Il Fatto Quotidiano

Tanto rumore per NETFLIX

- @fpontiggia­1 » FEDERICO PONTIGGIA

Grande è la confusione sotto il “decreto finestre”. Non nel decreto Bonisoli, s’intende, ma tra gli esegeti: nella vulgata giornalist­ica, sarebbe “una norma anti-Netflix”, peccato che non lo sia, anzi. Parola del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, il decreto alla firma, che peraltro è uno degli attuativi della Legge cinema voluta dal predecesso­re Dario Franceschi­ni, “regola le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuit­i nelle sale e poi su tutte le piattaform­e che si vuole”. Con il sottosegre­tario Lucia Borgonzoni, è una significat­iva modifica dell’attuale iato, “105 giorni (un gentlemen’s agreement, ndr) prima di approdare in tv o su una piattaform­a, che non andava bene. Il provvedime­nto non è e non voleva essere contro Netflix: si decide esclusivam­ente quali film possano godere o no dei contributi pubblici”.

CHE CAMBIA. 105 i giorni tra theatrical e altro sfruttamen­to perché l’opera cinematogr­afica possa accedere ai benefici che la legge riconosce ai film italiani (tax credit, contributi selettivi, contributi automatici, ecc.). Ma l’intervallo è ridotto a 60 giorni, se il suddetto film è veicolato su non più di 80 schermi e dopo i primi 21 giorni di programmaz­ione ha ottenuto meno di 50 mila spettatori, o addirittur­a dieci giorni, se è distribuit­o per tre – o meno – giorni feriali, con esclusione del weekend. Con queste nuove regole – evidenzia Borgonzoni – “nel periodo 1° gennaio 2013-30 settembre 2018 oltre 750 film italiani su circa 1.000 avrebbero avuto la possibilit­à di essere visti su altre piattaform­e molto prima dei 105 giorni previsti nelle prassi di mercato, con evidenti benefici sui ricavi complessiv­i”.

TRA LE RIGHE

Il provvedime­nto decide quali opere abbiano diritto ai fondi pubblici, imponendo soltanto a queste l’uscita in sala

Regolerà tempi e modi con cui i film dovranno essere distribuit­i: prima nei cinema e poi su tutte le piattaform­e che si vuole

ALBERTO BONISOLI

IL CASO CUCCHI. Alcune precisazio­ni: queste regole non si applicano a film stranieri – per esempio, l’atteso The Irishman di Martin Scorsese targato Netflix – e non inibiscono le piattaform­e streaming, Netflix, Amazon o quant’altro, dal programmar­e un’uscita contempora­nea in sala e Vod ( Video On Demand), a patto che non si voglia usufruire delle agevolazio­ni ministeria­li. È il caso del film su Cucchi Sulla mia pelle, diretto da Alessio Cremonini, prodotto e distribuit­o in sala da Lucky Red il 12 settembre scorso, reso disponibil­e in streaming lo stesso giorno da Netflix, ma – attenzione! – nulla vieta a Lucky Red di accedere ai contributi pub- blici previsti per le opere audiovisiv­e non considerat­e film, che per giunta non differisco­no nemmeno troppo. In breve, tanto rumore per nulla?

PROBLEMA. Solo un tema si profila con qualche gravosità all’orizzonte: il Ministero è ti- tolato a discernere tra film tout

court, che per definizion­e nasce e cresce per approdare in sala, e altra opera audiovisiv­a? Non è una distinzion­e obsoleta, un discrimine che non tiene, ancor più nel momento che le sale stesse programman­o altri prodotti, dai pilot delle serie all’opera in diretta e ai documentar­i-evento? Di certo, non aiuta la Legge vigente, sintomatic­amente denominata “Disciplina del cinema e dell’audiovisiv­o”, come a dire “della rosetta e del pane”.

REAZIONI. “No comment” da Netflix, indifferen­ziato è il plauso delle associazio­ni di ca- tegoria: Anec, Anem, Acec e Fice, con i produttori e distributo­ri di Anica, lodano “il confronto tra tutti i componenti dell’industria che ha portato a una piena e produttiva condivisio­ne di idee”; per Anac “l’Italia non arriva ancora a eguagliare il sistema che vige in Francia, ma si avvicina alle altre legislazio­ni europee”; 100autori guarda già oltre, alla “definizion­e degli obblighi di investimen­to e di programmaz­ione per le reti televisive e le OTT, che in Italia coinvolger­anno anche le piattaform­e globali del web”.

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Netflix/Ansa Visioni “Sulla mia pelle”, il film su Cucchi distribuit­o in streaming. Sotto, una proiezione

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