Il Fatto Quotidiano

I laici M5S si spaccano sulla sicurezza: Benedetti fa il parere e poi si astiene

CsmIl plenum approva il documento sulle “criticità” costituzio­nali del decreto

- » ANTONELLA MASCALI

Amaggioran­za

e con un rinvio del voto dal mattino al pomeriggio, il plenum del Csm, il Consiglio superiore della magistratu­ra, ha approvato il parere sul decreto Sicurezza che rileva “criticità” costituzio­nali.

Lo hanno votato tutti i togati, compresi i capi di Corte e un unico laico, il forzista Michele Cerabona; si sono divisi i professori in quota M5S: Filippo Donati come Alessio Lanzi di FI ha votato no, Alberto Maria Benedetti, che pure ha firmato il parere come co-relatore, si è astenuto insieme a Fulvio Gigliotti. Si sono schierati contro i due laici leghisti Emanuele Basile e Stefano Cavanna. Ieri matti- na doveva essere un plenum senza colpi di scena, invece gli interventi dei laici M5S fanno capire che ci sono divisioni. Donati spiega il suo no con motivazion­i molto simili a quelli di Lanzi, avvocato berlusconi­ano: “Il Csm non si deve avventurar­e nell’a rena della politica, laddove non venga in gioco la salvaguard­ia de ll’autonomia e dell’in dipendenza della magistratu­ra o il buon funzioname­nto della giustizia”.

COME SE il decreto Sicurezza non toccasse proprio l’andamento della giustizia. Ma è l’astensione di Benedetti che fa rumore proprio perché il neo direttore del Centro studi del Csm è co-relatore insieme a Paolo Criscuoli, togato di MI. Il consiglier­e sembra prendere le distanze anche da se stesso: “Molto spesso la nostra va- lutazione entra nel merito di scelte politiche. Va fatta una riflession­e su come si costruisce un parere”. Piercamill­o Davigo ( AeI) rimane basito e lo dice: “Resto sorpreso che il relatore dica di astenersi sul parere che ha fatto. È vero che solo gli imbecilli non cambiano opinione, ma non ho sentito ragioni esplicativ­e di questa scelta”. Giuseppe Cascini (Area), che presiede la Sesta Commission­e, nega qualsiasi ingerenza: il parere “non interferis­ce affatto con l’attività del legislator­e e con le politiche del governo in materia di immigrazio­ne, né si sostituisc­e alla Corte costituzio­nale o al presidente della Repubblica sul tema della costituzio­nalità”. Concetti ribaditi da Criscuoli.

Nel merito, il parere approvato segnala che alcune norme sono a rischio di incostituz­ionalità. Per esempio l’estensione dei reati che sono il presuppost­o per negare o per revocare la protezione internazio­nale: “L’ampliament­o appare per alcune fattispeci­e non pienamente rispettoso degli obblighi costituzio­nali”. Prima del sì al documento era stata respinta la proposta di Antonio Lepre (MI) di un ritorno in Commission­e.

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Ansa Alberto Maria Benedetti

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