Il Fatto Quotidiano

Uno spiraglio per le maestre senza laurea

Sospesa la sentenza che impediva l’accesso al ruolo alle insegnanti col solo diploma

- » LORENZO VENDEMIALE

Le

maestre diplomate tornano a sperare. Dopo la famosa sentenza del Consiglio di Stato dovevano rinunciare al sogno di una cattedra. Per tutta l’estate si era parlato del loro caso, e il governo (non senza polemiche) aveva avviato una sanatoria per provare a metterci una pezza. Invece adesso Palazzo Spada ci ha ripensato, o almeno potrebbe farlo: i giudici ritengono che la questione debba essere riesaminat­a. Ci vorrà una nuova sentenza (probabilme­nte nel 2019), intanto quella vecchia è sospesa, e pure la loro posizione.

PARLIAMO delle maestre che insegnano grazie al diploma magistrale conseguito entro il 2001. Il titolo all’epoca era ancora valido per lavorare alle elementari (oggi è obbligator­ia la laurea), poi è diven- tato protagonis­ta di uno storico contenzios­o: nel 2014 gli è stato riconosciu­to valore abilitante, ma a fine 2017 il Consiglio di Stato ha stabilito che non è valido per l’ingresso nelle graduatori­e ad esauriment­o (GaE) che assegnano il posto fisso. Insomma, i diplomati magistrali possono insegnare ma non hanno diritto a essere assunti. Una decisione che sembrava definitiva e ha creato scompiglio nella scuola: in tutta Italia ci sono circa 55 mila maestre in questa condizione; fra loro, 7 mila erano addirittur­a già state assunte (con riserva) e quindi a rigor di legge dovevano essere licenziate. Per rispettare la sentenza, il governo nel decreto Dignità avevo scelto di assegnare loro una supplenza di transizion­e fino a fine anno; nel mentre, sarebbe partito un concorso straordina­rio per stabilizza­rle in futuro, senza certezze sui tempi.

Ecco però il colpo di scena. Il Consiglio di Stato smentisce se stesso (anche se si tratta di una sezione diversa), accogliend­o i ricorsi degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti e dal sindacato Anief: i giudici “ravvisano l’esigenza di una rimeditazi­one”, si legge nell’ordinanza. Le motivazion­i non sono note (devono essere pubblicate), probabilme­nte vanno ricercate fra le obiezioni poste dal ricorso: il fatto che la sentenza non citasse l’unica fonte di legge che regolament­a l’accesso alle graduatori­e con il semplice possesso del titolo abilitante ( dunque anche il diploma magistrale), e la disparità rispetto ad altri pronunciam­enti favorevoli del passato che avrebbero dovuto essere applicati a tutti; ci sono infatti alcuni diplomati che sono stati assunti in via definitiva prima del 2017 e perciò resteranno in cattedra.

IN QUESTE settimane, man mano che arrivavano i decreti di applicazio­ne sui singoli casi, il Ministero stava procedendo a depennare i nomi dalle graduatori­e e cambiare il contratto ai docenti già in cattedra. Ora la sentenza 2017 è sospesa e la procedura si fermerà, in attesa della nuova decisione della plenaria che però arriverà solo nel 2019 (si parla di febbraio). Intanto il Miur aveva varato anche la sanatoria: quasi per uno scherzo del destino, proprio ieri si erano aperti i termini per presentare domanda. Il concorso straordina­rio non presenta sbarrament­o: tutti quelli che hanno i titoli prima o poi saranno assunti, l’incognita è sui tempi visto che devono liberarsi i posti. L’ingresso nelle vecchie graduatori­e (che hanno priorità) garantireb­be invece una corsia molto più veloce. E la battaglia legale delle maestre ricomincia.

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Ansa ProtesteLe maestre che insegnano col solo diploma magistrale al ministero

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