Manovra, prorogati all’infinito i soldi alle emittenti locali
“2018 e successivi” Estesi senza limite i 125 milioni di euro del fondo per il pluralismo dell’informazione dell’extra-gettito del canone Rai
Telenorba7 in Puglia, Videolina in Sardegna, Telelombardia, Canale 21 in Campania, Top Calcio 24, Telereggio in Emilia Romagna, Tele Padre Pio, Tele Etruria in Toscana, Calabria Tv, Ofelia Comunicazioni in Sicilia: sono solo alcune delle cento emittenti locali a cui nell’ultimo triennio sono stati destinati milioni di euro e per le quali, ora, in legge di Stabilità il contributo viene esteso senza limite di tempo.
PARLIAMO della quota del Fondo per il pluralismo dell’informazione destinata alle emittenti televisive e radiofoniche locali, che viene dall’extra-gettito del canone Rai in bolletta. Con una modifica all’articolo della legge 208 del 2015, al tempo voluta da Luca Lotti e che prevedeva un fondo fino al 2018, ora lo si estende a tempo indeterminato, modificando la norma con la formula: “Per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e successivi”. Sul sito del Mise, qualche settimana fa, è stata pubblicata la graduatoria delle emittenti locali ammesse ai finanziamenti. Le risorse destinate per il 2016 sono quasi 77 milioni solo per le televisioni, altri 13 per le radio. L’extra-gettito Rai è, in sostanza, quella parte del canone che entra nelle casse dello Stato in più rispetto a quanto era già calcolato nel bilancio di previsione. Di questo, il 50 per cento è gestito dal ministero dello Sviluppo econo- mico e finanzia l’esenzione del pagamento del canone per gli ultra75enni, il fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e il fondo per la riduzione della pressione fiscale. La quota per il pluralismo fini- sce in buona parte alle tv locali: quando è stato istituito si prevedeva un tetto massimo di 50 milioni all’anno. Poi, prima nel 2016 e poi nel 2017, è stato aumentato gradualmente per decreto fino a raggiungere il tetto di 125 milioni. Cifra che ora viene estesa all’infinito insieme al credito di imposta per tutti coloro che investono in pubblicità su prodotti editoriali quote per lo meno pari a quelle dell’anno precedente.
Una decisione “a sorpresa”: a metà ottobre, in audizione in Vigilanza Rai, il ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva risposto ai commissari che gli chiedevano dell’uso dell’extra-gettito del canone in bolletta. “In base agli impegni previsti dal contratto di servizio a carico della Rai – aveva risposto – devo considerare che il mec- canismo di riparto dell’extra- gettito fiscale cesserà a partire dall’anno 2019”. La dichiarazione aveva generato la reazione del Pd e poi anche dell’Usigrai: “Dal prossimo anno la Rai incasserà l’intero am- montare del canone? Oppure lo Stato tratterrà il restante 50% per destinarlo ad altre finalità?” La risposta è in manovra. La mossa porta la firma della Lega: già in estate era stato presentato un emendamento al decreto Dignità per evitare ricorsi e contenziosi al Tar. “Il nostro obiettivo è creare posti di lavoro e salvare quelli in crisi – aveva dichiarato il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci –. Le tv locali, da sempre, rappresentano infatti un elemento essenziale a garanzia del pluralismo informativo e un settore fondamentale di occupazione e lavoro. L’impegno della Lega è fare di tutto per salvare questa realtà”. Detto, fatto.
FONTI PARLAMENTARI d el M5S assicurano che si cercherà di porre almeno un freno: l’idea, come già ribadito anche in passato, è non tanto cancellarlo, quanto prevedere una scadenza e, soprattutto, parametri e criteri specifici in base a cui attribuire i finanziamenti. Anche perché l’operazione si scontra con la guerra ai finanziamenti pubblici all’editoria portata avanti dai 5Stelle e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi. Per il momento sono stati aboliti i finanziamenti indiretti all’editoria – dalle agevolazioni sulle telefonate a quelle postali, per circa 60 milioni di euro – mentre ora si proverà a eliminare quelli diretti con una serie di emendamenti.
Alleati divisi
La mossa è della Lega M5s: “Presenteremo emendamenti, anche per i tagli all’editoria”