Donne ad alta velocità Quella piazza di Torino e il “dissenso consapevole”
VORREI DARE IL MIO UMILE PUNTO DI VISTA di nonna (ho una figlia e una nipotina) per parlare in maniera semplice di noi donne. Alla fine siamo noi ad allevare ed educare gli uomini. (...) Nella nostra politica, tenuto sempre conto delle resistenze degli uomini nel darci spazio, molte tendono a fare le “cheerleaders” dei loro capi per fare carriera: le renziane non sono state molto diverse dalle berlusconiane. Ora staremo a vedere cosa riusciranno a fare nel nuovo governo. Vivo da più di quarant’anni a Torino e penso che le organizzatrici del Sì Tav si siano prestate, più o meno consapevolmente, a una strumentalizzazione politica, raccogliendo una falsa bandiera e fingendo di credere che il reale problema della città sia il Tav e non i problemi di Fiat e altro. Alla fine hanno manifestato contro un’altra donna, la Appendino, rifiutandosi in seguito di parlarle e dicendo di voler incontrare Mattarella. Sono queste le donne che dovrebbero portare il progresso e il cambiamento, le madamine che fanno la catena di Sant’Antonio con le amiche che non sanno niente di quest’opera? Io mi sono limitata a parlare con chi conoscevo di quello che avevo letto a proposito di quest’opera così controversa, ma non mi sarei mai sognata di fare proselitismo su questo tema. La manifestazione è riuscita grazie agli inviti di associazioni varie (federmanager, commercialisti) e poteri politici cittadini che ormai fanno opposizione “tutti insieme appassionatamente”. Una grande mobilitazione alla quale molte donne torinesi si sono prestate, molte anche in buona fede. Sto riflettendo sull’opportunità o meno di partecipare all’altra manifestazione l’8 dicembre, perché preferirei che ci fosse una partecipazione su questioni sociali più importanti. Ma forse sarebbe positivo vedere in piazza anche qualche nonnina che cerca d’informarsi e non si fa strumentalizzare! ENZA FERRO
CHE DISPIACERE ENZA, dover tagliare la sua lettera! Lei ha centrato più temi, tutti sacrosanti, in una volta. Quando le animatrici della piazza dicono di non essere competenti rispetto alla questione in sé dimostrano una preoccupante mancanza di autonomia intellettuale, prestando il fianco alle accuse di strumentalizzazione. Il dissenso non va mai criminalizzato perché nutre la democrazia. Certo più è informato meglio è: e non è un dettaglio, men che meno di genere. Sulla manifestazione sono state spese troppe parole, molte delle quali a sproposito (la città che torna laboratorio, la rivincita della borghesia). Il punto è semplice: il Tav serve o no? Tutto il resto è rumore di sottofondo. SILVIA TRUZZI