Rai-Freud, scissa tra fotoromanzo dei Medici e storia della mafia
Ipalinsesti del martedì sera illuminano a meraviglia il rapporto del servizio pubblico con la storia. Su Rai1 va in onda il fumeggiato sui Medici e Lorenzo il Magnifico, dove l'unica cosa vagamente vera sono i titoli di coda; mentre su Rai Storia è arrivata Maxi, il grande processo alla mafia, docufiction che ricostruisce una delle pagine più drammatiche del nostro passato recente. Come dire: la riflessione sul presente riservata a pochi eletti, per la gran massa il Rinascimento formato fotoromanzo. Pre- messo che un servizio pubblico dovrebbe fare l’esatto contrario, Maxiè un tentativo riuscito a metà, esito forse inevitabile per un esperimento che assembla le immagini originali del processo a Cosa Nostra con la narrazione di un immaginario cronista televisivo (ormai lo storytelling è diventato un obbligo mediamente al limite, come il porto d’armi di Verdone). Da una parte si rivedono Michele Greco, Tommaso Buscetta, Pippo Calò e Totuccio Contorno sfilare davanti al Pool di Falco- ne e Borsellino; dall’altra il mezzobusto Rai finalmente a figura intera che prende appunti, fuma come un turco. beve un caffè dietro l’altro e passeggia con aria sofferta sotto il cielo di Palermo come fosse il tenente Sheridan. Capiamo l’ansia di riscatto (anche noi giornalisti Rai sappiamo cos’è una notizia), tuttavia il confronto tra archivio e ricostruzione è inevitabilmente impari. Ma se l’alternativa è Lorenzo il Magnifico che fa concorrenza a Ridge di Beautiful, viva il tenente Sheridan.