Capo d’Orta: case e strade sui veleni della Montedison
Aperta una nuova inchiesta su un altro sito contaminato dopo quello di Bussi: “Rischio attuale per la popolazione”
La presenza delle industrie Montecatini e poi Montedison ha martoriato la Val Pescara. E così dopo quella di Bussi, la discarica tossica più grande d’Europa, ora la procura apre un’inchiesta su un altro sito contaminato. Si tratta dell’area industriale in cui il colosso della chimica produceva fertilizzanti a Piano d’Orta, nel Comune di Bolognano, a pochi chilometri dalla città di Pescara.
La fabbrica è chiusa dal 1964 ma quei veleni sono stati lasciati lì, seppelliti dove ora ci sono case e strade. E lì sono ancora oggi, a contaminare terreni e falda acquifera, fino a tredici metri di profondità. Si tratta di rifiuti interrati del ciclo industriale ma anche di un territorio avvelenato dal contatto con i rifiuti e dal trascinamento con l’acqua da infiltrazione. Piombo, zinco, arsenico e idrocarburi, tutti elementi altamente nocivi per la salute umana e l’ambiente.
PER OMESSA bonifica del sito, la procura di Pescara ha indagato i vertici della Edison, il presidente del consiglio di amministrazione Jean Bernard Levy, e l’am mi nistratore delegato Marc Benayoun. I Forestali, su ordine del pm Salvatore Campochiaro, hanno inoltre notificato quattro avvisi di garanzia per i reati di inquinamento ambientale, falso ideologico e omissioni d’atti d’ufficio. Risultano indagati il sindaco del Comune di Bolognano
L’inquinamento Fabbrica chiusa nel 1964: a rischio terreni e falda acquifera, fino a 13 metri di profondità
Omessa bonifica
La Procura indaga sui vertici della Edison e su alcuni amministratori locali abruzzesi