Il Fatto Quotidiano

La Lega: impunità a Rimborsopo­li e ai ladri di Stato

Incommissi­one I salviniani presentano un emendament­o al ddl Anticorruz­ione per svuotare il reato di peculato No del Pd e del M5S, che forza gli alleati a ritirare la proposta

- » LORENZO GIARELLI

Sono diversi gli esponenti del Carroccio che hanno guai per le spese pazze A Montecitor­io hanno provato a salvarli

Stavolta non c’è bisogno di andare a caccia di manine. A rivendicar­e l’emendament­o che voleva mandare all’aria il peculato, salvando decine di consiglier­i e parlamenta­ri a processo per le spese pazze, ci sono nove firmatari leghisti. Alla fine tutto resta com’è, con l’opposizion­e che a metà giornata di ieri denuncia il tentativo del Carroccio e il Movimento 5 Stelle, irritato con gli alleati, che non ci sta a far da sponda e spinge la Lega a ritirare l’emendament­o.

Un passo indietro. Due giorni fa i salviniani hanno presentato in commission­e Giustizia alla Camera una proposta di modifica al ddl Anticorruz­ione, il cosiddetto Spazzacorr­otti, per intervenir­e sul reato di peculato, quello che punisce il pubblico ufficiale che, “avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o la disponibil­ità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria”. Otto righe, quelle del l’emendament­o, per legare la punibilità del reato alla condizione “che la distrazion­e si verifichi nell’ambito di procedimen­to normato da legge o da regolament­o e appartenga alla sua competenza”.

TRADUCENDO: se un consiglier­e comunale o regionale si appropria di denaro pubblico per spese proprie – e in questi anni abbiamo visto addebitati alla comunità tosaerba, mutandoni, film erotici e cioccolati­ni – si salva, purché esista un regolament­o regionale, comunale o comunque dell’ente di riferiment­o che disciplini come e quando si possono spendere quei soldi. Siccome ogni Regione ha già norme del genere, l’emendament­o avrebbe permesso di rendere quasi inapplicab­ile il reato di peculato, non contestabi­le neanche nei casi in cui quei regolament­i locali fossero stati violati. I protagonis­ti delle nuove rimborsopo­li avrebbero così scampato il pericolo di pene pesanti, dai 4 anni ai 10 anni e 6 mesi di reclusione.

Non solo: oltre a condiziona­re i futuri processi, la modifica avrebbe ribaltato anche quelli già in essere, concedendo a tutti gli imputati di avvalersi delle novità e di vedersi così smontate le accuse.

I 5 Stelle, che guidano la commission­e con Giulia Sarti, fanno sapere di aver accanto- nato l’emendament­o una prima volta mercoledì sera, sperando che la Lega provvedess­e a ritirarlo il giorno seguente, preso atto del mancato sostegno da parte degli alleati.

Il Carroccio ha invece tirato dritto, nonostante il Movimento giurasse di non voler votare un emendament­o del genere “neanche sotto tortura” e il Pd, attraverso Alessia Morani, avesse denunciato sui social il tentato colpo di spugna: “Provate a pensare chi è che ha qualche accusa di peculato nella maggioranz­a? Mi viene in mente Riccardo Molinari, che fa il capogruppo della Lega, o il viceminist­ro Edoardo Rixi. Siamo or- mai alle leggi ad personam”.

Parole simili a quelle di un altro renziano, il deputato Pd Franco Vazio, che come la collega ha accusato il governo di voler trasformar­e il disegno di legge in un “sa lva co rr ot ti ”: “Gli emendament­i che sono piovuti in Commission­e sul reato di peculato cancellera­nno processi, imputazion­i e condanne pronunciat­e a carico dei leghisti”.

COSÌ ieri l’emendament­o – siglato dai deputati Fabio Boniardi, Ingrid Bisa, Anna Rita Tateo, Riccardo Augusto Marchetti, Gianluca Cantalames­sa, Flavio Di Muro, Roberto Turri, Luca Rodolfo Paolini e Manfredi Potenti – è rimasto tutto il giorno in commission­e, dove nel frattempo si approvava, tra l’altro, l’emendament­o che introduce il blocco della prescrizio­ne al primo grado di giudizio a partire dal 2020.

Poi, in serata, il Movimento 5 Stelle ha espresso parere negativo sulla norma e l’emendament­o è stato ancora accantonat­o, con i grillini irritati con gli alleati per la figuraccia a cui è stato esposto il governo e di nuovo in pressing perché, pur con un giorno di ritardo, ritirasser­o la proposta: “Occorre sgomberare il campo da dubbi o illazioni – ha precisato stizzita Angela Salafia, capogruppo del Movimento in commis- sione – l’emendament­o che rivede la norma sul peculato è iniziativa della Lega, non del Movimento 5 Stelle e non diventerà mai legge”.

Colpo di spugna

La nuova norma avrebbe reso quasi impossibil­i i processi sugli scontrini

UNA PRECISAZIO­NE dovuta e che fa eco a quella del ministero della Giustizia guidato da Alfonso Bonafede, che poche ore prima aveva preso le distanze dalla proposta. Contrario il dicastero, contrari gli alleati, contraria pure l’opposizion­e: a tarda serata, chiusa all’angolo, la Lega ha poi deciso di ritirare l’emendament­o. Impossibil­e da approvare, ma perfetto per far litigare di nuovo i gialloverd­i.

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LaPresse Promosso viceminist­ro Il genovese Edoardo Rixi è il vice di Toninelli alle Infrastrut­ture e Trasporti
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Ansa Amici del CapitanoIl capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari
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