Volontaria rapita nella trappola del Corno d’Africa
Silvia Romano, volontaria in un orfanotrofio, è stata sequestrata ieri mattina. La Farnesina: vicenda gravissima
Ancora una cooperante italiana rapita da, probabili, terroristi islamici. Stavolta è successo in Kenya, a Chakama, a circa 70 km da Malindi, località conosciuta per circostanze più piacevoli. La ragazza, Silvia Costanza Romano, era nel Paese africano come volontaria della onlus Africa Milele che opera su progetti di sostegno all’infanzia. La conferma è arrivata in tarda mattinata dalla Farnesina che ha attivato subito la sua Unità di crisi e che, tramite la viceministro, Emanuela Claudia Del Re, ha definito “gravissima” la vicenda.
La prima esperienza Impegnata per la prima volta in una Ong: “Invece di essere normale ho scelto di essere felice”
FINO A SERA non erano stati resi noti il movente del rapimento né l’identità dei rapitori. I sospetti, vista la zona, sono tutti rivolti verso il gruppo islamico al Shabab riconosciuto formalmente dal 2012 come cellula locale di al Qaeda e inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche di numerosi governi e servizi di sicurezza occidentali. Tra gli obiettivi del gruppo, quello di instaurare in Somalia la Sharia, la legge islamica, nella rigida applicazione wahabita. Espulso da Mogadiscio nell’agosto 2011 e dal porto di Kismayo nel settembre 2012, il movimento islamico controlla ancora gran parte delle zone rurali nel sud del Paese, da dove potrebbe essersi spinto in Kenya, Paese teatro di numerosi attentati islamisti.
Tra i più sanguinosi, quelli del 2013, al Westgate shopping mall di Nairobi, in cui morirono almeno 67 persone, e del 2 aprile 2015 nel nord-est del Paese, dove militanti armati fecero irruzione nel Garissa University College, uccidendo 148 individui. Da parte dell’Isis, invece, le rivendicazioni hanno riguardato finora solo un attacco, avvenuto nell’otto bre 2016 a Nairobi, quando un militante armato di coltello aggredì un poliziotto all’entrata dell’ambasciata americana.
Silvia Romano aveva deciso di partire lo scorso agosto per l’Africa, per la sua prima esperienza di volontariato in un orfanotrofio a Likoni, gestito dalla onlus O rphan’s Dream. Poi, aveva proseguito le sue attività con la piccola onlus marchigiana Africa Milele a Chakama, prima di tornare in Italia, dove ha poi deciso di continuare con il suo impegno. “Quando un mese fa è tornata in Kenya, Silvia mi è venuta a trovare e le ho detto di non andare a Chakama, perché non è un posto sicuro, ma lei mi ha risposto che lì erano tutti suoi amici”, racconta Davide Ciarrapica, fondatore di Orphan’s Dream . Silvia gli aveva spiegato che preferiva Chamaka “perché le avevano proposto di fare la referente e perché lì poteva svegliarsi quando voleva e uscire con gente del posto”.
IL CARATTEREdella ragazza risalta anche dalla frase con cui ha scelto di presentarsi sulla sua pagina Facebook: “Piuttosto che essere normale, ho scelto di essere felice”. E, a giudicare dalla foto del profilo, sembra in effetti felice.
Il motivo del sequestro per ora non ha una risposta certa. La po- lizia locale parla di “banditi”. Nel caso di al Shabab, come abbiamo visto, il conflitto con il Kenya e le sue truppe è endemico. Proprio ieri 37 elementi del gruppo – secondo notizie di fonte americana – sono stati uccisi in due raid aerei nella Somalia centrale, 60 chilometri a nord di Harardhere. Quest’anno circa 30 attacchi aerei a- mericani hanno ucciso, secondo notizie di fonte ufficiale, 200 uomini dell’organizzazione islamista. Lo scontro interessa un’area che ( si veda l’articolo in basso), ha una forte valenza geopolitica e in cui ruotano interessi globali considerevoli.