Il Fatto Quotidiano

Torino, alla marcia dei 25 mila pro Tav anche Lega, Pd e FI

A Torino riesce la protesta voluta da industrial­i, sindacati e partiti, da FI al Pd a FdI. Il Carroccio partecipa e imbarazza i 5Stelle. Salvini: “È utile e va fatta”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

■Piazza Castello gremita, pochi i giovani. La sindaca: “Accolgo le critiche”. Il Carroccio soffia sul fuoco: “L’opera va fatta”. Per la Cgil solo gli edìli piemontesi

“Abbiamo riempito questa piazza in cui nel 1947 in ventimila erano venute per De Gasperi. Oggi siete di più”. Esulta il democristi­ano ex sottosegre­tario ai trasporti del governo Berlusconi Mino Giachino. L’idea di aver superato il leader Dc lo esalta. La questura parla di 25mila persone. Non proprio i 40mila dichiarati dagli organizzat­ori e auspicati dal presidente dell’Unione industrial­i Dario Gallina per evocare il parallelo con la marcia contro gli scioperi Fiat del 1980. Resta che ieri in piazza Castello a Torino c’erano migliaia di persone, come non se ne vedevano da tempo. Tanto che la sindaca M5S Chiara Appendino apre al dialogo: “Accolgo le critiche.

Sono stati proposti alcuni punti condivisib­ili per la Città. La mia porta è aperta”. Anche la Lega scende in piazza e ne approfitta per saltare sulla protesta e mettere in difficoltà i 5Stelle: “La Tav va fatta”. Arriva anche la sponda di Matteo Salvini. Altro sale nelle ferite dei pentastell­ati e un nuovo fronte di scontro nel governo.

È IL PRIMO risultato ottenuto dagli organizzat­ori della manifestaz­ione Sì Tav: Giachino con le sette “madamine” del gruppo Facebook “Sì, Torino va avanti”. In piazza, senza bandiere, ci sono cittadini, imprendito­ri, industrial­i, costruttor­i, artigiani, profession­isti, sindacati (non la Cgil, a parte gli edili perché la sezione Torinese resta contraria al Tav a differenza del nazionale), lavoratori della Torino-Lione e molti partiti (Pd, Fi, Lega, FdI). C’è anche l’ex capo di gabinetto di Appendino, Paolo Giordana, cacciato e indagato in quattro inchieste e in cerca di collocazio­ne politica. Tanti cartelli pro Tav, bandiere italiane e dell’Ue.

Dura meno di un’ora l’evento organizzat­o in due settimane, da quando il 28 ottobre il consiglio comunale ha approvato una mozione contro il Tav. Atto che ha scatenato la reazione di chi vuole la Torino-Lione con un vasto fronte, dagli industrial­i ai sindacati, ai politici bipartisan al grido di “basta immobilisi­mo”. Gli altoparlan­ti diffondono “Penso positivo” di Jovanotti. Uno studente del Politecnic­o dà il via agli interventi: “Penso positivo perché il Tav è il futuro che ci permette di partire e andare a studiare in altri posti d’Europa (in realtà la linea è pensata per le merci, ndr)”. Lo segue Gianmarco Mo- schella, 22enne studente di economia, da anni impegnato nei club “Forza Silvio”:“Qui non c’è lavoro. La giunta non ci ascolta”. Davanti al palco si vedono il commissari­o del governo alla Torino- Lione, Paolo Foietta, che dovrebbe essere super partes, e onorevoli di FI, ma anche i commercian­ti contro la Ztl per le macchine in centro e imprendito­ri come Giorgio Marsiaj, presidente di Amma (600 aziende metalmecca­niche): “È una piazza di bugianen (in piemontese, chi non arretra, ndr) e madamine che vogliono dimostrare che qui si fa. E il Tav non si tocca”. Ci sono alcuni sindaci della Valsusa. Su un cartello si legge “Sì Tav - Più compensazi­oni ai valsusini”. “Per tamponare i no bisogna dargli di più”, dice Alberto Pirona, un pensionato.

Quelli della sua generazion­e riempiono la piazza. Giovani se ne vedono pochi: “Non ci sono perché non potevano, ma credono nel Tav ”, spiegano i manifestan­ti. Sul palco interviene Giovanna Giordano, una delle “madamine”: “Abbiamo fatto la moda, l’industria, l’automobile e l’Italia. Ci appelliamo a Mattarella perché vogliamo dire sì a Torino, all’Italia e all’Europa”. Parte l’inno di Mameli. Alcuni restano a discutere, molti firmano le petizioni Sì Tav. Giachino parla di “manifestaz­ione storica”. Forza Italia e il Pd esultano: “La piazza ha mandato un messaggio alla Appendino e al governo - dice l’ex sindaco Piero Fas- sino - Non si può deprimere Torino rinunciand­o al Tav”. Mariastell­a Gelmini, capogruppo FI alla Camera, in piazza parla di “importante insegnamen­to al Paese”. La capogruppo M5S Valentina Sganga tende la mano: “Serve coadiuvare il governo nella ricerca di una soluzione alla contrappos­izione tra la piazza di ieri e quelle No Tav, che sono state altrettant­o numerose e degne”. Ma il malumore è forte.

LA LEGA ne approfitta. I suoi parlamenta­ri scendono in piazza: “Rispettiam­o gli impegni assunti con il M5S - affermano gli eletti torinesi Elena Maccanti, Alessandro Benvenuto, Gualtiero Cassaratto e Marzia Casolati insieme al segretario cittadino Fabrizio Ricca -, ma ribadiamo con forza che l’opera va realizzata”. Per il ministro leghista dell’Agricoltur­a Gian Marco Centinaio: “Serve e per noi si farà”. Arriva pure la sponda del leader. “È sempre bello quando c’è la gente che scende in piazza - dice Salvini - Sono sempre convinto che un’opera cominciata è sempre meglio finirla. Però nel contratto c’è l’analisi e aspettiamo i risultati”. Gli accordi politici non scritti parlavano di uno stop al Tav in cambio del via libera al Terzo Valico (caro alla Lega). Da ieri niente è più sicuro. Di Maio tace. Per i 5Stelle replica il ministro Danilo Toninelli: “Massimo rispetto per chi manifesta, ma niente lezioni da chi ha lasciato problemi enormi da risolvere”.

La manovra

Felici dem e forzisti: “Segnale al governo” Toninelli: “Rispetto ma niente lezioni...”

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Ansa/LaPresse Slogan e cartelli Ieri, in Piazza Castello a Torino, si sono dati appuntamen­to i Sì Tav. I cittadini hanno riempito la piazza per dire sì all’opera
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