Il Fatto Quotidiano

LA STAMPANTE MAGICA DI GIGGINO

- » MA. PA.

ÈUNUOMO del fare, Luigi Di Maio, ormai Giggino nella fantasmago­ria politica. È un uomo del fare e ha pure un po’ la tendenza alla frase roboante. Questo benedetto reddito di cittadinan­za, per dire, ancora non esiste neanche come disegno di legge, però - ci assicurava Giggino giovedì sera a Piazza Pu

lita - sarà “il più grande investimen­to sul capitale umano”. I dettagli ce li dirà in seguito (“a breve”), però già sappiamo alcune cose tipo che il beneficiar­io non potrà avere anche lavori in nero e per la buona ragione che “non avrà il tempo: queste persone saranno impegnate per tutta la giornata”. Impegnati loro, impegnato pure lui, il ministro a 5 Stelle per eccellenza: “Ho già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettronic­he”. Così gli ha detto al tipografo: fammene cinque o sei milioni, vedi tu, come ti viene. Ora più d’uno ha correttame­nte notato che non essendoci legge o decreto in proposito, il mandato politico-amministra­tivo per ordinare cinque o sei milioni di unità di qualunque cosa è - come dire - incerto e questo comportame­nto, laddove l’ordine fosse davvero partito, rischia di integrare una serie di reati riguardo alla cosa pubblica. Ci sentiamo, quindi, di consigliar­e a Di Maio, ministro del fare, le virtù della moderazion­e: diventi ministro del fare (e dire) meno.

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