Agenzia spaziale: giochi politici e ricerca c’entrano poco con la cacciata Battiston
Negli ultimi anni l’Italia ha perso la sua posizione dominante in Europa
Un
siluramento che ha decisamente diviso: diviso il governo, tra Lega promotrice e Cinque Stelle ignari, l’opinione pubblica tra sostenitori dell’autorevolezza e scettici, gli esperti tra sostenitori di uno spazio orientato alla ricerca e uno orientato alla difesa. La revoca di Roberto Battiston da presidente dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, ha puntato il faro su un personaggio che per anni, nel bene e nel male, i media hanno lasciato lavorare indisturbato. Fino a che non è diventato un caso di governo.
L’ACCADEMICO. Battiston è un fisico sperimentale, spe- cializzato nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari. Ha una cattedra all’Università di Trento. La sua è quindi una vocazione per lo più votata alla ricerca scientifica. Giusto. Ma l’Asi, è il ragionamento dei tecnici, è una macchina complessa, sull’agenzia convogliano interessi strategici di difesa e, soprattutto, quelli industriali. In pra- tica, sostenere che in Asi sia fondamentale la sola ricerca scientifica non basta a rendere quello di Battiston il nome più adatto. Tanto più se si tiene conto che aveva già affrontato un mandato pieno.
IL PESO IN ESA. Una delle critiche che gli sono state rivolte riguarda il peso che, durante il suo mandato, l’agenzia spaziale ha avuto nel contesto eu- ropeo, in particolare in seno a l l’Agenzia spaziale europea. L’Italia ha perso tre direttorati, ne ha conservato uno solo – come Belgio e Svizzera che contribuiscono in Esa con circa il 3% – nonostante sia la terza a contribuire economicamente a l l’Agenzia europea, dopo Germania e Francia, con circa il 13 %. E nonostante le trattative informali portate avanti per mesi anche sotto l’occhio del ministero degli Esteri che, all’Esa, ha i suoi funzionari e ha seguito da vicino la selezione senza però poter intervenire. Inoltre, l’Italia ha votato a favore del- la presidenza francese al Council dell’Esa, che in pratica ne è l’organo di governo. Posizione a cui l’Italia avrebbe potuto aspirare.
IL CIRA. Una delle grane ereditate da Battiston è il Centro di ricerca aerospaziale di Capua, in provincia di Caserta, di cui l’Asi è primo azionista e che lo stesso Battiston, nell’ultimo anno, ha cercato di monitorare molto da vicino. Un paio di settimane fa una relazione dettagliata della Corte dei Conti ha descritto alcune criticità gestionali degli ultimi anni, ma anche la tendenza deci-
La battaglia cieca Credere che in Asi contino solo gli studi è riduttivo: ci sono interessi chiave, dalla difesa all’industria
sionale accentratrice e sostitutiva dell’agenzia spaziale in atti che, invece, prevedevano una maggiore collegialità e il voto degli altri soci, pubblici e privati.
LOTTA INTERNA. Al ministero dell’Istruzione, intanto, gli contestano vizi formali nella nomina per il suo secondo mandato (uno degli ultimi atti dell’ex ministro d el l’Istruzione, Valeria Fedeli, nella fase di transizione tra il governo uscente e quello gi allo verde, che ancora non aveva giurato). Secondo i rilievi del ministero, il decreto non sa- rebbe stato sottoposto agli organi di controllo come previsto dalla ultima legge sullo spazio. Nei ministeri che invece hanno interessi diretti nello spazio, circolano da giorni dossier e segnalazioni su presunte irregolarità negli atti e nelle nomine fatte da Battiston dopo il suo rinnovo. Lo stesso ha spiegato di essere nel pieno delle sue funzioni, rivendicandone la legittimità. Di sicuro, la raccolta di elementi contro Battiston prosegue. Il comitato per lo Spazio della presidenza del Consiglio, da settimane ha chiesto all’agenzia spaziale la documentazione sulle trasferte e sugli accordi siglati da Asi in questi anni, ma ancora non è pervenuta (anche se non è chiaro se l’intoppo sia in Asi o in altri uffici di passaggio).