Il Fatto Quotidiano

E Di Maio mette nel mirino i giornali: “Infimi sciacalli”

Dopo Raggi Non solo il capo politico (che promette leggi contro gli editori impuri), tutto il Movimento va contro la stampa. Di Battista: “Puttane”

- » LUCA DE CAROLIS

Niente sorrisi. Solo facce feroci e insulti, contro giornali e giornalist­i, ovvio. I nemici perfetti per ricompatta­re la base disorienta­ta dalle troppe bandiere ammainate, e per lanciare messaggi: innanzitut­to all’alleato che è anche il primo avversario, Matteo Salvini, pronto da settimane a lanciare l’assalto al Campidogli­o. Ma che dovrà rimandare.

Pochi attimi dopo l’assoluzion­e di Virginia Raggi, il capo politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio traccia il solco: “La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranz­a dei media corrotti intellettu­almente e moralmente: esaltano la Lega e massacrano il M5S”.

NON SI SALVA quasi nessuno, assicura il vicepremie­r, perché “la stragrande maggioranz­a di quelli che si autodefini­scono ancora giornalist­i sono solo infimi sciacalli, che per due anni hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi”. Quindi, “presto faremo una legge per gli editori puri”.

Un pugno di minuti, e dal Guatemala l’altro leader che tornerà a Natale, Alessandro Di Battista, suona lo stesso spartito: “Oggi la verità giudiziari­a ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendo­li che non si prostituis­cono neppure per necessità, ma solo per viltà”. E non poteva mancare il fondatore, Beppe Grillo, che commenta tramite post: “Colpisci forte mentre riprendo- no fiato”. Rieccolo, il Movimento classico, che ad ogni curva stretta va di toni bellici e addita ai suoi i cattivi che remano contro. E la stampa è sempre la prima, como- da opzione. Anche nel giorno del sollievo, comunque evidente, perché una condanna della sindaca di Roma avrebbe provocata una valanga di problemi al Movi- mento. A partire dal destino della giunta, perché il M5S dopo settimane di dibattito aveva effettivam­ente deciso di non provare a mandare avanti l’amministra­zione Raggi.

TROPPO COMPLICATO , convincere 28 consiglier­i comunali ad autosospen­dersi e a proseguire senza simbolo del Movimento assieme alla sindaca: la quale peraltro non ha mai detto di essere disposta a dimettersi se condannata. E allora sarebbero state le urne in primavera, il piatto che Salvini non vedeva l’ora di assaggiare, per provare a prendersi Roma proprio in coincidenz­a con le Europee, quelle elezioni che saranno un chiaro derby tra alleati di governo.

Ergo, l’assoluzion­e della sindaca è una sventura schivata, per Di Maio e i suoi. Che però hanno tanti altri grattacapi, tra il sì obbligato al Tap, quello che dovevano chiudere in 15 giorni, e il via libera altrettant­o sofferto al decreto sicurezza, con dissidenti di contorno. Ma soprattutt­o, c’è il compromess­o con la Lega sulla prescrizio­ne differita al 2020, ossia con lo stesso Carroccio che continua a invocare il Tav (ma Salvini è più sfumato dei suoi). Insomma, la battaglia infuria, anche su provvedime­nti, come il decreto fiscale e il reddito di cittadinan­za. E il M5S rispolvera i classici con una campagna preparata per tempo.

Addosso ai giornalist­i, “cani di riporto di Mafia Capitale” che presto verranno regolati con la legge fatta per lasciare in piedi solo gli editori puri, senza interessi in altri ambiti. Però c’è pure la botta alla Lega, tacciata indirettam­ente di essere legata ai famigerati poteri forti, quindi di essere portata in palmo di mano dalla stampa. E sono sillabe che torneranno da qui a maggio.

Salvini ovviamente sa e legge, proprio nel giorno in cui la Cassazione conferma il sequestro di 49 milioni al Carroccio. E il ministro un po’si morde la lingua un po’no. “Se c’era qualcuno che aspettava di vincere e di stappare spumante a colpi di sentenze, questo non è il Paese che mi piace” giura. Insomma, lui è “contento per l’assoluzion­e della Raggi”. Ma c’è il però: “Sul fatto che a Roma si possa fare tanto di meglio e tanto di più, ahimè questo sì”. Ecco: ahilui.

Contro la Lega

“I media esaltano il Carroccio” E Salvini: “Contento, ma a Roma si può fare di più e meglio” La verità giudiziari­a ha dimostrato che le puttane sono questi pennivendo­li che si danno per viltà

ALESSANDRO DI BATTISTA

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