La politica esalta le grandi opere dubbie perché non deve risponderne dei costi
SoluzioneGli enti locali contribuiscano alle spese per evitare sprechi elettorali
Le
proteste locali piemontesi, destinate a ripetersi in futuro per qualsiasi grande opera messa in discussione, fanno riflettere. Ci sono alcuni fatti incontrovertibili:
1) I piani di investimento in infrastrutture lasciati in eredità dal governo Gentiloni comportano un impegno di spesa che supera i 130 miliardi. Molte di queste opere sono estremamente controverse.
2) La mobilità di merci e passeggeri, in Italia come negli altri Paesi, è per circa il 75% di breve distanza, mentre le opere maggiori sono indirizzate prevalentemen- te alla lunga distanza.
3) Tra le opere di gran lunga più onerose vi sono quelle ferroviarie che, al contrario di altre, sono interamente a carico delle casse pubbliche, non certo floride. Ovviamente ci sono anche opere utili, ma l’assenza di valutazioni esplicite delle legislature passate ne rende difficile l’individuazione.
4) I contribuenti, che sopporteranno i costi, sono molti e disinformati. Quelli che avranno i benefici sono pochi, ma informatissimi e vocali.
Questo quadro mette in luce due incentivi perversi per le scelte nel settore
1) A livello locale vi è un forte incentivo a dichiarare qualsiasi opera indispensabile, non essendovi costi che ricadano a tale livello, ma solo benefici per imprese, occupazione ed utenti, che si traducono poi in risultati elettorali (con alcune rumorose eccezioni, spesso non meno ideologiche di quelle dei sostenitori). Si annunciano catastrofi imminenti se l’opera non viene finanziata, e crisi occupazionali anche se l’occupazione locale è risibile rispetto ad altri usi di quei miliardi (manutenzioni).
2) A livello centrale gli incentivi perversi sono solo in parte coincidenti (i voti locali hanno anche impatti nazionali). Ma ve ne sono di specifici:
- data la lunghezza dei tempi di costruzione nessuno risponderà di eventuali risultati negativi.
- l’impatto immediato sul debito pubblico di aprire cantieri per opere inutili è modesto, ma non è così nel medio periodo, quando i costi si assommano.
- i trattati che vengono usati per parlare di “finanziamenti europei” rispondono di fatto a richieste dei paesi interessati. Si tratta essenzialmente di “partite di giro” rispetto ai versamenti dei paesi stessi.
IN SINTESI, spesso le scelte infrastrutturali, rispondendo a questi tipi di incentivi, sono definibili come fenomeni di “cattura”, cioè di scambi di
Ottima idea Chiamparino propone di autofinanziare la tratta. Costa 4mila euro a famiglia Cosa ne pensano?