Il Fatto Quotidiano

PRESCRIZIO­NE: IL SUICIDIO DI PD E LEU

- » LUCREZIA RICCHIUTI* * Già senatrice di LeU

Signor direttore, il 19 novembre 2014 la Corte di cassazione ha dichiarato prescritto il reato dei dirigenti Eternit per l’amianto. Pochi anni dopo, la stessa Corte ha dichiarato prescritto Silvio Berlusconi nel processo per aver corrotto il senatore De Gregorio, che aveva causato la caduta del governo Prodi. Rischia di essere prescritto il reato relativo alla strage della stazione di Viareggio.

GLI ESEMPI potrebbero continuare per un elenco assai lungo, se è vero come è vero che il primo presidente della Corte di cassazione Mammone – all’inizio del 2018 – ha affermato che nel 2017 sono andati al macero per prescrizio­ne ben 127 mila processi (sì – signor direttore – ha letto bene: 127 mila!!). Si tratta di una cifra più o meno costante negli anni successivi alla legge Cirielli del 2005 che ha introdotto la cosiddetta prescrizio­ne breve. Uno spreco di risorse umane e finanziari­e micidiale. Contro quella legge, il centrosini­stra in Parlamento lottò strenuamen­te e giustament­e.

“Voi riducete la prescrizio­ne per reati diversi da quelli commessi dal povero indigente, il quale, a causa dell’indigenza, si è fatto mariuolo.

Voi riducete la prescrizio­ne per i reati previsti dall’articolo 416-bis, un articolo che si applica all’associazio­ne per reato criminale, in particolar­e l’associazio­ne mafiosa. Voi riducete la prescrizio­ne per l’usura, che, come sapete, è un reato tipico di criminalit­à organizzat­a. Voi riducete la prescrizio­ne per l’incendio doloso, che è un altro reato posto in essere dalla criminalit­à organizzat­a per chi non paga il ‘pizzo’. Voi riducete la prescrizio­ne per la corruzione e per la corruzione in atti giudiziari. Vi sottolineo la gravità del fatto che il Parlamento consideri un reato di minore rilievo corrompere un magistrato e intaccare la fiducia dei cittadini nell’imparziali­tà di un potere dello Stato. Voi riducete la prescrizio­ne per reati che sono di particolar­e gravità e che non riguardano una delinquenz­a minorile che sbaglia una prima volta, verso la quale bisogna avere un atteggiame­nto di recupero e di reinserime­nto. Riducete la prescrizio­ne per reati che vengono commessi dalla criminalit­à organizzat­a, che inducono un allarme sociale gravissimo e che producono una lacerazion­e del tessuto sociale del paese. Per di più, voi infliggete un vulnus drammatico alla fiducia che i cittadini devono avere nella giustizia”.

Questo, signor direttore, era Piero Fassino, alla Camera dei deputati, il 16 dicembre 2004. Oggi invece il Pd dimentica le vittime dei reati, si scorda della caduta del governo Prodi nel 2008 per gravissimo atto di compravend­ita del voto caduto in prescrizio­ne e si schiera con Forza Italia e Lega di Salvini contro il disegno di legge Bonafede, che farebbe tornare la prescrizio­ne a un istituto ragionevol­e e fisiologic­o, com’era prima del 2005.

Che cos’è cambiato? Non lo so. So solo che l’argomento per cui la legge Cirielli rimedia al problema dei processi troppo lunghi è una bufala. Anzi, è proprio la legge del 2005 che sollecita gli avvocati a tirarla per le lunghe per poter guadagnare tempo e maturare la prescrizio­ne per i loro clienti (cosa che non farebbero se la prescrizio­ne fosse un traguardo più lontano). E poi contro la lunghezza dei processi abbiamo già diversi strumenti, a partire dalla legge Pinto del 2001, che indennizza le parti incolpevol­i nei processi che durano troppo.

SO SOLO che l’argomento per cui la prescrizio­ne non c’entra con la corruzione è una bufala, poiché i corrotti sono d’accordo tra loro e non si denunciano a vicenda: serve tempo per scoprirli. E so anche un’altra cosa: votando contro una legge sacrosanta (l’unica che il Movimento 5 Stelle ha finora proposto) il Pd e LeU si suicidano definitiva­mente.

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