La sterminata Rimborsopoli del Carroccio: Rixi, i capigruppo e un esercito di peones
Già condannato Molinari, rischia anche Romeo (con decine di ex consiglieri)
Non
è difficile capire perché alla Lega la “questione peculato” stia così a cuore. Per colpa di tre processi – tra i tanti celebrati in questi anni per le “spese pazze” nei consigli regionali – sono nei guai altrettanti uomini chiave del partito di Matteo Salvini: un viceministro e tutti e due i capigruppo in Parlamento. Gli imputati eccellenti sono R ic ca rd o Molinari (presidente dei deputati), Massimiliano Romeo( presidente dei senatori) e soprattutto Edoardo Rixi (vice di Danilo Toninelli al ministero dei Trasporti ).
PIEMONTE. Per Molinari è già arrivata una condanna in appello nella rimborsopoli piemontese (quella, per capirci, delle “mutande verdi” dell’ex governatore Roberto Cota). Assolto in primo grado, il giudizio sul deputato alessandrino è stato ribaltato il 24 luglio: 11 mesi per peculato, a causa di 1.158 euro di spese non giustificate. Con la condanna è arrivata anche l’i nt er dizione dai pubblici uffici per 5 anni. La pena accessoria è sospesa per 12 mesi, ma se entro luglio non ci saranno ulteriori novità il capogruppo leghista rischia di do- ver lasciare il Parlamento (valuterà, in caso, la Giunta delle elezioni). Nella stessa rimborsopoli piemontese sono stati condannati diversi uomini del Carroccio: l’ex presidente Cota (1 anno e 7 mesi), il deputato Paolo Tiramani (1 anno e 5 mesi) e il sindaco di Narzolese (Cuneo) Federico Gregorio (1 anno e 5 mesi). Un’altra neoparlamentare, Elena Maccanti, si era sfilata dallo stesso processo nel 2014 patteggiando una pena di un anno, sempre per peculato. Tra i condannati degli altri partiti c’è anche la deputata di Fratelli d’Italia A ug us ta Montaruli (1 anno e 7 mesi).
LOMBARDIA. A gennaio il tribunale di Milano emetterà la sentenza sui 57 ex consiglieri lombardi accusati per le “spese pazze” al Pirellone. Tra i tanti volti noti spiccano quelli del “Trota” Renzo Bossi e di Nicole Minetti ( eletta con Forza Italia). Quello che interessa di più alla Lega però è il nome di Massimiliano Romeo, il monzese rampante scelto da Salvini per guidare il gruppo dei senatori del Carroccio. Romeo è accusato di essersi appropriato di 21.917 euro “eseguendo spese estranee all’esercizio delle funzioni istituzionali”. Il leghista ha già riconosciuto le sue responsabilità nel processo amministrativo di fronte alla Corte dei Conti, restituendo 33.900 euro complessivi (dei quali 3.500 per il “danno d’immagine” arrecato alla Regione). Ora attende la sentenza della giustizia ordinaria. È in ottima compagnia, i leghisti imputati per peculato in Lombardia sono un esercito: ci sono gli attuali deputati salviniani Jari Colla e Fabrizio Cecchetti, il senatore Ugo
Mutande verdi In appello l’ex presidente Cota ha preso 1 anno e 7 mesi Per il Trota chiesti 2 anni e 10 mesi
Parolo, l’eurodeputato Angelo Ciocca( quello che ha calpestato il discorso di Moscovici a Bruxelles), l’ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni e gli ex consiglieri Cesare Bossetti, Claudio Bottari, Achille De Capitani, Giosuè Frosio, Stefano Galli, Mauro Gallina , Giangiacomo Longoni, Alessandro Marelli, E- nio Moretti, Corrado Paroli, Roberto Pedretti, Monica Rizzi, Luciana Ruffinelli, Pierluigi Toscani.
LIGURIA. Qui la situazione più delicata è quella di Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti e uomo di fiducia di Salvini nella partita politica per la ricostruzione del ponte Moran- di a Genova. È il volto più noto della Rimborsopoli ligure: per lui i pm genovesi hanno chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi (il “solito” peculato). Nella stessa inchiesta, per lo stesso motivo, è accusato il senatore leghista Francesco Bruzzone (chiesti 2 anni e 3 mesi).