Il Fatto Quotidiano

Il ministro alla Giustizia in pectore dava consigli a una società-truffa

Trump lo ha scelto per sostituire Jeff Sessions e disinnesca­re il Russiagate

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Èmesso lì per tappare un buco, perché James Sessions, il segretario alla Giustizia più bistrattat­o dal suo presidente nella storia dell’Unione, mercoledì sera s’è dimesso su richiesta, o meglio ingiunzion­e di Donald Trump, che non vedeva l’ora di cacciarlo con il suo iconico You’re fired!. Ma Matthew G. Whitaker, 49 anni, potrebbe pure restarci, su una delle poltrone più scomode dell’Amministr azione Trump, se farà bene il ‘ lav oro sporco’ che il presidente potrebbe chiedergli. Whitaker sovrintend­e ora all’inchiesta sul Russiagate, l’intreccio di contatti tra la ‘ campagna Trump’ del 2016 ed esponenti del Cremlino: l’indagine, condotta dal procurator­e speciale Robert Mueller, rischia di condurre il presidente all’ ‘impeac hment’, specie adesso che i democratic­i controllan­o la Camera. È infatti, la Camera che decide se mettere sotto accusa il presidente, mentre è il Senato che pronuncia il verdetto. Scomodo, ma ambito il posto che fu di Sessions e che ora è di Whitaker. Infatti, già circolano nomi di aspiranti a occuparlo in pianta stabile: l'ex governator­e del New Jersey Chris Christie, candidato di profession­e – alla nomination repubblica­na e poi a tutti i posti dell’Amministra­zione Trump, senza riuscire ad acchiappar­ne nessuno - e il ministro della Giustizia della Florida Pamela Bondi.

Ma Christie e la Bondi rischiano d’incontrare ostacoli per la conferma della nomina in Senato, a partire dalla vicinanza troppo stretta con il presidente. Christie, 56 anni, guidò il transition team dopo l’elezione di Trump; ed è stato coinvolto in diversi scandali nell'ultima fase del suo mandato di governator­e del New Jersey. Bondi, 52 anni, acquisì notorietà per i soldi, almeno 25 mila dollari, ricevuti in regalo dalla Fondazione Trump durante la campagna 2016 per la sua rielezione.

WHITAKER INVECE, non ha scheletri nell’armadio o – almeno – nessuno glieli ha ancora cercati e scoperti: 49 anni, è laureato in legge ed era il capo di gabinetto di Sessions: è quindi aggiornato su tutte le pratiche che il ministero sta gestendo. In un articolo di settembre, quando il destino di Sessions era già segnato, il New York Times lo descrive come “leale” a Trump.

Il segretario alla Giustizia ‘ad interim’ aveva già lavorato per il Dipartimen­to dal 2004 al 2009, quand’era presidente George W. Bush, come procurator­e federale nel Southern District dello Iowa, il suo Stato, e aveva poi esercitato la profession­e di avvocato e fatto l’uomo d’af far i. The Guardian ricorda che Whitaker era fra i consulenti della World Patent Marketing, una società accusata d’avere truffato milioni di dollari agli aspiranti inventori suoi clienti e che, a maggio, è stata condannata a pagare indennizzi per 26 milioni di dollari.

Il neo-ministro non è estraneo alla politica: nel 2014, corse alle primarie repubblica­ne per un seggio di senatore dello Iowa, ma fu sconfitto. A Whitaker deve ora riferire il procurator­e Mueller, che fino a ieri faceva capo al vice di Sessions, Rod Rosenstein, perché il segretario s’era ‘chiamato f uo r i’ dal Russiagate – un a mossa che Trump non gli ha mai perdonato -. Per il momento, Rosenstein, un altro che il presidente non può soffrire, resta al suo posto, ma ‘depotenzia­to’. I democratic­i hanno già chiesto che Whitaker si ricusi dal ruolo, segnalando conflitti d’interesse potenziali. Nancy Pelosi, leader dell’opposizion­e alla Camera, denuncia “un tentativo d’insabbiare il Russiagate”.

NEL 2017, poco prima di tornare a lavorare per il Dipartimen­to della Giustizia, Whitaker scrisse un articolo in cui sosteneva che l’inchiesta di Mueller stava andando “troppo lontano”, definendol­a “un linciaggio”. Per Whitaker, la nomina di un procurator­e indipenden­te è “un codardo tentativo di segnare punti politici con poco sforzo”.

Fiutando l’aria, il team di Mueller avrebbe già iniziato a stilare il rapporto finale dell’inchiesta. Secondo una fonte della Cnn “vicina alle indagini”, le dimissioni di Sessions indurrebbe­ro Mueller a stringere i tempi, prima d’essere a sua volta “vittima” del magnate. Mentre a Washington è tempesta sul Russiagate, Mosca insiste a tenersene fuori e a sostenere che la storia non la tocca: “Questa indagine è un mal di testa delle nostre contropart­i americane e non ha assolutame­nte nulla a che vedere con no i”, dice il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.

L’inchiesta è un linciaggio e la scelta di un procurator­e indipenden­te è un codardo tentativo di segnare punti politici con poco sforzo MATTHEW G. WHITAKER

(2017) La stangata

Il legale era fra i consulenti della World Patent M. che raggirava gli aspiranti inventori

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AP Fedelissim­o Matthew G. Whitaker
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