Poco fatturato e anni di rosso: una microimpresa in difficoltà
Il giro d’affari di Casaleggio Associati è oggi un terzo rispetto a 10 anni fa Il 2017 ha fatto registrare un piccolo utile dopo un triennio di perdite
modo decentralizzato, senza cioè che ci sia un intermediario “certificatore”. Inoltre, le informazioni sono crittografate e in questo modo non è possibile – per chi non è titolare di quella informazione – capire di cosa si tratti, da chi parta l'informazione e a chi arrivi, garantendo in questo modo privacy e sicurezza. Si tratta della tecnologia alla base dei bitcoin, la moneta virtuale che negli ultimi anni è stata protagonista della cronaca ma anche dell’interesse di molti speculatori. Può però essere applicata a diversi strumenti. La prima blockchain decentralizzata fu pensata nel 2008, da Satoshi Nakamoto, pseudonimo di un autore la cui identità è sconosciuta, e implementata l'anno seguente. Sarebbe dovuto essere una sorta di libro mastro, ovvero il registro di tutte le transazioni di pagamento, di quella che allora era il nascente Bitcoin.
Posizionarsi su un segmento di mercato in crescita è sempre una buona idea per una piccola impresa e, se questo segmento trova il sostegno della domanda pubblica e l’attenzione delle grandi partecipate, lo è anche di più. La Casaleggio Associati - che prevede un ottimo 2018 grazie alla specializzazione “sulla ricerca in ambiti quali l’intelligenza artificiale, la blockchain”, eccetera - lo sta facendo e ne ha bisogno visto che la società fondata nel 2004 dal cofondatore del M5S Gianroberto non ha mantenuto le promesse di sviluppo di metà anni 2000.
OGGI È una microimpresa da 8 dipendenti con un fatturato 2017 di 1,1 milioni di euro: una realtà assai rilevante a livello politico, si sa, ma assai poco a livello di business visto che - secondo le statistiche del rapporto Cerved sulle Pmi - le microimprese sotto i dieci dipendenti hanno in media il doppio del fatturato della Casaleggio Associati. Non solo: il 2017 ha visto il primo modesto utile (20 mila euro) dopo un triennio di profondo rosso.
E dire che l’avventura partita a gennaio del 2004 lasciava presagire ben altre fortune con bilanci in deciso attivo fin da subito. La società - che si occupava anche del blog di Beppe Grillo - nel 2006/2007 viaggiava su fatturati tra i 2,5 e i 3 milioni di euro con utili superiori ai 600 mila, picco peral- tro mai più raggiunto. Gianroberto Casaleggio d’altronde, scomparso nell’aprile 2016, non era un quisque de populo: carriera in Olivetti, poi ad del gruppo Webbeg di Telecom Italia, ne era uscito per fondare la sua boutique di “consulenza strategica” nel mondo dell’informatica col figlio Davide (che oggi ne ha il 60%), Luca Eleuteri e Mauro Buccich (già col “guru” in Webbeg) ed Enrico Sassoon, giornalista del Sole 24 Ore e uomo di molti rapporti (American Chamber of Commerce in Italy, Aspen Institute), uscito dalla compagine sociale nel 2012.
Per restare agli anni “eroici”, la Casaleggio Associati inizia il suo processo di ridimensionamento mentre si struttura la vita politica “grillina.” Dopo i 600 mila euro del 2007, l’utile crolla: 310 mila euro nel 2008 (complice la perdita della gestione della comunicazione online di Italia dei Valori di Antonio Di Pietro), 87 mila l’anno dopo e poi il primo rosso (-58 mila euro con un fatturato da 1,3 milioni). A quel punto l’azienda ha quasi azzerato la cassa, anche per via della scelta di distribuire sempre tutti gli utili ai soci (2 milioni nei primi sette anni). Arriva, però, il biennio dell’esplosione elettorale dei 5 Stelle - prima le Amministrative, poi il botto delle Politiche 2013 - che segna il ritorno al segno più anche per la società di Gianroberto Casaleggio: 70 mila euro il primo anno, 256 mila il secondo e con un fatturato salito di oltre il 30% (2,1 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’attuale).
Gli anni del renzismo sono invece una pagina nera per l’azienda del guru a 5 Stelle e non solo per la morte del fondatore: perdite cumulate per oltre 320 mila euro nel triennio 2014- 2016, coperte con un prestito dei soci, l’esaurimento della riserva straordinaria e un patrimonio netto pressoché azzerato (per capirci era oltre 800 mila euro nel 2008); il fatturato sceso nel 2016 a 974 mila euro, un terzo rispetto agli anni d’oro.
Ora la svolta? L’ultimo bilancio parla di nuove partnership e sedi proprio all’arrivo del grillismo di governo I numeri
E SIAMO all’oggi. Il bilancio 2017 ci descrive una piccola società che porta nei suoi conti i segni di una crisi non episodica e lotta per stare in piedi: giro d’affari risalito sopra il milione e centomila euro (non si sa se comprendente servizi venduti al M5S o alla Fondazione Rousseau), un piccolo utile di 20 mila euro, debiti per 534 mila euro (coperti dai crediti) e tanto, tanto ottimismo. “La società ha chiuso il bilancio in utile invertendo il trend negativo. Il risultato è stato raggiunto grazie al rilancio delle attività di consulenza strategica e di innovazione digitale alle medie e grandi imprese”, scrive il presidente Davide Casaleggio nell’ultimo bilancio: “Le prospettive per il 2018 prevedono un ulteriore incremento delle attività di consulenza con ambiziosi obiettivi di crescita dei risultati legati a progetti per nuovi clienti, l’apertura di una nuova sede e lo sviluppo di partnership con aziende complementari, leader nel loro settore”.
Se il figlio di Gianroberto avrà ragione, sarà difficile stabilire quanto è merito della sua finora non dimostrata sagacia imprenditoriale e quanto dell’ambiente favorevole creato attorno alla sua azienda dal grillismo di governo. Milioni: il fatturato di Casaleggio associati nel 2017, 10 anni prima sfiorava i 3 milioni Mila euro: gli utili 2017, il primo bilancio positivo dopo tre anni di perdite Mila euro: il patrimonio netto a fine 2017: era superiore agli 800mila euro dieci anni prima