I laici M5S si spaccano sulla sicurezza: Benedetti fa il parere e poi si astiene
CsmIl plenum approva il documento sulle “criticità” costituzionali del decreto
Amaggioranza
e con un rinvio del voto dal mattino al pomeriggio, il plenum del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, ha approvato il parere sul decreto Sicurezza che rileva “criticità” costituzionali.
Lo hanno votato tutti i togati, compresi i capi di Corte e un unico laico, il forzista Michele Cerabona; si sono divisi i professori in quota M5S: Filippo Donati come Alessio Lanzi di FI ha votato no, Alberto Maria Benedetti, che pure ha firmato il parere come co-relatore, si è astenuto insieme a Fulvio Gigliotti. Si sono schierati contro i due laici leghisti Emanuele Basile e Stefano Cavanna. Ieri matti- na doveva essere un plenum senza colpi di scena, invece gli interventi dei laici M5S fanno capire che ci sono divisioni. Donati spiega il suo no con motivazioni molto simili a quelli di Lanzi, avvocato berlusconiano: “Il Csm non si deve avventurare nell’a rena della politica, laddove non venga in gioco la salvaguardia de ll’autonomia e dell’in dipendenza della magistratura o il buon funzionamento della giustizia”.
COME SE il decreto Sicurezza non toccasse proprio l’andamento della giustizia. Ma è l’astensione di Benedetti che fa rumore proprio perché il neo direttore del Centro studi del Csm è co-relatore insieme a Paolo Criscuoli, togato di MI. Il consigliere sembra prendere le distanze anche da se stesso: “Molto spesso la nostra va- lutazione entra nel merito di scelte politiche. Va fatta una riflessione su come si costruisce un parere”. Piercamillo Davigo ( AeI) rimane basito e lo dice: “Resto sorpreso che il relatore dica di astenersi sul parere che ha fatto. È vero che solo gli imbecilli non cambiano opinione, ma non ho sentito ragioni esplicative di questa scelta”. Giuseppe Cascini (Area), che presiede la Sesta Commissione, nega qualsiasi ingerenza: il parere “non interferisce affatto con l’attività del legislatore e con le politiche del governo in materia di immigrazione, né si sostituisce alla Corte costituzionale o al presidente della Repubblica sul tema della costituzionalità”. Concetti ribaditi da Criscuoli.
Nel merito, il parere approvato segnala che alcune norme sono a rischio di incostituzionalità. Per esempio l’estensione dei reati che sono il presupposto per negare o per revocare la protezione internazionale: “L’ampliamento appare per alcune fattispecie non pienamente rispettoso degli obblighi costituzionali”. Prima del sì al documento era stata respinta la proposta di Antonio Lepre (MI) di un ritorno in Commissione.