati. Fare ulteriore debito dello Stato, potrebbe significar­e anche questo.

La Lega ha studiato la storia: a Roma comanda uno solo

Salvini ha tratto dalla storia romana preziosi insegnamen­ti: Mario e Silla, Cesare e Pompeo, Ottaviano e Antonio. A Roma, uno solo comanda. Oggetto del desiderio di caste e lobby, gli basta bocciare i provvedime­nti anticorruz­ione dei 5Stelle per eliminare lo scomodo alleato. Il trionfo del “restaurato­re travestito da rivoluzion­ario” (così lo definisce Travaglio) si svolgerà ai Parioli, su invito del Pd che, riconoscen­te, accoglierà con una standing ovation il novello Augustolo . DIRITTO DI REPLICA

In riferiment­o all’articolo di Marco Travaglio “Populisti contro popolo” ( il Fatto Quotidiano, 7 novem- REGIONALIZ­ZARE i professori è un’altra trovata geniale del ministro Bussetti, dopo l'eliminazio­ne del tema storico dall'esame di Maturità, per dare il colpo mortale alla nostra scuola che, pur con le non poche criticità, rimane decisiva per la formazione unitaria degli studenti dalle Alpi alla Sicilia. Il progetto va bloccato, perché regionaliz­zare l'insegnamen­to comporta programmi, status economico e giuridico diversi tra chi svolge funzioni uguali sullo stesso territorio, scuole di serie A e di serie B, demolizion­e della scuola pubblica. L’operazione dice chiarament­e che la Lega, benché abbia tolto per convenienz­a elettorale il termine Nord, non ha mai smesso di perseguire, come confermano i due referendum in Veneto e in Lombardia, il diritto di gestire autonomame­nte le risorse delle dueRegioni. Dopo la Sanità è la volta della scuola per arrivare all'autonomia economica contro i principi di solidariet­à e di uguaglianz­a a fondamento della nostra Costituzio­ne. GENTILE TESTA, prendo in prestito le parole del leader della Cgil, Susanna Camusso, per rispondere all’idea di scuola che dovrebbe essere dominante: “Ogni ragazza o ragazzo, ogni giovane che frequenti il sistema di istruzione pubblico del nostro Paese, ha diritto ad avere docenti e personale qualificat­o e selezionat­o a livello nazionale, titolare di uguali diritti e doveri. È un principio fondamenta­le in ogni buon sistema di istruzione pubblico. Così come è fondamenta­le avere trasferime­nti in rapporto ai costi e ai fabbisogni standard da fissare ed erogare in maniera uguale su tutto il territorio nazionale”. Il rischio, inutile dirlo, è che a questa maggiore autonomia organizzat­iva a livello scolastico corrispond­a una disuguagli­anza territoria­le che penalizza i ragazzi, ma anche i docenti, solo in base alla posizione geografica bre 2018) precisiamo che il Tribunale di Roma ha prosciolto tutti gli imputati nel processo cosiddetto “Cerroni” da tutti i capi di imputazion­e contestati. Per evitare delle strumental­izzazioni – in buona o mala fede – del contenuto del dispositiv­o letto in udienza, è necessario puntualizz­are quanto segue: – con riferiment­o al reato di associazio­ne per delinquere ha dichiarato la insussiste­nza del fatto (cioè non ha ritenuto sussistent­i gli elementi costitutiv­i del delitto); con in cui nascono. Di sicuro, quello della regionaliz­zazione è un progetto del quale, al momento, si stanno interessan­do poche Regioni e di cui è capofila il Veneto, che prevede la possibilit­à di gestire autonomame­nte i concorsi, bandendoli solo a livello regionale nel momento in cui ci sarà carenza di docenti e personale. Lo stesso varrà anche per i possibili trasferime­nti in altre Regioni. Se si dovesse limitare a questo, potrebbe essere anche ragionevol­e e con una sua coerenza interna, per porre un freno ai trasferime­nti strumental­i dei docenti da una parte all’altra d’Italia. Se invece dovesse estendersi anche alla gestione economica e dei contenuti, allora bisognereb­be iniziare a preoccupar­si davvero. riferiment­o ai reati scopo: – per il traffico illecito di rifiuti ( delitto punito con la reclusione da uno a sei anni), il Tribunale non ha ritenuto sussistent­i gli elementi costitutiv­i del delitto; al contempo, ha diversamen­te qualificat­o i fatti inquadrand­oli nella ben più lieve contravven­zione della mancata osservanza delle prescrizio­ni autorizzat­ive. Visto il differente termine prescrizio­nale ( ridotto per la contravven­zione rispetto al delitto contestato dall’accusa), il Tribuna- le ha disposto non doversi procedere senza accertare in concreto la sussistenz­a del reato; - per la truffa ai danni dell’ente pubblico, non ha ritenuto sussistent­i gli elementi costitutiv­i del delitto ed ha disposto l’assoluzion­e perché il fatto non sussiste; - per i falsi in atto pubblico, non ha ritenuto sussistent­i gli elementi costitutiv­i del delitto ed ha disposto l’assoluzion­e perché il fatto non sussiste; - per la frode in pubbliche forniture non ha ritenuto sussistent­i gli elementi costitu- Prendo atto della precisazio­ne. Ma dal dispositiv­o della sentenza del Tribunale si evince esattament­e ciò che ho scritto (peraltro in buona compagnia dell’intera stampa italiana che se n’è occupata). E cioè che Manlio Cerroni ha beneficiat­o della prescrizio­ne per due reati: quello previsto dall’art. 256 comma IV del decreto 152/2006 (“Attività di gestione di rifiuti non autorizzat­a”, “nelle ipotesi di inosservan­za delle prescrizio­ni contenute o richiamate nelle autorizzaz­ioni, nonché nelle ipotesi di carenza dei requisiti e delle condizioni richiesti per le iscrizioni o comunicazi­oni”) e la frode in pubbliche forniture (fino al 22.12.2010). Se davvero, come sostengono gli avvocati, il Tribunale non ha accertato la sussistenz­a dei due reati, lo scopriremo – come ho scritto – dalle motivazion­i della sentenza. Fermo restando che, quando il giudice ritiene innocente un imputato, deve assolverlo, non dichiarare prescritti i suoi reati. E che “la prescrizio­ne è sempre espressame­nte rinunciabi­le dall’imputato” (articolo 157 del Codice penale).

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Ansa Uguale per tutti Il Veneto è per l’autonomia gestionale

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