“Eseguano le sentenze oppure si fanno danni”
Gaetano Azzariti Il giurista: “Mi auguro che non ci siano altri episodi come questo”
Professor Azzariti, da costituzionalista cosa ne pensa della decisione del Consiglio di Stato di nominare Commissario ad acta il vicepresidente del Csm David Ermini per far rispettare un suo verdetto? Non lo trovo scandaloso, mi sembra una decisione dettata da urgenza e reiterazione di inattuazione di una sentenza. Non conosco tutti i particolari della vicenda, ma c’è stata una storia processuale controversa. C’era urgenza a provvedere per l’irreparabile danno in vista dell’avvicinarsi del pensionamento, quindi perché non nominare Commissario ad actail responsabile del funzionamento organizzativo del Consiglio Superiore della Magistratura?
Il Csm poteva sollevare conflitto di attribu-
zione con il Consiglio di Stato?
Volendo esasperare gli animi, sicuramente sì, ma anche se non conosco le carte posso intuire che presumibilmente non poteva non dare seguito alla sentenza per ragioni molto esplicite indicate dal Consiglio di Stato. Dunque, bene ha fatto a non seguire questa via.
Che peso può avere per il futuro una decisione di questa portata?
Intanto noterei la delicatezza dei rapporti tra Csm e Consiglio di Stato, che in questo caso è intervenuto in modo deciso. Mi auguro, però, che non ci siano altri episodi come questo, che il non rispetto di sentenze amministrative non avvenga mai, che non si debba più arrivare alla nomina di un Commissario ad actaper far rispettare una sentenza al Consiglio Superio- re della Magistratura. Speriamo che resti un fatto del tutto eccezionale.
Depotenzia il ruolo del Csm, la sua autorevolezza?
Da un lato la nomina di Commissario ad acta può essere a scapito dell’autorevolezza del Csm, ma dall’altro, la celerità della decisione del vicepresidente va a favore dell’autorevolezza. Questo Consiglio, che è in fase di rodaggio, deve essere osservato per capire se si conquista autorevolezza, autonomia e indipendenza. Perché l’autonomia non gliela regala nessuno. Siamo alle prime schermaglie, ma, per amore dell’organo di autogoverno della magistratura e dell’equilibrio dei poteri, dico al Consi-
In teoria si poteva sollevare un coflitto di attribuzioni Per fortuna si è saggiamente evitato
glio di non guardare troppo all’interno, in senso corporativo, né troppo all’esterno, peccando di eccesso di deferenza politica. Il parere sul decreto Sicurezza è nella giusta direzione. Tutti i componenti togati hanno espresso un giudizio di costituzionalità facendo valere con forza la loro indipendenza e qualche laico espresso dalla maggioranza parlamentare almeno si è astenuto (Benedetti e Gigliotti, M5S mentre Cerabona di FI ha votato a favore, come i togati, contro i laici leghisti, ndr).