Salvini sta raccogliendo i frutti della diseducazione di massa
Una nipote di Tina Anselmi mi rivelò che la grande partigiana e politica, che indagò sulla P2 e quindi su Silvio Berlusconi, all’apertura del programma Drive in, fatto di vallette, deretani e seni in mostra, esclamò: “Da adesso, Berlusconi avrà gli italiani in pugno!”.
E infatti li ebbe per vent’anni! Iniziò, da allora, un processo continuo e inesorabile di diseducazione di massa, verso la facilitazione del pensiero: non si deve ragionare o argomentare, ma lasciarsi incantare dal trash o dai corpi nudi, dallo sdoganamento della parola volgare e offensiva (cominciò a fare la sua fortuna Sgarbi). Salvini sta raccogliendo il frutto, seminato e ben arato, di questa diseducazione di massa. Le sue ricette non inducono al pensiero, sono facili e attecchiscono facilmente: “È finita la pacchia”; “I clandestini andranno tutti a casa”. È anche così che si spiega il raddoppio di consensi di Salvini, perché è soprattutto merito suo e dei suoi tecnici della comunicazione che sanno quanto bisogna far ingurgitare a un buon terzo degli italiani messaggi poveri di contenuto con tanto di promessa “facile”. Così, i centri di accoglienza non sono stati migliorati, le centinaia di clandestini non sono stati rimpatriati, la Lega è quella che nel contratto meno ha proposto ma si è accodata alle soluzioni pentastellate (tagli vitalizi, abrogazione pubblicità del gioco d’azzardo, daspo ai corrotti); ma gli ex dormienti non se ne accorgono ed esaltano il facile comunicatore che li ha tirati fuori dal letargo, galvanizzandoli e facendoli sentire intelligenti.