Il Fatto Quotidiano

PICCOLO BORGHESE, CHE ORRORE!

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TRA LE TANTE colpe di Virginia Raggi ce n’è una particolar­mente insopporta­bile agli occhi di Ernesto Galli della Loggia, nel sobrio editoriale sul Corriere della

Sera : il quartiere di provenienz­a. La sindaca infatti non ha natali nobili, non è cresciuta nei palazzi del centro. Invece – e le dita tremano d’imbarazzo mentre si accingono a scrivere queste parole – la Raggi è cresciuta all’Appio Latino. Per chi non conosce la Ca- pitale: trattasi di quartiere residenzia­le di ceto medio, non al centro ma nemmeno in periferia. Galli descrive la sindaca con leggiadria. Non si preoccupa affatto di nascondere il suo disgusto antropolog­ico: “Giovane piccolo-borghese romana dall’abbigliame­nto e dalle maniere che ‘fanno tanto per bene’ nel quartiere dell’Appio Latino dove è cresciuta”. E poi la Raggi ha “l’aria sempre annoiata e il tratto vagamente indolente che ricorda le protagoni- ste di un racconto di Moravia; alla vigilia delle elezioni le chiedono il titolo dell’ultimo libro letto e lei risponde ‘non mi ricordo’”. Ignorante, insomma, e pure un po’ scema. Studia da avvocatess­a “nel quartiere Prati”(un po’ meno cheap dell’Appio) circondata da “palazzinar­i”, “generoni”, “ceto burocratic­o-faccendier­e”, ma “non sembra aver appreso molto da questo che pure è a suo modo un serbatoio di saperi”. Si potrebbe offendere, Virginia. Se almeno sapesse leggere.

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