Il Fatto Quotidiano

Salvini fallisce sui roghi e chiede incenerito­ri, Di Maio no: “Sta ceppa”

CampaniaA luglio ha emanato una circolare contro i fuochi: zero risultati Ora spara: “A gennaio emergenza, servono gli incenerito­ri”. Scontro col M5S

- » MARCO PALOMBI

Per capire l’uscita di Matteo Salvini sulla Terra dei Fuochi che ha mandato fuori di testa i 5 Stelle bisogna partire dal suo modo di essere ministro dell’Interno: molta politica, poco lavoro di macchina. A luglio il nostro dirama una circolare, condivisa col ministro dell’ Ambiente Sergio Costa, in cui inserisce tra i “siti sensibili” che vanno sottoposti a controllo anche gli impianti di stoccaggio delle plastiche, cioè quelli che vanno in fumo nella Terra dei fuochi - una vasta area tra Napoletano e Casertano - come nel Nord Italia. Parliamo di 300 casi in un paio d’anni, roghi che producono diossina e altre sostanze tossiche: alle Prefetture toccava dare seguito alla circolare del ministro, ma i risultati non si sono visti e “il capitano” aveva altro a cui pensare. E così un mese fa Milano ha scoperto com’è fatto il fumo dei rifiuti che avvelena l’aria per giorni e ieri - per tornare in Campania - è andato a fuoco un piccolo sito a San Tammaro, provincia di Caserta.

IERI IL MINISTRO dell’Interno era, appunto, a Napoli per un Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, palco istituzion­ale dal quale, parlando di Terra dei Fuochi, ha messo a verbale questo: “Tra qualche mese in Campania si rischia un’emergenza sanitaria e sociale a livello mondiale. Non so cosa abbiano fatto gli amministra­tori locali e regionali negli ultimi decenni, ma dal 2008 la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Non c’è programmaz­ione, c’è incapacità e lo dico per essere ottimista”. Proposta: “Il commissari­amento di tutti gli Ato e serve il coraggio di dire che il termovalor­izzatore serve”. Non ci sentiremmo di dargli torto sugli amministra­tori campani e di certo può avere le sue idee sugli incenerito­ri in ogni provincia, ma è pure vero che Salvini ha firmato un contratto di governo che li esclude privilegia­ndo, magari ottimistic­amente, l’economia circolare.

I grillini, toccati su uno dei loro cavalli di battaglia, hanno reagito male: “La Terra dei Fuochi è un disastro legato ai rifiuti industrial­i (provenient­i da tutta Italia) non a quelli do- mestici. Gli incenerito­ri non c’entrano una beneamata cepp a” ( Luigi Di Maio); “Salvini è stato provocator­io. Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R: chi non è in sintonia con queste direttrici vive nel passato” (Sergio Costa). Replica del leghista: “Quando Acerra si ferma per la manutenzio­ne a gennaio, io voglio che ci sia una soluzione per i napoletani e per i campani. Io sono per costruire, coi no non si va da nessuna parte”. Entrambi, ovviamente, si rinfaccian­o un piano che favorirebb­e “la camorra”. Dissensi politici che terranno banco lunedì, quando molti ministri, tra cui Salvini, saranno a Caserta proprio per un protocollo sulla Terra dei Fuochi, e tanti saluti alle inadempien­ze delle Prefetture, cioè del Vimina- le, sulla protezione dei siti di stoccaggio.

PIÙ CURIOSA, però, è la previsione di Salvini circa una crisi “a livello mondiale” che partirà a gennaio in Campania perché “si fermerà l’incenerito­re di Acerra” (evento, peraltro, difficilme­nte arginabile con nuovi incenerito­ri ancora da costruire): in realtà a gennaio non si fermerà l’incenerito­re di Acerra, gestito dalla lombarda A2a, ma una delle tre linee per lavori programmat­i, come succede sei volte l’anno causando sì problemi nella raccolta, ma non certo una crisi “a livello mondiale”. La previsione catastrofi­ca sparata da Salvini era peraltro stata anticipata da una nota della Lega campana, peculiare compagine su cui torneremo. Sostiene Fulvio Bonavitaco­la, assessore all’Ambiente e braccio destro di De Luca: “Falsità. Ricordo a Salvini che, se la manutenzio­ne dell’incenerito­re è programmat­a, non previsti sono invece gli incendi agli impianti Stir e a quelli della raccolta dif- ferenziata, in cui la Campania peraltro supera il 50%, che vanno aumentando”.

Se si blocca il processo e si distruggon­o impianti pubblici con gli incendi, in una situazione già difficile com’è quella dei rifiuti in Campania (in specie a Napoli e dintorni) poi arriva il commissari­o - come chiede Salvini - che si rivolge con procedura d’urgenza al privato stoccando rifiuti qui e là a pagamento. Un modello già visto e che ha trovato ieri il plauso di Forza Italia.

Nessuna sorpresa: la Lega in Campania è un pot-pourri della vecchia destra cosentinia­na, nel senso di Nicola Cosentino, condannato per camorra. Al fianco di Salvini, ieri a Napoli, c’era Pina Castiello, oggi sottosegre­tario leghista al Sud, già berlusconi­ana vicina a Cosentino e Luigi ’a purpetta Cesaro, con cui conserva ottimi rapporti. Gli stessi che mantiene il concittadi­no afragolese Vincenzo Nespoli, ex senatore di An, leghista pure lui. Il nuovo che è avanzato, pure sui rifiuti.

Il ministro a Napoli Ripropone il modello emergenzia­le della FI ”cosentinia­na” (che oggi è spesso leghista) Si rischia un’emergenza sanitaria a livello mondiale Servono commissari in ogni Ato e nuovi incenerito­ri

MATTEO SALVINI Incenerito­ri? Con la Terra dei Fuochi non c’entrano una beneamata ceppa Li vuole la camorra

LUIGI DI MAIO

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Ansa Ieri a Napoli Il vicepremie­r e ministro dell’Interno
 ?? Ansa ?? Chiacchier­eIl ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Sopra, il rogo di un impianto a Marcianise, nel Casertano
Ansa Chiacchier­eIl ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Sopra, il rogo di un impianto a Marcianise, nel Casertano
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