Il Fatto Quotidiano

D&G e la cotoletta cinese

“RAZZISTI” Shanghai, salta sfilata. “Instagram hackerato”

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Èla

maledizion­e della cotoletta. Tutto quello che di disgraziat­o è accaduto negli anni a Dolce & Gabbana nel mondo della comunicazi­one – fino ad arrivare al caso di ieri con la cancellazi­one del loro show a Shanghai – nasce da lì. Da quel fazzolet- to di carne fritta che 12 anni fa fu l’inizio di una serie di sventurati eventi. Novembre 2006. Camilla Baresani, che ai tempi aveva una rubrica su Il Sole 24 Ore, va nell’ex ristorante dei due stilisti a Milano, il Gold, e ordina una cotoletta. La trova legnosa.

Sul giornale, giorni dopo, la recensione è perfino meno tenera della cotoletta: “È la più cattiva che abbia mangiato in vita mia, oleosa, inspiegabi­lmente dolciastra, troppo brunita sui bordi, gommosa. Mi ha fatto pensare a quelle che ammannisco­no in certi baretti del centro, cucinate dal gestore la sera prima a casa, in qualche paese dell’hinterland, e riscaldate il giorno seguente nel microonde, per i frettolosi pasti degli impiegati”. Dolce & Gabbana si incazzano, annunciano l’intenzione di togliere 300.000 euro di pubblicità al Sole 24 Ore. Giorni dopo, sullo stesso giornale, esce un’altra genuina recensione della cotoletta D&G (nel senso di Dozzinale&Granitica) che a quel punto, per il recensore-schiena-dritta, diventa cibo degli dei. Fine della storia. Anzi no. Perché prima di chiudere la questione, Stefano e Domenico aggiunsero: “La Baresani è stronza e frustrata forse perché grassa”. Non c’erano ancora Fb, Twitter e Instagram per cui sopravviss­ero al linciaggio 2.0, ma la maledizion­e della cotoletta li colpì con certezza quel giorno lì. Da quel momento, non a caso, la storia di D&G col mondo della comunicazi­one è un susseguirs­i di inciampi, sviste e pirotecnic­he cafonate. Un anno dopo esce la loro nuova pubblicità: una donna bloccata a terra per i polsi da un uomo a torso nudo, circondata da un branco di maschi che guardano. Vengono accusati di fare pubblicità sessiste, di aver dato un’immagine patinata dello stupro. Poi c’è la polemica con Napoli. Girano una campagna nella città partenopea e i napoletani li accusano di aver rappresent­ato una serie ridicola di cliché. Del resto, in 30 secondi di spot apparivano: la bel- la donna in tubino nero tra la folla, gli spaghetti, due sposi napoletani, il marinaio galante, la donna in vestaglia e Pulcinella. Colonna sonora: tu vuo’ fa’ l’americano. Mancavano solo Maradona e un comizio di De Magistris sullo sfondo. Stefano Gabbana risponde con pacatezza: “Non verrò mai più a Napoli a farvi pubblicità! Brutta gente, siete lo schifo d’Italia”.

POI D&G LITIGANO con Elton John perché definiscon­o “sintetici” i figli nati in provetta e quello s’offende. Poi Stefano Gabbana comincia a utilizzare Instagram come se anziché uno stilista di fama mondiale fosse un bimbominki­a del “Valerio Scanu fan club” e scrive che Selena Gomez è un cesso venendo accusato di body shaming con cazziatone di Miley Cyrus annesso. Scrive che la Ferragni è cheap. Che il fashion blogger Mariano di Vaio è un ingrato perché è stato invitato alla festa D&G e non li tagga su Instagram. Poi il livello delle discussion­i si alza ulteriorme­nte. Comincia a prendersel­a con i tronisti, da Sa- ra Affi Fella a Claudio Sona, colpevole quest’ultimo di essere l’ex fidanzato di un suo ex fidanzato. Insomma, mancano solo la lite con Fabrizio Bracconeri e quella con Gasparri. Nel frattempo il povero Domenico tace con malinconic­a rassegnazi­one, come tace John ogni volta che Lapo fa qualche casino. A settembre di quest’anno Stefano scrive che il suo account è momentanea­mente chiuso per in

stagram detox. La dieta disintossi­cante dai social purtroppo dura poco e nel giro di poco tempo Stefano riapre il suo frigori- fero delle social-minchiate. E veniamo alla crisi diplomatic­a con la Cina. Nella giornata di ieri era programmat­a un’importante sfilata D&G a Shanghai. La faccenda era partita male fin da subito. Gli spot usati da D&G per promuovere la sfilata erano un po’ la versione cinese di Napoli-Pulcinella-donna in vestaglia già citati. Per esempio, una ragazza cinese con gli occhi molto a mandorla tentava di mangiare un enorme cannolo siciliano con le bacchette. Il tutto accompagna­to da frasi come “è troppo grande per te”. Insomma, un capolavoro di raffinatez­za.

I CINESI, che già stavano incazzati perché Di Maio aveva chiamato Ping il loro presidente a Shanghai due settimane prima, si offendono. A quel punto Stefano Gabbana, in un orario in cui evidenteme­nte Uomini e donne non andava in onda e aveva tempo libero, pensa bene di discutere in privato della permalosit­à dei cinesi con un account Instagram ( DietPrada) famoso per detestare D&G e per svelare gli altarini di moda e stilisti. Questo il suo parere sobrio e moderato condiviso con DietPrada: “Cina Ignorante Mafia sporca puzzolente (…) Pensi che io abbia paura dei tuoi post?”. D ie tP ra d a pubblica i suoi commenti in un post. I commenti diventano virali. Vengono tradotti nei 3.450.098 dialetti dei cantoni cinesi. La Cina annulla la sfilata. I satelliti registrano movimenti sospetti nelle basi nucleari cinesi. Stefano Gabbana si difende come il quindicenn­e sorpreso a scrivere “Prof deficiente” su fb. Dice: “Mi hanno hackerato l’account, sembravo io ma non lo ero!”. E, ormai, conoscendo­lo, è già tanto che non abbia aggiunto: “Sarà stato un cinese, del resto questi cinesi del cazzo copiano tutto”. Insomma: la maledizion­e della cotoletta ha colpito ancora.

SFILATA CANCELLATA A SHANGHAI Gabbana definisce la nazione che li ospita: “Ignorante Mafia sporca puzzolente”. Poi accusa un hacker, ma è tardi

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LaPresse “È troppo grande per te”La delicata campagna stampa in Cina e gli screen di Instagram incriminat­i
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