Zedda l’arancione scende in campo Ora l’enigma sono le primarie
Sono 130 i sindaci pronti a sostenerlo: “A giorni il sì”
un pezzo da novanta nel firmamento progressista in grado di colmare il divario nei sondaggi con un valore aggiunto importante sulla coalizione che si vorrebbe allargata alle forze autonomiste e identitarie e al civismo dei sindaci.
Una carta vincente, insomma, che potrebbe convincere anche il riottoso Partito dei sardi a trovare un accordo comune per la scalata alle Regionali. Di questo si è discusso nei giorni scorsi a Cagliari, in una riunione riservata fra gli sherpadel Pd e quelli del Pds, nelle segrete stanze del Consiglio regionale. Un incontro che ha fatto emergere la disponibilità a convergere su primarie comuni, dopo che il leader del Pds Paolo Maninchedda aveva lanciato in solitudine le primariasdel popolo sardo, aperte a tutti i partiti purché pronti a riconoscere il principio fondante della “nazione sarda”. Un’idea che, secondo i sondaggi piace al 25% dei sardi e che dovrà trovare una sintesi programmatica nel cantiere appena aperto la cui premessa è la necessaria rimodulazione delle regole condivise sulla base delle quali verrà individuato il candidato della coalizione allargata. Zedda ha già detto no alle primarias online, indette per il 16 dicembre dal Pds. Molto più probabile, quindi, che le trattative vadano avanti a oltranza, tracciando il percorso delle primarie di coalizione che potrebbero essere celebrate dopo quella data e che vedrebbero protagonisti da un lato Zedda, già incoronato come candidato de ll’area progressista, e dall’altro il probabile vincitore delle p rimari as, Manin- chedda. Un’exit strategy onorevole per il leader del campo identitario, che non intende rinunciare allo svolgimento di competizioni in cui “per la prima volta i sardi potranno esprimersi e dire che si sentono una nazione”.
La mediazione degli sherpa intanto va avanti, nonostante nei giorni scorsi pareva sul punto di rottura non solo col Pds ma su tutto il fronte identitario: anche il candidato di Autodeterminazione, Andrea Murgia (un recente trascorso nella segreteria Pd a guida Renato Soru, che due giorni fa ha battezzato con la sua presenza la convention della neo formazione autonomista) ha ribadito il suo no ad alleanze con chi ha condiviso la passata esperienza di governo del centrosinistra.