Gesù è re perché rivela e dona la vita divina su una croce da ladro
DAVANTI A PILATO Al procuratore romano Cristo spiega che il suo regno non è di questo mondo, ma la sua parola può salvare anche “quaggiù”
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: “Sei tu il re dei Giudei?”. Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. Pilato disse: “Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?”. Rispose Gesù: “Il mio Regno non è di questo mondo; se il mio Regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio Regno non è di quaggiù”. Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Giovanni 18,33b-37).
PAPA PIO XI ha voluto che, nell’ultima domenica dell’anno liturgico, si onori Nostro Signore Gesù Cristo sotto il titolo di re dell’universo. La solennità odierna si ispira completamente al Vangelo di Giovanni nel dialogo di Gesù di fronte a Pilato e nella stessa auto dichiarazione di Gesù. La verità va coniugata con i termini regno e re. I sinottici usano abbondantemente queste nozioni e sono familiari ai contesti del loro insegnamento. Nell’evangelista Giovanni, invece, il termine regno compare solo due volte nel dialo- go con Nicodemo (3,3.5). Mentre il termine re è messo in bocca ai soldati come espressione di dileggio e scherno verso Gesù, re da burla (19,3); e, nell’aspro e concitato confronto tra Pilato e il popolo, figura tre volte (19,14.15) fino a concentrarlo su Gesù come misconoscimento e rifiuto del ti- tolo: non abbiamo altro re che Cesare! Il nodo del problema sta nella relazione tra Gesù e, da Risorto, la sua sovranità! Egli ne ha coscienza: il mio Regno non è di questo mondo … tu lo dici: io sono re. Al procuratore romano Gesù nega di possedere una regalità politica, terrena, ma afferma categoricamente che a lui ne appar- tiene una e che è di tutt’altro ordine: sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità. Due poteri, due verità! È necessario, quindi, entrare nel Suo orizzonte di verità per comprendere e condividere il mistero della sua Signorìa, che s’incardina nella storia del nostro tempo.
Gesù è re perché rivela e dona la vita divina, testimonia e compie la fedeltà della Promessa di Dio di liberare l’uomo dal peccato e dalla morte, è giudice che attende i frutti della carità, del perdono, della giustizia. Regalità singolare, manifestata nell’amore crocifisso nel quale però disperati, umili, poveri, oppressi, stranieri, ladroni crocifissi, centurioni si riconoscono con stupore ammirato. E il dono e la responsabilità dell’esercizio di questa signorìa, Gesù Cristo li ha affidati ai suoi, alla Chiesa perché continui nella storia di tutti i tempi il servizio di verità che è espe- rienza di fiducioso abbandono, di perdono dei peccati, di speranza nella vita eterna, di fraternità tra gli uomini amati da Dio.
CON LA VITA donata in croce, la risurrezione e la sua parola il Signore rende testimonianza alla Verità. Essa viene da un Regno che non è di quaggiù ma dona forza e coraggio per spendersi al servizio di tutti coloro che, per qualsiasi motivo, quaggiù sono impediti a sedersi al banchetto della vita. Il germe per essere testimoni credibili di questa Verità è posto nel cuore del cristiano fin dal battesimo: Chiunque è dalla verità, a
scolta la mia voce! È necessario entrare nel nuovo e singolare esercizio della regalità di Gesù come servizio che umanizza e non esclude. Perché la verità non è qualcosa che si ha, ma è esserci in essa. Pertanto, stare dalla parte della verità è condividere la compagnia e la sorte di Colui che Pilato aveva di fronte a sé, il Signore Gesù. Per la luminosa e consolante verità del suo potere regale, Egli liberamente muore su di un patibolo da delinquenti, con un cartiglio beffardo sulla testa che proclama la verità del suo Mistero, e risorge perché gli uomini abbiano la vita in abbondanza. Dio non delude. Dio è Verità.