Patteggia per molestie e visita i bambini a casa
Pavia Nel 2016 il dottor Ricci è finito a processo per aver baciato una paziente 13enne. Ora è attivo come guardia medica privata
Questa è una storia difficile da raccontare perché entrano in gioco tante cose: c’è un uomo che ha sbagliato e tenta di reinserirsi nel suo ambito lavorativo, la pediatria. Dall’altra parte ci sono genitori che prima di affidare a lui la salute dei propri figli vorrebbero e forse dovrebbero conoscere i precedenti di quel pediatra.
Torniamo al luglio del 2016: il pediatra del policlinico San Matteo di Pavia, Antonio Maria Ricci, viene arrestato. La notizia finisce sui giornali per due motivi. Primo: Ricci era stato segretario del Pd a Pavia e aveva incarichi pubblici ai vertici dell’Asp, che gestiva case di riposo e ospedali di riabilitazione geriatrica. Secondo: il motivo dell’arresto, violenza sessuale su minore.
UN ANNO DOPO, nel 2017, Ricci patteggia due anni con sospensione della pena e un accordo di risarcimento. Aveva adescato via Facebook una ragazzina di 13 anni disabile, con una grave patologia intestinale. Le aveva scritto per quattro mesi, aveva avuto con lei colloqui intimi. Poi la ragazzina era stata ricoverata nel suo ospedale e, quando era rimasto da solo in stanza con lei, l’aveva baciata sulla bocca e sulle braccia. La ragazzina, turbata, aveva raccontato tutto ai genitori. Di lì il patteggiamento e la sospensione dai suoi incarichi sia in ospedale che presso l’Asp. Dopo appena un anno che ne è del pediatra?
E qui veniamo a qualche giorno fa. Una mamma di Milano, preoccupata per le condizioni delle sua bimba di due mesi che ha sintomi influenzali, chiama il suo pediatra di fiducia che però non è disponibile. Cerca un pediatra su Google e si imbatte nel sito di una “guardia medica pediatrica Milano, Monza e dintorni, un pediatra qualificato a casa tua in un’ora dalla prenotazione”. La signora chiama il numero e le mandano un medico: “Non mi ha fatto una buona impressione. Ha usato il termine ‘pisciare’ anziché fare pipì, era trasandato, l’ho trovato strano, quando è andato via ho guardato il suo nome sulla ricevuta e ho cercato informazioni su Google. Quan- do ho scoperto che ha avuto una condanna per violenza su una bambina mi è venuto un colpo. Un pediatra con un precedente simile non può nascondersi dietro un sito per visite a domicilio. Esigo saperlo prima”, mi racconta la mamma mostrandomi la ricevuta della visita. Contatto il dottor Antonio Maria Ricci e gli domando come sia possibile che continui a fare il pediatra dopo così poco tempo dall’accaduto. “L’Ordine di Pavia mi ha sospeso per sei mesi a partire dal fatto, quindi già da tempo potevo e posso esercitare”. Gli domando se stia facendo un percorso psicologico. “Sì, certo. Comunque io non esercito in attività pubbliche, faccio visite a domicilio”. E come viene contattato? “Tramite conoscenze”. Ma non è vero, opera attraverso un sito in cui si definisce ‘guardia medica pediatrica’, che promette l’invio di pediatri qualificati senza fornire nomi. “È un’azienda privata”, specifica Ricci che non vuole dire però a chi appartenga, spiega solo che ha parlato con il direttore sanitario e che ha un accordo per lavorare con questa società. “Io non ho impedimenti legali e ritengo opportuno continuare a fare il pediatra, ho patteggiato pur non avendo fatto nulla, solo perché il processo sarebbe stato troppo lungo, mi avrebbe impedito di lavorare per anni”, aggiunge.
Un conto è lavorare con nome e cognome e permettere a chi la chiama di informarsi, un altro operare anonimamente tramite un sito concordando visite a domicilio. “Io il mio lavoro lo faccio bene. E visito anche gli adulti”, specifica Ricci, che non vede alcuna alternativa a fare il pediatra: “La mia preparazione specifica è questa. Non posso lavorare in un altro campo dall’oggi al domani. Io devo sopravvivere. E sono non colpevole nonostante il patteggiamento”.
CHIAMO IL NUMERO di questa guardia medica privata per chiedere chiarimenti. Mi risponde un uomo che mi racconta essere Mario Ricci, fratello del dottor Ricci. L’azienda Yourfullwellness, che invia medici a casa, mi dice, è la sua, non esiste alcun direttore sanitario. “Ho lasciato il lavoro per aiutare mio fratello a tornare a fare il medico con questa società altrimenti andavamo sul lastrico. Abitiamo insieme a Casorato. Invio tanti dottori a casa, ogni tanto se non c’è un medico disponibile mando lui”. E come si chiamano questi altri medici? “Una si chiama Benedetta Fumarola... poi non so, non ricordo, io faccio anche altri lavoretti”. Eppure ha risposto al centralino di questa guardia medica, chi manda a casa dei clienti se non ricorda i nomi di pediatri oltre al fratello? “Devo rispettare la privacy dei medici”. La guardia medica pare solo un escamotage per far lavorare il fratello senza doverne fare il nome. “Mio fratello cura il sito, fa poche visite, dopo il patteggiamento non sono state ritenute necessarie eventuali terapie riabilitative, se le ha detto cose inesatte su un ipotetico direttore sanitario è perché è agitato, ma non fa nulla di illegale”, spiega Mario Ricci.
E QUI VENIAMO al punto fondamentale. Il dottor Ricci ha un modo ambiguo di lavorare ma non commette illeciti. Però è stato messo quasi subito in condizione di tornare a fare il pediatra, nonostante il patteggiamento. E che dei genitori possano non aver voglia di ricevere a casa un medico con questi precedenti nonché di affidargli le cure dei figli è comprensibile. Il presidente dell’Ordine di Pavia, Claudio Lisi, commenta così la vicenda: “L’Ordine non può e non deve sostituirsi alla magistratura. L’Ordine aveva già sospeso in via cautelare il dottor Ricci subito dopo gli arresti domiciliari. Nel febbraio 2017 i magistrati hanno deciso di accettare la richiesta di patteggiamento del dottor Ricci a due anni con pena sospesa. Ad aprile 2017 la Commissione medica di disciplina gli ha comminato cinque mesi di sospensione su un massimo di sei, tutti già scontati”.
Insomma, dopo un patteggiamento per violenza su minore, bastano 5 mesi e si torna a lavorare con i bambini. Ora, il reinserimento nel mondo del lavoro dopo che si è scontata una pena è sacrosanto, ma forse, in questo caso, c’è da una parte (quella del pediatra) qualche ambiguità di troppo e dall’altra (quella dell’Ordine dei medici) una decisione che non tiene conto della legittima preoccupazione di un genitore. Difficile stabilire cosa sia giusto in questa vicenda. Di sicuro, non chiamare “Guardia medica” un sito che dovrebbe chiamarsi “Pediatra Antonio Maria Ricci”.
IL SITO SENZA RIFERIMENTI AL NOME Una mamma chiama un dottore per la figlia e poi da Google scopre la storia: “Mi è venuto un colpo”
TUTTO COME PRIMA
L’Ordine dei medici lo aveva sospeso per cinque mesi: scontati quelli, ha ripreso tutte le attività ANTONIO MARIA RICCI
La mia preparazione specifica è questa, non posso lavorare in un altro campo
È il mio lavoro, lo faccio bene e devo pur sopravvivere