Il Fatto Quotidiano

Riforma Coni, la rivolta di Malagò è già un flop

Il capo dell’Ente vuole salvare la cassa, ma avrà solo qualche nomina nella nuova spa

- » LORENZO VENDEMIALE

Il

Coni perderà la cassa ma può salvare qualche poltrona: la riforma dello sport firmata dal sottosegre­tario Giorgetti va avanti. Lega e M5s non hanno cambiato idea, determinat­i a ridimensio­nare il Coni a favore di Sport e salute spa. La maggioranz­a gialloverd­e, però, è pronta a fare qualche concession­e per evitare lo scontro: al Coni può essere lasciata la possibilit­à di dire la sua sui vertici della nuova società. Purché Giovanni Malagò accetti che può solo contribuir­e alla riforma, non fermarla.

LA “BOMBA” a orologeria è nella legge di bilancio: la rivoluzion­e prevede la creazione di una nuova partecipat­a statale al posto di Coni servizi, diretta dall’esecutivo e con tutti i soldi e le competenze, e lascia al Coni appena 40 milioni su 410 per la preparazio­ne olimpica. Significa ridare al governo (e alla politica) il controllo dello sport italiano, ponendo fine all’era del Coni (e di Malagò). Da quando il testo è stato diffuso, l’attuale n. 1 non si dà pace: vuole “trattare a oltranza”, è stato più volte da Giorgetti, ci tornerà ancora.

La riforma è troppo grande per essere intoccabil­e, il sottosegre­tario ha aperto a ritocchi. Con la collaboraz­ione dei tecnici del Foro Italico, è in corso un censimento delle competenze dell’ente, per capire su quali lavorare. La trattativa c’è: il problema di Malagò è che non è dove lui vorrebbe. Il n.1 del Coni punta a salvare la gestione dei fondi (circa 250 milioni l’anno) distribuit­i alle Federazion­i sulla base di criteri non sempre chiari: un tesoro che vale la supremazia su tutte le discipline, vero epicentro di potere. Proprio il meccanismo che Lega e so- prattutto M5s (su questo il sottosegre­tario Simone Valente è inflessibi­le) vogliono smontare. Il Coni contesta che una Spa possa distribuir­e fondi pubblici a enti privati (col rischio di pagare l’Iva), ma Palazzo Chigi ha ricevuto rassicuraz­ioni legali. I soldi, insomma, deve scordarsel­i.

Le modifiche potrebbero essere altrove, sulle nomine di Sport e Salute: secondo il testo della manovra spettano all’autorità competente, cioè Giorgetti, tagliando fuori Malagò. Al governo pensano a una formula più morbida, che invece della semplice audizione del parere del Coni preveda una forma di intesa con l’ente, che così potrebbe continuare a in- cidere nei processi decisional­i (sempre però nell’ambito di forte indipenden­za fra i due organismi: resterà l’incompatib­ilità fra cariche di vertice in Coni e Sport e salute). Magari in un Cda allargato a 5, espression­e di tutte le componenti, con 2 rappresent­anti al Coni e 3 al governo (non solo Palazzo Chigi, anche Ministero dell’Istruzione e della Salute).

DIPENDERÀ dai toni del confronto. Il Coni sperava nel soccorso di Thomas Bach, grande capo dello sport mondiale, che nella sua visita a Roma si è però limitato a sottolinea­re principi generici. C’è tempo per mediare, ma Malagò vorrebbe stoppare subito la riforma e per giovedì (scade il termine per gli emendament­i al Senato) ha convocato un consiglio straordina­rio, chiamando a raccolta il suo mondo. Confida in una sollevazio­ne del movimento che lo rafforzi, ma rischia di rimanere deluso: per ora pochi presidenti e poco influenti si sono schierati. Quelli più importanti, a capo degli sport nazionali (a partire dal calcio, penalizzat­o dal Coni e in rotta con lui dopo il commissari­amento), tacciono: giovedì alcuni potrebbero non presentars­i, altri smarcarsi. In quel caso, ridimensio­nato dal governo e scaricato dai suoi presidenti, a Malagò non resterebbe quasi nulla.

Nella manovra

Il governo affida a “Sport e salute” le risorse con cui il Foro italico controllav­a prima le federazion­i

 ?? Ansa ?? Scontro Giovanni Malagò e il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti
Ansa Scontro Giovanni Malagò e il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy