Il Fatto Quotidiano

Altro che Hillary, è l’ora della candidata afro

Casa Bianca, la senatrice democratic­a potrebbe correre nel 2020 contro Trump

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Anche

negli Stati Uniti, il Partito democratic­o ha qualche difficoltà a liberarsi del suo passato, che ha il volto di Hillary Clinton, candidata alla Casa Bianca battuta da Donald Trump nel 2016, e a guardare al suo futuro, che avrà probabilme­nte il volto di un’altra donna, magari Kamala Harris, senatrice della California. Gli aspiranti alla nomination 2020 sono almeno una dozzina, soprattutt­o donne.

Kamala Devi Harris, 54 anni, giurista di formazione e sposata con un avvocato, madre indiana d’origine e padre giamaicano d’o ri gine, ha il mix dell’America delle diversità che ha conquistat­o molti seggi nelle elezioni di midterm. Ma ha pure l’esperienza e la concretezz­a che a molte donne della onda rosa democratic­a ancora mancano.

Lei, che è di Oakland, appena a nord di San Franci- sco, rappresent­a al Senato la California, insieme con Dianne Feinstein, 85 anni. Se scenderà in lizza per la nomination dovrà vedersela con rivali più liberal, come la senatrice del Massachuse­tts Elizabeth Warren, più anziana di lei di 15 anni, o più vicine all’establishm­ent, come sarebbe Hillary, senza contare le improbabil­i a vario titolo, ma amatissime, Oprah Winfrey e Michelle Obama. Dell’ex first lady di Barack Obama è un fan sfegatato Michael Moore: secondo il regista, solo lei può impedire che Donald Trump sia rieletto.

In corsa potrebbe esserci di nuovo la Clinton, molto più liberal e vicina alla sini- stra, cavalcherà il movimento #metooe si batterà per una stretta sulle armi.

HARRIS NON HA la storia di Hillary, ma questa appare più una chance che un handicap. Ha studiato in buone università, prima di intraprend­ere una carriera in magistratu­ra fino a essere eletta nel 2003 procurator­e distrettua­le di San Francisco e nel 2010 procurator­e generale della California: è stata la prima donna, ma anche la prima afro e asio-americana in quel ruolo. Nel 2016 si candida al Senato per succedere a Barbara Boxer, che si ritirava dopo quattro mandati, 24 anni. In giugno, è la più votata nelle jungle primaries della California, cui partecipan­o candidati di tutti i partiti e che fanno accedere alle elezioni i due più votati. L'8 novembre batte, con il 62,5% dei suffragi, Loretta Sanchez – sono le pri- me elezioni senatorial­i della storia della California senza candidati repubblica­ni –. Quest’autunno, l’America ha cominciato a conoscerla: come senatrice della Commission­e Giustizia, è stata una delle più determinat­e antagonist­e della conferma del giudice Brett Kavanaugh alla Corte Suprema: una battaglia persa, ma che le è valsa la lettera bomba recapitata­le a ottobre.

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LaPresse Kamala Harris

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