Il Fatto Quotidiano

Dagli incarichi Asl al rapporto con Raffaele Ventinove mesi vissuti pericolosa­mente

Le inchieste che hanno segnato, fin dal 2016, la giunta pentastell­ata

- » ANDREA MANAGÒ

Quasi tutti i 29 mesi di Virginia Raggi al governo del Campidogli­o sono stati scanditi da una serie di inchieste che la hanno riguardata in prima persona o che hanno comunque coinvolto manager e funzionari da lei nominati.

ELETTA il 19 giugno del 2016 dopo il ballottagg­io, la sindaca è arrivata a Palazzo Senatorio con la necessità di affrontare subito l’indagine della Procura di Roma – rivelata due giorni prima dal Fatto – sulle dichiarazi­oni da lei effettuate quando, in veste di consiglier­e comunale M5s nella consiliatu­ra di Ignazio Marino, aveva dovuto comunicare gli incarichi legali svolti per conto della alla Asl Roma F di Civitavecc­hia nel 2012 e 2014. Due consulenze come avvocato per il recupero di alcuni crediti da un medico debitore, deceduto nel frattempo, per un totale di 13 mila euro: la Raggi aveva dichiarato la prima quando aveva ricevuto l’acconto di 1.878 euro (unica somma percepita) nel 2015, ma non la seconda. Tre mesi dopo, il 27 settembre 2016, la sua posizione è stata archiviata dall’accusa di falso. Secondo la Procura i moduli che aveva dovuto compilare erano poco chiari. Passano solo tre mesi quando il 16 dicembre 2016, Raffaele Marra, capo del Personale in Comune dopo aver ricoperto nei mesi precedenti il ruolo di vicecapo di gabinetto vicario della sindaca, viene arrestato per corruzione in concorso con l’immobiliar­ista Sergio Scarpellin­i. Appena tre settimane, il 9 gennaio 2017, è direttamen­te la Raggi ad essere iscritta sul registro degli indagati per le nomine – realizzate tramite un interpello nell’ottobre 2016 – di Renato Marra, fratello di Raffaele, promosso da vicecapo della polizia municipale alla Direzione Turismo del Campidogli­o (con un aumento stipendial­e di circa 20 mila euro) e di Salvatore Romeo. Il secondo, funzionari­o comunale elevato a capo della segreteria politica passa dai 39 mila a 110 mila euro, poi ridotti a 93 mila a seguito dei rilievi formulati dall’Anac. La Raggi inizialmen­te viene in- dagata per falso e abuso d’ufficio (in concorso con Raffaele Marra) per la nomina alla Direzione Turismo, mentre per l’altra vicenda risponde solo di abuso d’ufficio in concorso con Romeo. Nel corso di un primo interrogat­orio fiume, durato 8 ore, la sindaca respinge le accuse che gli vengono mosse dalla Procura.

La prima grana L’omessa dichiarazi­one delle consulenze svolte quando era consiglier­a d’opposizion­e

TRASCORRON­O altri quattro mesi di indagini e a giugno dello scorso anno il procurator­e aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio depositano gli atti contestand­o alla prima cittadina il reato di falso documental­e in relazione alla

nomina di Renato Marra e per abuso d'ufficio per la questione Romeo.

Il passaggio centrale dell’accusa: la Raggi ha dichiarato per iscritto a Mariarosa Turchi, responsabi­le dell’Anticorruz­ione in Campidogli­o, che nelle nomine della macrostrut­tura Raffaele Marra ha eseguito pedissequa­mente le sue determinaz­ioni, mentre le chat acquisite agli atti per i pm raccontere­bbero una versione diversa dei fatti.

Anche nel secondo interrogat­orio, a metà luglio, la Raggi ribadisce di aver agito nel rispetto delle regole. Arriva il 28 settembre 2017 e la Procura chiede il rinvio a giudizio della sindaca per falso in relazione alla nomina di Renato Marra mentre sollecita l’archiviazi­one – arrivata per infondatez­za del reato il 20 febbraio 2018 – sulla vicenda di Romeo.

DOPO L’ISTANZA dei legali della difesa di giudizio immediato, il processo per falso inizia il 21 giugno di quest’anno. Nelle aule di piazzale Clodio sfilano come teste nomi di peso della giunta capitolina, dal vice sindaco Luca Bergamo agli assessori Daniele Frongia e Adriano Meloni. E naturalmen­te viene nuovamente ascoltata la sindaca, che partecipa a tutte le sedute e il 25 ottobre davanti al giudice Roberto Ranazzi conferma la sua estraneità ai fatti contestati. Il 9 novembre la richiesta del pm ad una condanna di 10 mesi e ieri la sentenza di assoluzion­e.

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 ?? Ansa ?? I due ex collaborat­ori Raffaele Marra (di spalle) e Salvatore Romeo (a destra) a Palazzo Chigi nell’ottobre 2016
Ansa I due ex collaborat­ori Raffaele Marra (di spalle) e Salvatore Romeo (a destra) a Palazzo Chigi nell’ottobre 2016

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