Grazie del pensiero
Ogni tanto riceviamo lezioni di diritto dagli “amici” di Repubblica. Càpita, per carità: le polemiche vanno e vengono. Noi però siamo sfortunati: non riusciamo mai a capire dove avremmo sbagliato. Di solito funziona così: noi scriviamo che Repubblicadice il falso e Repubblica, nel vano tentativo di dimostrare di aver detto il vero, scrive un altro falso. Sarà perché noi abbiamo il brutto vizio di documentarci e di parlare solo di cose che conosciamo. Ora, per dire, Luca Bottura – che abbiamo conosciuto in altri tempi come “umorista” autore di verietà tv e mai abbiamo incontrato in una procura o in un tribunale, ergo non lo sospettavamo esperto di inchieste e processi – ci spiega i casi Consip e Raggi. E parte subito col piede giusto: “Il padre di Renzi è stato assolto”. Invece purtroppo è indagato per traffico di influenze illecite (e per altre vicende inquisito per bancarotta fraudolenta e imputato per false fatturazioni) e il pm ne ha chiesto al gip l’archiviazione (non ancora concessa), dopo averlo definito “non credibile” e “largamente inattendibile” sull’incontro con l’imprenditore Alfredo Romeo. È un po’ come se un professore di astronomia, alla prima lezione, premettesse: “Sia chiaro, il Sole gira attorno alla Terra”. Anche gli studenti più digiuni in materia sospetterebbero che sia un impostore.
Tornando al nostro giurista per caso, cogliamo fior da fiore. 1) “Il padre di Renzi è stato assolto” (falso: richiesta di archiviazione). 2) “Ma, siccome quel che scriveva Travaglio era accaduto davvero, è colpevole” (falso: mai scritto che sia colpevole; abbiamo riportato le frasi dei pm che lo sbugiardano e alcune circostanze ignorate o trascurate nella richiesta di archiviazione). 3) “Virginia Raggi è stata assolta” (vero). 4) Ma “quel che hanno scritto i giornali era vero” (falso). La Raggi era imputata di falso ideologico per una risposta a una domanda dell’Anac sul ruolo di Raffaele Marra, capo del Personale, nella nomina del fratello Renato ( graduato dei Vigili) a dirigente del Turismo: un ruolo, scrisse la sindaca, soltanto “compilativo” di una decisione assunta da lei con il competente assessore Meloni. Poi si scoprì, da alcune chat, che Raffaele suggerì a Meloni di prendere Renato al Turismo (lui peraltro lo nega, nel processo per abuso d’ufficio: deciderà il giudice). E Meloni, che aveva già lavorato con Renato, ne fu felice. Su quest’unico punto verteva tutto il processo: la Raggi sapeva o no che Marra aveva messo lo zampino, quando scrisse che aveva svolto un ruolo “compilativo”? Secondo i pm, sì: cioè la sindaca mentì sapendo di mentire.
Resistenza fisica permettendo, non c’è niente come una puntata di Tu si que vales (sabato, Canale5) per capire che i talent show sono arrivati alla frutta, la spasmodica, improbabile caccia al talento artistico nell’era più priva di talenti della storia è in fase terminale – o addirittura termale. Maria De Filippi lo ha capito, e ha preso le misure come l’impresario con la cassa da morto. Tutta la televisione di Maria si basa sulla messa in piazza sadomaso dei partecipanti; Tu si que vales, pe- rò, segna una lodevole svolta dalla sceneggiata alla commedia; non si mostrano le cartelle cliniche, non si radiografano i feromoni; piuttosto, si rovesciano i tavoli e si fa baldoria fino alle ore piccole. Più prossimo alla Corrida che a X Factor, lo show del day after torna alle origini, e svela il segreto di Pulcinella: nei talent la giuria non è al servizio dei concorrenti, sono i concorrenti al servizio della giuria, l’unico talento richiesto è interagire con vip amiconi come Gerry Scotti o Iva Zanicchi, farli divertire o anche commuovere (e allora si vira verso C’è posta per te). Fiato sospeso, emozioni più o meno forti, risate liberatorie… è l’archetipo del circo, raschi la vernicetta dal talent e salta fuori l’anfiteatro. Non c’è il leone, ma non ce n’è bisogno per trovare un po’d’Africa in tinello. Per uguagliare il Barnum a Tu si que vales mancano ancora lo scheletro di Cristoforo Colombo, il Gigante di Cardiff e la Sirena delle Isole Figi. Ma prima o poi arriveranno.